Un leggero vento faceva vorticare la veste velata della donna intorno alle sue gambe, per quanto tentasse di liberarsi dallo strascico, quello continuava a insinuarsi tra esse, rallentando la sua corsa disperata.
Correva verso la sua meta senza soffermarsi per contemplare l’imponente panorama che le si erigeva attorno, probabilmente un occhio umano ne sarebbe stato estasiato, ma per Ariel quella era la sua quotidianità dal giorno della sua creazione. Era giunto il momento, lo sapeva. Il suo cuore lo sapeva.
Da giorni covava un senso di angoscia al quale non riusciva a porre fine, più volte si era sporta lungo la linea di confine - La linea lungo la quale da sempre controllava ogni passo della sua bambina. - tentando di metterla in guardia del pericolo a cui andava incontro.
Ricordava ancora quando quell’essere disgustoso aveva picchiato il suo corpo mortale, tentando di ucciderla. Quella volta Ariel non ce l’aveva fatta ed era intervenuta. Nessuno avrebbe osato toccare mai più sua figlia in quel modo. Per questo doveva correre, doveva avanzare con tutta la forza che aveva in corpo per raggiungere l’unica persona che poteva aiutarla. L’unica persona che amava quella bambina quanto lei.
La sua corsa disperata sembrava rovinare la placida calma che solitamente avvolgeva quel posto e non appena varcò il grosso arco sotto il quale lui era solito passeggiare, l’anima di Ariel s’infuocò come la prima volta alla sua vista.
Ma c’era qualcosa di diverso in lui. L’angelo non aveva il suo consueto aspetto, uno dei tanti che la donna amava, ma si dirigeva in direzione del confine con la sua corporatura mortale.
I capelli gli ricadevano in riccioli disordinati sulla fronte, la sua postura signorile tradiva una rigidità che confermava i pensieri di Ariel.
-Hesediel!- Lo richiamò avvicinandosi a lui e ponendo fine alla sua corsa disperata.
Gli occhi dell’angelo si allargarono e un guizzo di paura li attraversò. –Ariel.- Sussurrò. –Cosa ci fai qui? Lo sai, è…-
-Pericoloso. - Concluse lei al suo posto. –Lo so.- Continuò annuendo appena. –Come potrei dimenticarlo. - Mormorò amaramente.
- Non è saggio stare sulla linea del confine, lo sai. - La rimproverò lui, ma il suo tono di voce spezzato tradiva le sue parole.
-Hesediel.- Ripeté Ariel avvicinandosi a lui. –Ho visto delle cose, nostra figlia è in pericolo. Non posso lasciare che dei mortali versino il suo sangue. -
-Lo so.- Mormorò l’uomo. –Era lì che stavo andando. - disse poi.
Lei allargò gli occhi per la sorpresa. –E saresti partito senza avvertirmi? E’ nostra figlia. Come osi. -
-Lo faccio per proteggerti!- Esclamò Hesediel a denti stretti. –Lo sai a cosa andiamo incontro anche solo mostrandoci insieme. - Il suo tono di voce si ammorbidì nel pronunciare queste ultime parole.
Ariel abbassò appena il viso per poi sollevare nuovamente lo sguardo. –Che spezzino le mie ali in mille pezzi. Io verrò sulla terra con te, è mia figlia e la amo quanto te.-.
§
Sam strinse con forza le dita intorno al ciondolo che portava al collo ormai da una vita. Aveva perso la cognizione del tempo, non aveva idea di quanto tempo fosse trascorso da quando si era seduta su quel letto, sentiva la testa girarle vorticosamente e il peso della verità le era piombato addosso. Ma una parte di lei era felice, finalmente riusciva a spiegarsi il perché di tante cose. Perché i suoi l’avevano abbandonata, il perché del suo sentirsi fuori posto… Eh sì, anche perché ogni tanto abbrustoliva le persone.
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Shadowhunters - City of Ice.
FanfictionE' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità? Ma la domanda che continu...