Chapter 12

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Oh boy, e che si fa mo?
Mi tremano tantissimo le mani, per questo le nascondo in un nano secondo dentro le tasche altrimenti chi esce più viva dalla torre. Quanto vorrei dargli un colpo in testa e scappare più lontano possibile.
Dire la verità mi sembra una gran cazzata, preferisco pararmi il culo sinceramente.
Tanto verità o meno rimango comunque in guai molto seri, lo leggo nel suo sguardo.
Ho visto tante sfumature di questo stronzo bipolare: dolce, triste, pentito, ubriaco e playboy. Mai ero arrivata alla fase ira imminente.
Voglio continuare a dare calci nel didietro ad Iron Man, ovvio che sì, mi serve soltanto una scusa plausibile.
Pensa a qualcosa di divertente, pensa a qualcosa di divertente...ah giusto! Io non so nemmeno cosa sia il divertimento.
Provate a commuovervi idioti che non siete altro.
Vabbè oh, almeno una volta nella vita bisogna essere attori giusto?
-Ma tu sei tutto scemo!
Scoppio a ridere anche se non ne ho motivo, anzi cerco di rendere la risata il più divertente possibile e ovviamente l'unica reazione di Anthony è la mandibola che si indurisce fino a creare delle pieghe sulle guance.
No, non ha funzionato.
Adesso ho un ulteriore casino da cui tirarmi fuori, ottimo!
-Vuoi dirmi che Jessica Jones ha sbagliato?
Lo guardo pietrificata e addio risata.
Ed ecco che il genio sopraggiunge, facendogli toccare il mio nervo scoperto in fatto di essere sotto minaccia.
-Se mi dici di sì le farò molto, molto male.
Dice ghignando sardonico mentre scrocchia le nocche, sapendo di aver fatto bingo vedendo la mia espressione mutare.

Tutto peggiora quando sento qualcosa di fresco ma al tempo stesso bollente che mi riga una guancia: la lacrima

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Tutto peggiora quando sento qualcosa di fresco ma al tempo stesso bollente che mi riga una guancia: la lacrima.
Giochi così bene Tony, oh sei davvero astuto ragazzo mio.
Alla fine, davanti ad una situazione senza via d'uscita, io rimango sempre una bambina spaventata davanti al mostro dell'armadio.
Solo che un tempo aprendo quell'armadio nessuno usciva. Oggi sì.
Questa è la prova che io so soltanto giocare, non combattere nella realtà.
Alla fine nel gioco perdi o vinci non ha importanza, è soltanto finzione.
Percepisco dalla mente che Noce è pronta a partire, ma la fermo subito, oggi nessun genitore verrà a dirmi che non c'è nessuno nell'armadio.
Stark è fermo, impassibile, immobile.
Non so che fare. Giuro voglio soltanto andare a casa.
-Se decidi di scappare non avrai scampo, se decidi di rimanere ti farò scappare.
Mi scosto violentemente percependo le sue labbra sfiorarmi l'orecchio, il suo calore corporeo sta aumentando segno che Anthony si sta già preparando a qualcosa che richiede forza.
Sudo freddo.
Delle due scelte che mi ha dato esiste soltanto una soluzione: alla fine ti farai comunque del male.
-Sei così indifesa quanto tremi, così piccola e fragile che potrei ucciderti soltanto sfiorandoti.
Piango istericamente sentendo la sua mano venosa salire dal ventre verso l'alto, avvolgendosi come un pitone attorno al mio collo. Non riesco a smetterla di piangere, emetto lamenti disperati, eppure lui non sta affatto stringendo.
-Vuoi che diventi una storia come tutte le altre?
Chiede e la risposta è ovvia.
-N..o.
Alza un sopracciglio.
-Allora rispondi e continua a frignare mentre tengo la tua vita stretta nella mia mano.
Marca quella parola, quella maledetta parola.
Vuole mettermi nel panico, credo di saperlo.
Una lacrima arriva sul mento e Tony l'asciuga allungano il pollice, facendosi più vicino fino a sfiorarci il naso. Si alza e mi fa alzare, inclinando la testa, vuole sovrastarmi per incutermi timore.
Mi fa inginocchiare, sempre con la mano attorno alla gola.
Aspettando la mia risposta guarda se ci sono delle possibili vie d'uscita che possono aiutarmi.

-Jarvis oscura tutti i vetri e chiudi tutte le entrate e manda a casa ogni singolo essere vivente da questa torre

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-Jarvis oscura tutti i vetri e chiudi tutte le entrate e manda a casa ogni singolo essere vivente da questa torre.
Torna con lo sguardo su di me, sorridendo.
-Athy non ti faccio niente se rispondi, ma se continui a stare zitta...
Improvvisamente stringe la presa, i polmoni si bloccano e l'unica cosa che desidero è respirare.
Boccheggiando gli afferro il polso invano: è troppo forte confronto a me.
Le sue dita si toccano dietro al mio collo talmente sta stringendo, riducendo il panico ad un eufemismo confrontato a ciò che sto provando esattamente adesso. Chiudo gli occhi.
Non c'è nessun mostro dentro quell'armadio Athena, non c'è nessun mostro.
Singhiozzando gli faccio segno che voglio parlare.
Si inginocchia davanti a me, ma la mano allenta la presa pur sempre restando con il pollice davanti alla trachea.
-Ti giuro che non ne so nulla!
Altro purtroppo non so dire.
Fu come Tersite che insulta i grandi Achei.
-È la tua parola contro quella di una grandissima detective, Athena, sei sicura della tua risposta?
Le sue labbra mi sfiorano la punta del naso: è inquietante vederlo da così vicino.
Annuisco così vengo lasciata e io subito faccio la grande cazzata di alzarmi e correre via, ma Anthony è veloce ed immediatamente avvolge un braccio sullo stomaco per tirarmi indietro.
Stinge fino a farmi sentire la colazione di oggi salire verso l'alto.
Scalcio, infilo le unghie nel suo braccio, ma non molla.
Respira affannosamente, posando rude una mano tra i miei capelli e tirandoli all'indietro per farsi guardare.
-Allora perché scappi?
Non c'è nessun mostro dentro l'armadio Athena.
Nessuno.



*non ho voglia di correggere su, siate clementi. Ah e andate a leggere le storie di downeystories e helush-ka , l'ho già detto? Meglio, così raddoppiamo. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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G O O D   O L D   D A Y S   [ANTHONY STARK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora