Dopo aver riaccompagnato i ragazzi alle proprie abitazioni Xiumin e Chanyeol si fermarono a casa del maggiore. Il più piccolo aveva insistito molto sul bisogno di parlare e, nonostante le numerose proteste dell'altro, si era appropriato dell'interno divano, osservandolo con un ghigno sul viso simile a quello di qualcuno che aveva appena risolto uno dei più grandi misteri del mondo. Il biondo, stanco di essere fissato, sospirò frustrato, e prese posto sulla poltrona di fronte a lui.
<<Smettila di fissarmi in quel modo e dimmi cosa vuoi>>
Il moro a quelle parole ghignò nuovamente, fregandosi le mani prima di dar voce alla sua teoria.
<<Allora Hyung, sarò diretto. Ricordi il marchio di Jongdae?>> Il maggiore annui, sapendo già dove volesse andare a parare <<Bene, io credo che siano le tue iniziali>>
<<Non sono le mie!>> il biondo tagliò corto.
<<Non puoi esserne così sicuro. Oh avanti, pensaci un attimo. Tu sei tornato dalla Cina ieri sera. Durante la notte Jongdae è stato marchiato con delle iniziali che sono praticamente le tue, e oggi appena vi siete visti vi siete praticamente mangiati con gli occhi, e non puoi negarlo>>
Minseok non rispose. Effettivamente non poteva negare di aver sentito qualcosa scorrergli nelle vene nell'esatto momento in cui i loro sguardi si scontrarono. Ma non aveva minimamente collegato quella sensazione ai marchi. Sin da quel momento ne aveva rimosso ogni pensiero. Nascose il suo marchio, nel tentativo di nascondere con esso ogni ricordo. E in un certo senso aveva funzionato, ma bastava solo accennare a quel discorso per far tornare a galla quel dolore soppresso.
<<Non sono io, il discorso è chiuso>> scattò, tentando di non ricordare quel giorno.
<<Hyung non puoi scappare al tuo destino. Lo sai tu, come lo sappiamo tutti. Puoi far finta che non ti importi, puoi fare il duro quanto vuoi. Ma entrambi sappiamo quanto vorresti poter avere accanto la persona giusta per te. E ora che ne avresti la possibilità vorresti mandare tutto all'aria. Per cosa poi? Paura? Orgoglio?>> Chanyeol non si rese conto di aver alzato la voce, se non dopo aver visto il maggiore guardarlo con sguardo sorpreso. Non era un ragazzo che perdeva la calma facilmente, ma quando era in gioco la felicità dei suoi amici non poteva trattenersi.
<< Come posso basare la mia vita su dei stupidi marchi che non hanno fatto altro che portarmi sofferenza sin dal primo momento? È tutta una cazzata>>
Sapeva benissimo quanto avesse sofferto il suo amico in passato, e tutta quella sofferenza era legata alla storia dei marchi. Fu quello il motivo principale che lo spinse a trasferirsi in Cina per tutto quel tempo. Pensava fosse andato via per superare il tutto, invece in quel momento si rendeva conto che la sua fu solamente una fuga. Ha sempre ritenuto il suo Hyung una persona coraggiosa, lo aveva sempre stimato a avuto come punto di riferimento, non riusciva ad accettare la sua resa.
<<Ho sempre avuto molta stima di te, sin dal primo giorno. Ti ho sempre visto come un modello da seguire. Ti sei sempre mostrato forte e coraggioso. Ma quella storia ti ha cambiato. Posso capire come tu ti sia sentito, ma mi delude che invece che uscirne più forte tu ti sia fatto calpestare in questo modo. Quella non era la persona giusta per te, come tu non lo eri per lui. Ci avrebbe solo guadagnato ad averti al suo fianco. Ma guardati, lui è felice e sta vivendo la sua vita con la sua metà, mentre tu sei qui ad ostinarti che per te non possa esistere la felicità. Tu non sei destinato a rimanere da solo, ma se continui a comportarti in questo modo lo sarai, ma solo per colpa tua>> pronunciò quelle parole guidato dalla rabbia per la sua cocciutaggine. E dopo aver fatto trapelare la sua delusione attraverso i suoi occhi uscì di casa, sbattendo la porta alle sue spalle, lasciando il biondo immobile al suo posto avvolto dal silenzio. Avrebbe avuto modo di pensare e prendere le giuste decisioni per la sua vita. O almeno è quello che Chanyeol sperava.
Il minore raggiunse velocemente casa sua, chiudendosi poi in camera e gettandosi sul letto a osservare i soffitto. Ricorda ancora gli avvenimenti di qualche anno fa, le lacrime di Xiumin gli rimarranno impresse per il resto della sua vita. Era sempre stato sorridente e sicuro di sé, vederlo disperato in quel modo lo colpì profondamente, fino a fargli giurare che avrebbe fatto di tutto per la sua felicità. Ora ne aveva la possibilità, poteva rendere felice ben due dei suoi amici più cari, e non aveva intenzione di rinunciare. Gli avrebbe tranquillamente rinchiusi in quattro mura per mesi se ciò sarebbe servito. Non avrebbe raccontato a nessuno di quello che gli passava per la testa, ma avrebbe raggiunto il suo obbiettivo, in un modo o nell'altro.
STAI LEGGENDO
Hoewon - Xiuchen
RomanceSin dalla nascita si è parte di qualcosa, qualcosa più grande di sè stessi. Si appartiene a qualcuno, che si conosca o meno. C'è chi lo accetta e chi prova a scappare. Soulmates