<<Kai, questa non è la strada di casa mia>> urlò il ragazzo, cercando di farsi sentire nonostante il casco integrale.
<<Lo so>> rispose di rimando il minore, rimanendo concentrato sulla guida.
<<Ma allora dove stiamo andando?>>
<<Lo vedrai>> disse, sperando di poter chiudere lì il discorso. Aveva passato l'intera notte a pensare al rapporto fra lui è il maggiore, e la consapevolezza che quella notte sarebbe stato marchiato non gli dava pace. Si alzò dal letto, impossibilitato a dormire, e raggiunse la terrazza per guardare l'alba. In concomitanza con il sorgere del sole però, nella sua mente, sorse un'idea aiutandolo a prendere una decisione.
Una ventina di minuti dopo il minore fermò la sua moto davanti ad una piccola strada di cui non si vedeva la fine. Silenziosamente, ma con il sorriso sul viso, sfilò il casco dalla testa del ragazzo e lo invitò a seguirlo. Per tutto il tragitto il maggiore, curioso, non fece altro che riempirlo di domande, strattonandogli il braccio ogni tanto cercando di non essere ignorato.
<<Chiudi gli occhi>> parlò finalmente il grigio.
<<Perché?>> chiese, inarcando il sopracciglio.
<<Per favore Hyung>> lo invitò. Il corvino, dopo averlo osservato il silenzio per qualche secondo decise di acconsentire alla sua richiesta.
<<E ora?>> domandò, con le mani a coprire gli occhi.
<<E ora fidati di me>> rispose il minore. Si sistemò alle sue spalle e posò le mani sui suoi fianchi, guidandolo per la strada da percorrere, ricordandogli di tanti in tanto di fare attenzione e avvisandolo per possibili ostacoli davanti a loro.
Camminarono per qualche minuto, durante i quali il corvino fu tentato varie volte di aprire gli occhi, ma la voce del minore, così gioiosa e speranzosa fu come un blocco che gli impediva ogni movimento. E poi, anche se difficilmente lo avrebbe ammesso, sentire le sue mani così delicate sul suo corpo provocava in lui una sensazione piacevole accompagnata di tanto in tanto, grazie a dei loro piccoli movimenti, dei brividi che percorrevano tutta la sua schiena.
Il minore lo fermò, assicurandosi che i suoi occhi fossero ancora chiusi. Lo sentì allontanarsi di qualche passo, facendogli sentire la mancanza del suo tocco.
<<Ora puoi aprire gli occhi>> disse, non riuscendo a celare una traccia di ansia nella sua voce.
Il corvino finalmente lasciò cadere le sue mani lungo i fianchi, e la sua mascella seguì il loro movimento. Con gli occhi spalancati spostò varie volte il suo sguardo da quella fantastica vista al volto del ragazzo.
<<Allora?>> chiese.
<<È...è...bellissimo Jongin>> balbettò, ancora incredulo.
Davanti a lui si presentava una grande spiaggia, e ad abbellirla vi erano dei piccoli gazebi bianchi decorati da tendine in seta dello stesso colore. In uno di questi, vi era sistemato un tavolo elegantemente apparecchiato per due persone, e al centro vi erano delle candele la sua fiamma si legava al tenue sole del tramonto.
Il minore prese la sua mano, guidandolo il silenzio al suo posto. Da gentiluomo scostò la sedia aiutandolo ad accomodarsi, cosa che fece più perché trascinato dal momento, per poi prendere posto davanti a lui. Il corvino continuò imperterrito a guardarsi intorno. Studiò i piatti in ceramica, i bicchieri in cristallo, le sedie in legno laccate in bianco decorati da delicati cuscini.
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Hoewon - Xiuchen
RomanceSin dalla nascita si è parte di qualcosa, qualcosa più grande di sè stessi. Si appartiene a qualcuno, che si conosca o meno. C'è chi lo accetta e chi prova a scappare. Soulmates