Gli occhi di entrambi erano puntati sul ciondolo che Sebastian stringeva tra le dita, quella scritta, la donna che Sam aveva appena visto. Tutto questo le volteggiava nella mente in cerca di risposte.
Tra i due era calato il silenzio, nessuno parlava e Sam sollevò lo sguardo, approfittando del totale assortimento di Sebastian, per osservarlo. Alcune ciocche dei capelli chiari gli ricadevano davanti agli occhi, occhi scuri che erano puntati sull’oggetto che stringeva tra le mani. Il modo in cui la sua mascella era contratta faceva capire che era pensieroso, o, che c’era qualcosa che lo rendesse teso in quel momento.
Sam si allontanò per alcuni istanti dalla sua figura, dirigendosi verso la balconata, aveva bisogno di aria e quando l’aria fresca della notte incontrò la pelle del suo viso, chiuse gli occhi inspirando profondamente.
Bisognava fare il quadro della situazione, la situazione era fin troppo confusa e doveva mettere i puntini sulle i.
Era accaduto tutto così velocemente, come se un vortice l’avesse travolta, il giorno prima viveva con due noiosi coniugi in una casa delle campagne nella periferia di Londra e il giorno dopo loro erano morti sgozzati e lei si ritrovava rimbalzata da un luogo all’altro.
Il giorno in cui Magnus le aveva salvato la vita, qualcuno era andato lì per lei, quello spargimento di sangue c’era stato a causa sua.
Una fitta di dolore le percorse lo stomaco al pensiero.
Si era addormentata con la certezza di non aprire più gli occhi, invece lo aveva fatto, in un posto del tutto nuovo, un posto che non conosceva. Si era fidata di Magnus, c’era qualcosa di familiare in lui che le diceva che era giusto così. In seguito era incominciato a comparire questo bellissimo ragazzo, molto inquietante, che prima sembrava volerla uccidere con le sue mani e ora un barlume di premura si percepiva nei suoi movimenti. La cosa più assurda restava comunque un’altra, l’aver ustionato Sebastian quando lui l’aveva chiusa contro il muro, lo stesso episodio poi si era ripetuto con Simon, che di pericoloso non aveva niente, ma comunque gli aveva fatto del male, per poi guarirlo.
Le domande che si ponevano erano tante: lei, cos’era? Chi era quella donna? Perché queste persone la volevano proteggere? Proteggere, da chi o da cosa?
Inspirò nuovamente, questa volta più profondamente e indietreggiò alcuni passi, voltandosi verso Sebastian che la stava fissando, in silenzio.
Il suo sguardo le provocava una reazione spontanea, sentiva un vuoto nello stomaco, ma non poteva permettersi di provare determinate sensazioni. Non ora che non sapeva chi era il buono e il cattivo della sua storia.
Sebastian allungò una mano nella sua direzione ma Sam si ritrasse al suo tocco, provocando un’espressione di sorpresa sul suo volto.
-Sto per impazzire. - La ragazza si portò entrambe le mani nei capelli, tirandoli indietro. – Non so di chi fidarmi, non so di chi avere paura, non so chi sono. Non so niente. - Urlò esasperata.
- Ti ho già detto che di me ti puoi fidare. - Disse lui, il suo sguardo non era duro come il solito.
-Perché dovrei? E se questa fosse tutta una messa in scena?- sollevò un dito che puntò verso di lui. - Ricordo ancora cosa mi hai detto quando mi hai spaventata a morte in quel vicolo. “Io ho sangue di demone, questo mi rende più forte ma anche più spietato”. - si morse il labbro, portandosi entrambe le mani in grembo. –E ora vuoi aiutarmi, balli con me, mi provochi e vuoi proteggermi? Questo sarebbe il demone spietato che c’è in te?- disse a voce alta, respirando con il fiatone, come se avesse corso.
Sebastian restò in silenzio, per poi sollevare gli occhi scuri sul viso paonazzo di lei. – E’ vero, il sangue di demone che c’è in me, man mano ha tirato via tutta la mia umanità, però con te…-.
La frase di Sebastian restò a mezz’aria, un improvviso boato attirò l’attenzione dei due, che si voltarono insieme nella direzione del rumore.
Era come se l’aria vibrasse, una forte luce illuminò il pavimento del tetto. Delle figure si mossero, prendendo man mano forma attraverso la luce. Sam non riusciva a distinguere molto, il loro viso era in ombra e la forte luce li rendeva solo delle macchie scure che camminavano nelle loro direzioni.
Sebastian non sembrava preoccupato, anzi, era quasi divertito da quel momento.
-E’ sempre un piacere rivederti, angioletto. – sibilò in un tono che Sam non gli aveva mai sentito usare, freddo più del ghiaccio.
Dei capelli biondi fluttuavano mossi dal vento, il suo passo sembrava leggero come quello di un gatto e i suoi occhi dorati risaltavano come due fari in tutta quella luce. Jace.
Sam non aveva mai avuto modo di approfondire la conoscenza con quel ragazzo, ma la sua confusione sulla sua presenza lì svanì non appena intravide alle sue spalle la figura di Magnus.
Come sempre non era vestito nel modo più sobrio possibile, indossava dei pantaloni di pelle di coccodrillo giallo a completo con una camicia rossa. Poteva essere usato come lampada.
Non erano soli, Sam riuscì a riconoscere il profilo di Alec che si muoveva di fianco allo stregone e, un'altra figura, più goffa, camminava dietro Jace. Simon.
Sam sentì come una sensazione di sollievo espandersi per tutto il corpo, l’ultimo incontro con Simon non era stato molto positivo, e lui sembrava la cosa più vicina alla normalità che lei avesse visto negli ultimi giorni.
-Quasi tutti sono felici di rivedermi. – Rispose Jace alle parole di Sebastian, ma nel suo tono di voce era possibile ritrovare solo una sfumatura di sarcasmo.
Gli occhi di Magnus incontrarono quelli di Sam e la ragazza di slancio si precipitò nella sua direzione, ma una mano la trattenne. Sebastian.
-Non muoverti. - Le sussurrò gelidamente all’orecchio.
-Ora prendi in ostaggio le ragazzine?- lo provocò Jace, sollevando tra le mani una di quelle spade angeliche. –Sitael- mormorò Jace e la spada iniziò a brillare, illuminandogli il viso in modo spettrale.
Sebastian sollevò gli occhi al cielo, per poi mettersi anche lui in posizione di battaglia, imitando Jace ed estraendo una spada identica alla sua. - Mi toccherà sporcarmi i vestiti, e questo m’infastidisce. -
-Povero, poi dovrai improvvisarti massaia e lavarteli da sol..ops, aspetta, non ci sarà nessun dopo per te.- Rispose Jace, il suo sguardo era bramoso di combattere.
-Come t’illudi facilmente angioletto. - Rispose Sebastian e un sorriso cinico si formò sulle sue labbra. –Manakel- sussurrò e la spada s’illuminò nella notte. –Cerchiamo di finire presto, ho degli impegni. -
Jace sorrise e così anche Sebastian, gettandosi l’uno contro l’altro.
Le loro spade s’incontravano, creando delle scintille, Sam poteva udire i loro respiri strozzati quando l’altro assestava un colpo in zoni vitali. Non riusciva a guardare, non poteva.
-Stai bene?- Approfittando della mischia, Simon era riuscito a raggiungerla.
Quando lei sollevò lo sguardo incontrando gli occhi nocciola del giovane vampiro, annuì lentamente.
-Andiamo, approfittiamo che sono distratti per andare. - Le disse lui, spingendola lontano per le spalle.
Sam zoppicava leggermente, maledisse quelle scarpe altissime, mentre tentava di seguire Simon, e in contemporanea evitare le frecce che Alec scagliava con maestria contro Sebastian, da lontano, aiutando Jace.
-Ma Sebastian…- quelle parole le uscirono in un sussurro, perché si preoccupava di lui?
- Avrà quello che merita. - Era stato Magnus a parlare questa volta.
Sam voltò in viso di scatto verso di lui, una parte di lei voleva buttargli le braccia al collo e piangere, vedeva in Magnus una figura familiare, ma qualcosa le impedì di crollare. Il pensiero di Sebastian.
Si sentiva male per pensare quelle cose, loro erano venuti lì per salvarla e lei si preoccupava di chi l’aveva portata via? Era tutto così illogico, aveva voglia di urlare. Di fermare tutto. Si sentiva così impotente.
Erano in due contro uno, per quanto l’altro poteva essere più veloce e potente di entrambi, la differenza numerica si avvertiva.
Il panico le salì nello stomaco quando Jace afferrò entrambe le braccia di Sebastian, immobilizzandolo e Alec pizzicò le corde del suo arco chiudendo gli occhi per prendere la mira in direzione di lui. Sia Jace che Sebastian erano pieni di lividi, il sangue usciva da alcune feriti superficiali, ma il sorriso non abbandonava il volto di entrambi, nonostante tutto. Erano sorrisi freddi e spietati.
-Non posso permetterlo. – sussurrò Sam a voce bassa e a quelle parole Magnus voltò il viso verso di lei, guardandola con stupore. La sua espressione si tramutò in orrore non appena la ragazza parti di slancio frapponendosi tra l’arco di Alec e i corpi dei due.
-Ora basta. - Quasi urlò ma era troppo tardi, una freccia era già stata scoccata dall’arco di Alec, che sollevò lo sguardo su di lei, totalmente confuso.
A Sam sembrò di vivere la scena a rallentatore, la freccia che si avvicinava al suo corpo e Alec che le urlava qualcosa. Chiuse gli occhi pronta a subire il colpo, pronta a provare quel dolore. Ma non accadde nulla.
Sam abbassò lo sguardo, ai suoi piedi c’era del materiale carbonizzato. La freccia, pensò subito, era come se qualcosa l’avesse disintegrata, ma cosa? La risposta arrivò subito. Non appena sollevò lo sguardo incrociò quelli sbigottiti di Simon e Magnus che la fissavano, come se fosse un orso acrobata con indosso un tutù rosa. Lasciò scorrere lo sguardo intorno a lei, Alec si stava sollevando, dolorante, era come se qualcosa lo avesse sbattuto contro la parete posteriore a lui, lo stesso Jace, che tentava di rimettersi in piedi, tenendosi la schiena con le mani.
Alle sue spalle c’era Sebastian, aveva gli occhi socchiusi, il viso contuso di lividi. Per una volta il suo viso sembrava vulnerabile.
-Ma cosa… - farfugliò Jace, cercando con lo sguardo quello di Magnus che non si era ancora mosso.
Sam s’inginocchiò vicino al corpo di Sebastian. Non sapeva perché lo aveva protetto, ma in quel momento il suo pensiero era stato solo uno non poteva permettere che qualcuno gli facesse del male.
Il ragazzo aprì gli occhi e portando lo sguardo sugli occhi di Sam, sorrise. –Allora forse un po’ ti fidavi di me.- disse sollevando appena il busto.
-Zitto. - disse Sam, ma nel sentirlo parlare un peso si era dissolto dal suo stomaco, si sentiva più leggera e tranquilla. –Io andrò con loro, mi dispiace. - concluse, allungando una mano con la quale cercò quella di lui, stringendola.
-Sam…- disse lui, sollevandosi maggiormente, ma il suo corpo era scosso da dolori. -…non puoi, io devo... -
-Sh.- Ripeté la ragazza sollevando gli occhi, incrociando così quelli stupidi degli altri quattro. Riportò l’attenzione a Sebastian, chinandosi maggiormente su di lui. –Sono sicura che in te c’è qualcosa per cui valga la pena lottare. Lotta per salvare quello che resta di te Sebastian, non abbandonarti alle tenebre. –gli sussurrò portando le labbra contro la sua fronte e stampando un bacio leggero su esso. –Arrivederci. - concluse poi sollevandosi e dirigendosi verso i quattro.
-Questo sì che è un colpo di scena. - commentò Jace stringendosi le braccia al petto.
-Andiamo. - incalzò Sam a Magnus che annuì lentamente, prima che una luce bluastra si creava sulle punte delle sue dita.
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Shadowhunters - City of Ice.
FanfictionE' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità? Ma la domanda che continu...