Capitolo 12.

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» Capitolo 12

                                 

Nessuno era in festa come quel giorno all’istituto di New York. Era da tempo che i vari componenti aspettavano che tutto questo accadesse, di poter finalmente considerate conclusa quella storia. Erano stati tanti gli occhi ormai vitrei che si erano chiusi sul campo di battaglia, tanti Cacciatori avevano perso la vita nell’epocale scontro con il figlio di Valentine e ora, dopo tanto sangue versato, si poteva porre la parola fine. 

Jocelyn Fairchild quel giorno aveva il viso più contratto del solito, nonostante il suo cuore doveva essere più leggero, era come se un masso le fosse piantato nello stomaco. Un masso così pesante che le impediva di respirare. Una domanda le passava, più e più volte nella mente, quale madre avrebbe gioito per l’imminente esecuzione del suo primogenito? Eppure tutti si aspettavano che lei fosse felice, finalmente era tutto finito. Jonathan, suo figlio, era chiuso in una cella ed era pronto a fare la fine che gli spettava, eppure, il cuore di Jocelyn non era mai stato così in conflitto con la sua mente. Forse perché quello era pur sempre il suo bambino, lo aveva odiato, ma più di lui aveva odiato suo padre per avergli fatto quello, Jonathan non aveva mai avuto l’opportunità di imparare ad amare. 

-Mamma?- La voce di Clary la fece voltare verso la porta, lasciando ricadere in maniera distratta la maglietta di cotone leggero che stringeva tra le dita. 

-Sì, tesoro?- Disse a stento, tentando di mandare giù il groppo che le si era formato alla gola. 

Gli occhi verdi di Clary scrutavano il suo viso con una venatura di preoccupazione, i suoi capelli ricci, rossi come i suoi, erano raccolti in una crocchia sulla testa fermati da una matita. Nonostante la sua statura minuta, la guardava in un modo che le dava autorità, facendola sembrare più grande. 

-E’ arrivato Magnus.- La informò sua figlia, esitando poi alcuni istanti sulla porta, e uscire. 

Jocelyn si trovò ad annuire in automatico, mentre si voltava in direzione dello specchio. Lo sguardo che le tornò era quello di una donna posata e sicura, i grandi occhi verdi risaltavano contro la carnagione chiara della sua pelle, mentre i capelli rossi le scivolavano morbidi sulle spalle. 

Qualsiasi cosa avrebbe voluto Magnus Bane, lei era pronta ad affrontarla, non avrebbe lasciato che l’affetto nascosto per un figlio che non aveva mai riuscito ad amare come una qualsiasi madre, l’avrebbe fermata nella sua giornata.  

La visita di Magnus non era del tutto prevista, aveva passato la mattinata a sistemare un abito che Clary le aveva chiesto in prestito per la festa organizzata all’istituto quella sera. Jocelyn aveva declinato l’invito, nel suo cuore sapeva che non c’era molto da festeggiare, non fin quando non avesse visto il corpo del ragazzo inerte. Come poteva una madre soffrire per la morte di un figlio e desiderarla nello stesso tempo? 

Non appena varcò la porta della cucina, incontrò da subito lo sguardo preoccupato dello stregone. 

Era vestito in modo stranamente sobrio, i capelli tirati in alto non erano cosparsi dai soliti brillantini e le gambe erano fasciate da dei jeans scuri a completo con una maglia blue notte. Con un cenno della testa le fece segno di sedersi e Jocelyn obbedì, tirando indietro una delle sedie del tavolo. 

-Abbiamo un problema. - Le disse lo stregone sottovoce mentre si guardava intorno, non voleva che Clary ascoltasse la conversazione. 

-Che succede Magnus?- Jocelyn usò lo stesso tono di voce, chinando appena la testa. Il suo sguardo fu subito attirato dagli occhi da gatto dello stregone, ogni strega aveva il suo segno caratteristico, e quello di Magnus aveva un che d’ipnotico. 

Shadowhunters - City of Ice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora