Un rumore di passi riempiva il freddo corridoio di pietra. Era udibile lo scricchiolio dell’acqua che scorreva in copiose gocce in lontananza, come se stesse piovendo.
Ma a lui quel rumore non importava, era abituato ad udirlo e ormai non ci faceva più caso.
Al rumore dei suoi passi se ne aggiunsero altri e poi una voce impaurita rimbombò tra le mura. – Signore siamo pronti. -
Inarcò le labbra in un sorriso, lui odiava quel posto e una volta ottenuta la ragazza avrebbe regnato su ogni cosa. Lui avrebbe vinto, così com’era destinato a essere.
- Bene, almeno in alcune cose non siete così incompetenti come potrebbe sembrare. – Commentò mentre il rumore di passi si affievoliva in lontananza.Forse infondo non ci aveva mai creduto nessuno, sembrava troppo bello per essere vero, eppure quella volta Jace era davvero convinto che tutto fosse finito. Era sicuro che finalmente l’idea che Sebastian fosse a covare in qualche posto il suo oscuro piano, non avesse più attraversato la sua mente. Eppure. Eppure quell’essere, perché cosi doveva definirlo, era riuscito a farla franca nuovamente. Ma c’era una cosa che Jace non riusciva a spiegarsi, un pezzo di un puzzle che galleggiava nella sua mente nell’attesa di essere messo al suo posto, come aveva fatto?
Dal messaggio che avevano ricevuto dal conclave si diceva che nella sua cella non c’era nessuna forma di forzatura, come se fosse svanito nel nulla.
-Jocelyn, si dice che insieme lo stesso giorno sia evasa anche una ragazza, una mondana rinchiusa qualche cella più in là.- La voce ferma di Magnus attirò l’attenzione di Jace che smise di giocare con la sua stregaluce portando lo sguardo sul viso dello stregone.
-Perché avevano arrestato una mondana? E perché tenerla ad Alicante?- Chiese il cacciatore ritrovandosi con lo sguardo addosso degli altri presenti.
-Non ne ho idea. - rispose sinceramente Magnus poggiando le mani sul legno del tavolo.
Jocelyn si strinse le braccia al petto. –Penso che sia la ragazza, Magnus.-
- La ragazza?- Intervenne Isabelle che fino a quel momento era stata intenda a giocare con una delle sue trecce mentre con lo sguardo osservava il profilo delle case fuori dalla finestra.
-Non ditemi che stiamo parlando di quella. - sbuffò Jace.
-Sam?- Chiesero Simon e Alec all’unisono.
-Solo io non ho idea di cosa parlano?- Chiese a sua volta Isabelle, girando il viso verso Jace, ma dal suo sguardo non riuscì a intercettare nessun tipo di emozione.
-Zitti. - esclamò Magnus facendo calare il silenzio nella stanza. –Jocelyn dobbiamo trovarlo o sia per noi che per lei, sarà la fine.Quando Sam riaprì gli occhi, la stanza era inondata di luce, nonostante l’assenza di finestre, le lampade artificiali riuscivano ad adempiere quella mancanza. Il posto accanto al suo era vuoto, ma dal materasso schiacciato e le lenzuola stropicciate si capiva che in quel punto aveva dormito qualcuno, ma ora quel qualcuno non c’era più.
Dopo alcuni minuti decise di alzarsi dal letto e con passo pesante si ritrovò nel bagno, aprendo l’acqua calda per poi infilarsi nella cabina. Doveva prendersi un secondo per elaborare quello che era accaduto la sera precedente o rimandare per alcuni istanti il rimuginare?
Al sol pensiero arrossì, lasciando che l’acqua le ricadesse sulla guancia smorzando il calore formatosi sulla sua pelle.
Non lo aveva mai immaginato il quel modo, non aveva mai pensato di vedere un Sebastian così, eppure in quel momento era stato tutto perfetto, ma per quanto lei potesse fare chiarezza su quello che provasse non aveva idea di cosa potesse sentire invece Sebastian. Era così schivo su se stesso e forse Sam avrebbe dovuto pensarci di più invece di lasciarsi trasportare dall’impeto della situazione…Chiuse bruscamente l’acqua, basta, quel che era fatto era fatto, non poteva tornare indietro e poi… Lei non se ne pentiva per niente.
Uscì dalla stanza dopo aver indossato un paio di jeans stretti e una maglia larga con una fantasia a righe, avviandosi in direzione della cucina. La casa sembrava deserta, non c’era nessuna traccia né di Sebastian né di Shauna. Al quel pensiero una sgradevole sensazione le si formò alla bocca dello stomaco.
-Oh, chi ci fa l’onore di unirsi a noi. - La voce di Shauna riempì la stanza. Era intenta a sbattere qualcosa in una ciotola, il suo corpo era nascosto dietro l’isola della cucina e i capelli biondi erano raccolti in una coda. Era bellissima.
-Buongiorno. - Disse Sam sentendo la sua voce inaspettatamente bassa.
-Dormito bene?- Chiese l’altra sfoggiando un sorriso che di sincero aveva ben poco.
-Una meraviglia. -
Shauna le lanciò un ultimo sguardo per poi chinare nuovamente la testa, dedicandosi alle sue uova.
-Shauna.-
-Sì?- Chiese lei senza guardarla.
-Hai visto Sebastian?- Chiese Sam timidamente. –
Shauna alzò velocemente lo sguardo su di lei, lanciandole uno sguardo velenoso, annuendo appena. - E’ nel suo studio, non penso voglia essere disturbato, quando entra lì dentro è come se non ci fosse. -
Sam la osservò per alcuni istanti, lasciando ricadere le mani all’interno delle tasche dei jeans. Farò un tentativo allora. - Rispose voltandosi appena.
-Sam, ti ho detto che non puoi andare. - Le ordinò Shauna.
La ragazza si bloccò di scatto, girando appena il viso, mostrandole il proprio profilo. –E cosa ti fa anche solo pensare che io ti dia ascolto?-.

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Shadowhunters - City of Ice.
FanfictionE' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità? Ma la domanda che continu...