Capitolo 8.

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» Capitolo 8

Quando Sam entrò nella carrozza, tre paia di occhi si posarono sul suo viso.

-Cosa c’è?- Chiese, mentre tornava a sedersi vicino ad Alec, tentando di sistemarsi i capelli con la punta delle dita.

-Quello che hai fatto con la spada… -iniziò Will.

-E’ una cosa davvero strana. - concluse Jem.

La ragazza annuì lentamente, distogliendo lo sguardo dai loro volti. –Non lo nemmeno io.- Sussurrò con un filo di voce mentre girava il volto verso il finestrino, osservando con lo sguardo le facciate delle case. – Non lo so.- ripeté così a bassa voce che nessuno riuscì a sentirla.

Non distolse lo sguardo dal paesaggio che attraversavano con la carrozza, era come se le ombre prendessero forma, creando delle figure spretali lungo il ciglio della strada. Era udibile solo il rumore degli zoccoli dei due cavalli che guidavano la carrozza tra le strade deserte della Londra notturna.

Era tutto così confuso nella sua mente, c’erano tanti pezzi, ma nessun pezzo era rilevante per completare il puzzle. Non sapere cosa fosse la faceva sentire senza un posto, come se girasse in tondo su se stessa senza arrivare mai al capo di niente.

-Dove stiamo andando?- Chiese Alec, interrompendo il silenzio che era calato nell’ambiente.

-A casa di Camille.- rispose Will. –Non possiamo portala all’istituto, i vampiri non ci possono entrare. -

-Lo so.- disse Alec, come per ricordare al Nephilm che anche lui era un cacciatore.

Sam avvertì il peso dello sguardo di Jem sul proprio viso, così sollevò gli occhi, incontrando quelli argentati dell’esile cacciatore, rivolgendogli un leggero sorriso, come per dirgli “Va tutto bene”.

Il Nephilim ricambiò il suo sorriso, rassicurandola. Nonostante non conoscesse da molto quel ragazzo, aveva sentito subito di aver creato un legame con lui, l’aveva tratta con gentilezza e sembrava preoccuparsi dei suoi sentimenti.

§

Quando la carrozza si fermò i tre cacciatori scesero velocemente, lasciandola sola con Camille, che giaceva ancora svenuta, al suo interno.

-Controlliamo che sia sicuro. Ti chiamo io quando avremo finito, va bene?- le disse Alec prima di andare.

Sam si era limitata ad annuire, si sentiva così stanca, i suoi occhi cercavano solo un secondo di riposo, un istante poteva permetterselo, pensò, mentre accasciava la testa contro la parete del cocchio, rilassando del tutto i muscoli del corpo.

Ma qualcuno bussò contro la porta della carrozza. Sam, colta di sorpresa, scattò in piedi ad andando a sbattere la testa contro il tettuccio, massaggiandosi poi lo stesso punto con una mano.

-Chi è?- Chiese sull’attenti mentre cercava con le mani di recuperare un coltello dalla giacca che Will aveva lasciato sul sedile imbottito.

-Potrei farvi la stessa domanda, milady. - Una voce parlò attraverso la porta.

Sam ci mise due secondi per riconoscerla e aprire lo sportello con una velocità che non sapeva di possedere.

-Magnus!- quasi urlò per la gioia, posando lo sguardo sullo stregone e quando incrociò il suo dubbioso, pensò che probabilmente lui non la riconosceva.

Lo sguardo dell’uomo vagò nella carrozza e non appena vide il corpo di Camille accasciato di fianco a Sam, fece una smorfia. –Era proprio necessario, angioletto?- chiese e sul viso di Sam si formò un sorriso enorme.

Shadowhunters - City of Ice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora