I due ragazzi avevano percorso quasi l'intera area del luna park camminano l'uno affianco all'altro in silenzio. Uno totalmente imbarazzato dalla situazione, l'altro troppo occupato a pensare a cosa dire per dire qualsiasi cosa. Entrambi avrebbero voluto fruttare quell'occasione, il problema risultava essere nel come farlo. Qualsiasi cosa da dire o da fare sembrava sbagliata, ma nonostante questo la cosa più sbagliata sarebbe stata lasciare che quell'occasione gli scivolasse così facilmente via dalle mani. Ed era proprio quello che stava succedendo.
<<Mi dispiace>> parlò finalmente Jongin. Ma al sobbalzo dell'altro si rese contò di aver utilizzato un tono fin troppo alto, in netto contrasto con il silenzio presente fino a poco prima.
<<P...per cosa?>> balbettò Kyungsoo, guardandolo cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa.
<<Per...per questa situazione. Insomma, so che magari avresti preferito rimanere insieme agli altri invece che solo con me>> disse, abbassando lo sguardo e grattandosi la nuca. Il più piccolo era conosciuto, sia dai ragazzi che dalle ragazze, per la sua eterea bellezza. Tutti pensavano fosse un vero playboy, eppure, era tutto il contrario. Nonostante l'apparenza era molto timido e non aveva mai avuto una relazione. E specialmente in quel momento, davanti alla persona per cui aveva una cotta da mesi, non aveva la minima idea di come comportarsi. Tutto quello non era stato programmato, se non dal solo Chanyeol, aveva quindi paura che l'altro potesse annoiarsi in sua compagnia.
<<Nessuno di noi sapeva che sarebbe finita così. Ma penso che il gigante abbia ragione, quei due hanno bisogno di passare del tempo insieme>> disse tranquillamente <<E poi... stare in tua compagnia non è così male>> continuò, tentando di nascondere l'imbarazzo. Certo le parole scelte non erano delle migliori. Voleva far capire al grigio il fatto che apprezzasse la sua compagnia, ma non poteva di certo rischiare di lasciar uscire tutti i suoi sentimenti per poi vederseli sbattere in faccia. Temette però che le sue parole potessero venir travisate, così alzò il viso verso l'altro solo per trovarsi, con sua grande sorpresa, ad un dolce sorriso che lo lasciò senza fiato. Abbassò velocemente il viso, tentando di nascondere il rossore delle sue gote, portando la sua attenzione allo zucchero filato fra le sue mani, punzecchiandolo nervosamente.
<<Hyung>> lo richiamò.
<<Mh?>> mugolò, senza però guardarlo in viso.
<<Ti andrebbe se...>> si interruppe, guardandosi agitatamente intorno, prima di vanificare le sue parole <<Nulla lascia stare>>
Kyungsoo però, non accettò quel netto troncamento del discorso, troppo curioso di sapere cosa il minore avesse voluto dirgli.
<<Cosa volevi dirmi?>> chiese, sperando di riuscire l'altro a parlare.
<<Non è nulla di importante, davvero>> cercò di sviare, sperando che l'altro non insistesse, ma l'altro, quasi come se sapesse che effetto facesse su di lui non gli lasciò scampo.
<<Jongin, o parli o giuro che ti lascio qui e torno a casa>> il corvino era troppo curioso, non riusciva a non pensare a quali parole avrebbe potuto dire l'altro. tentò, con quelle parole di metterlo alla strette, temendo comunque che all'altro quella frase non facesse alcun effetto. Rimase sorpreso però dal constatare la sua vittoria.
<<Ti va di venire in un posto con me?>> chiese il grigio sospirando. L'altro risultò sorpreso, segno che si sarebbe aspettato quelle parole, ma nonostante questo accettò.
I due salirono sulla moto del minore che, non appena si fosse assicurato della salda presa dell'altro intorno alla sua vita, sfrecciò fra le strade buie della città. Jongin, in quel momento, desiderò che il tempo si fermasse, così da poter rimanere in quella posizione per un tempo a cui non aveva alcun interesse mettere fine. Alle sue spalle, Kyungsoo, si beava silenziosamente del calore che il corpo dell'altro emanasse fra le sue braccia. Senza rendersene conto, poso la testa su quella schiena così ampia e ispiratrice di sicurezza, odiando il casco così ingombrante. In quel momento preferì non curarsi delle conseguenze. Se il minore gli avrebbe chiesto una spiegazione avrebbe potuto usare come scusa il freddo. Non era poi così difficile credere che un corpo grande come il suo avrebbe potuto tranquillamente riparare il più grande dal freddo.
La moto cominciò a perdere adesione con il terreno, spaventando il corvino, che strinse la presa sul minore, e chiuse gli occhi. Pensò di ritrovarsi riverso sull'asfalto da un momento all'altro, ma la moto si fermò in perfetto equilibrio, tranquillizzandolo da quelle paure. Scese velocemente da essa e si sfilò il casco, guardandosi attorno, non riuscendo però a vedere altro che buio e poche luci in lontananza.
<<Hai avuto paura?>> ridacchiò Jongin.
<<Per niente>> brontolò.
<<E allora perché mi hai quasi rotto qualche costola?>> lo prese ancora in giro l'altro.
<<Avevo semplicemente freddo>> tagliò corto. Sì, Kyungsoo utilizzò la scusa del freddo, anche se non sapeva neanche lui il motivo per il quale mentì. O almeno, non lo sapeva a pieno. Non voleva di certo passare per un fifone, ma non prestando attenzione alla strada, troppo occupato in altro, come poteva sapere che la poca aderenza della ruote fu dovuta alla passaggio dall'asfalto ai sentieri terrosi di campagna <<Comunque, che ci facciamo qui?>> chiese curioso.
<<Ora vedrai>> disse solamente, accendendo la torcia del suo cellulare <<Andiamo>>
Per due persone però, camminare quasi totalmente nel buio, con solo quella piccola luce ad illuminare loro la strada non era facile. Il corvino, infatti, mise il piede nel posto sbagliato, rischiando di cadere rovinosamente per terra. Il minore però fu abbastanza veloce da afferrare la sua mano e sostenerlo in equilibrio.
<<Grazie>> rispose timidamente, stringendo quella mano. L'altro gli sorrise come ad accettare quel ringraziamento.
<<Credo sia meglio che sia io a guidarti>> disse, nascondendo però il suo imbarazzo <<Almeno fino a che non arriviamo>> concluse, voltandosi per riprendere la sua strada dopo che l'altro annuì in risposta. Continuarono così a camminare per un po', circondati dall'oscurità e i rilassanti rumori della notte.
<<Chiudi gli occhi>> disse, voltandosi verso il maggiore, che così fece. Pochi passi ancora, sentì i loro corpi frusciare contro i cespugli presenti, mentre l'altro lo guidava attentamente.
<<Ora posso aprire gli occhi?>> chiese, una volta fermi.
<<Sì>> rispose semplicemente l'altro.
Kyungsoo aprì lentamente gli occhi, trovandosi davanti ad uno spettacolo meraviglioso. Si trovavano in un punto molto alto, tanto da portare le luci della città a somigliare a tante piccole lucciole in movimento. Il cielo faceva da sfondo a quel paesaggio, alternando le sue stelle alle luci dei grandi grattacieli, mentre la luna vegliava dall'alto accarezzando le loro figure con la sua luce.
<<Questo posto è bellissimo Jongin>> disse, ancora a bocca aperta per la vista.
<<Lo so. Vengo spesso in questo posto quando ho bisogno di restare da solo. Anche con la luce del sole la vista è magnifica, ma nulla di paragonabile allo scenario notturno>> spiegò, tenendo gli occhi fissi davanti a sé.
Rimasero in silenzio per un po', godendosi tutto ciò che quel momento poteva dar loro. Qualsiasi parola avrebbe potuto rovinare l'atmosfera di quel momento, stonando con la bellezza della natura intorno a loro. Jongin guardò l'altro con la coda dell'occhio, felice dell'apprezzamento dimostrato per quel luogo che tanto amava.
<<Jongin>> lo chiamò, cercando la sua attenzione.
<<Si Hyung?>>
<<Perché mi hai portato qui?>> domandò curioso.
L'altro si voltò, guardandolo attentamente negli occhi con un dolce sorriso sul viso, prima di rispondere.
<<Perché volevo mostrarti la seconda cosa più bella del mondo>>
Il maggiore rimase in silenzio per qualche secondo, pesando attentamente quelle parole, una dopo l'altra.
<<E qual è la prima?>> domandò ancora.
<<Un giorno te lo dirò Hyung>> sorrise <<Ma non è questo il momento>>
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Hoewon - Xiuchen
RomanceSin dalla nascita si è parte di qualcosa, qualcosa più grande di sè stessi. Si appartiene a qualcuno, che si conosca o meno. C'è chi lo accetta e chi prova a scappare. Soulmates