Capitolo 3 - Taehyung

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Salita sull'auto, smisi subito di sentire il freddo: sia per il caldo che c'era in quell'auto, sia per l'imbarazzo di avere accanto il ragazzo a cui avevo fatto probabilmente una tremenda impressione

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Salita sull'auto, smisi subito di sentire il freddo: sia per il caldo che c'era in quell'auto, sia per l'imbarazzo di avere accanto il ragazzo a cui avevo fatto probabilmente una tremenda impressione. Il ragazzo mi diede un'occhiata e mi sorrise gentilmente.

Mi ucciderá molto lentamente...  Almeno sarò uccisa da un uomo affascinante...

"Avrei dovuto offrirle un caffè questa mattina, sembrava piuttosto scossa...se posso sapere, cosa le è successo?"

Il ragazzo interruppe il silenzio che si era formato e le mie idee malsane, e prima ancora che potessi inventarmi, mi guardò sorridente.

"Dove abita? Non mi fraintenda, vorrei poter portarla a casa sana e salva" chiese.

"Uhm...La ringrazio ma non pensavo di meritarmelo...il caffè, intendo. Le ho sporcato una camicia stamattina. E probabilmente le ho rovinato la giornata con i miei pianti" dissi in un mormorio, non rispondendo però alla domanda precedente.

"Rovinare a me la giornata?" disse ridacchiando.

Lo guardai ridere e pensai che la sua risata fosse il suono più piacevole del mondo e che il suo sorriso fosse contagioso e radioso. Un Dio orientale.

"No signorina, dovrei rimediare io siccome non ho provato a migliore la sua, di giornata" mi rispose lui.

"E' davvero gentile da parte sua.. Abito in centro a Tokyo, comunque, ma va bene se mi lascia in quel punto. Non siamo molto distanti" dissi poi ricordandomi della domanda precedente e anche perché, forse, per il suo sorriso cosi rassicurante, ispirava una certa fiducia. 

"Perfetto allora"

Dopo aver detto ció, disse qualcosa al suo autista e quest'ultimo prese una direzione.
Provai ad indovinare in che lingua gli avesse dato l'ordine, forse coreano, forse cinese, sicuramente non in giapponese.

Eravamo in un auto di lusso, una di quelle che le celebrità usano o comunque persone di un certo calibro e con un certo budget. Aveva i vetri oscurati e l'auto stessa era di un nero lucido splendente. I sedili erano comodi e confortevoli, simili a quelli del divano a casa mia.

"Posso chiederle come si chiama?" mi chiese, risvegliandomi dal mio analizzare l'auto.

"Sofia, vengo dall'Italia. E' due mesi che ormai vivo qui" risposi, riflettendo sulla mia buona sensazione nei suoi confronti. Se lui non era una brava persona, non mi sarei fidata più di nessun altro. 

"Piacere Sofia, io sono Kim Taehyung. Io vengo dalla Corea invece" mi rispose.

"Dalla Corea? Dicono che sia un paese bellissimo oltre che all'avanguardia"

"Lo è..." disse con un tono un po' malinconico e quasi mi fece sentire in colpa di quella affermazione.

"Che ci fa in Giappone se la sua casa è la Corea allora, se mi permetto?"

"Affari. Mi dia del tu, la prego"

"Va bene, mi dia del tu anche lei"

"Okey Sofia"

"Okey Taehyung"

Mi pentì di averlo detto in modo cosi schietto, ma lui non fece altro che guardarmi con quel sorriso, facendomi sentire ancora più in imbarazzo ma subito meno insicura.
Notai che eravamo fermi da un po' anche se il tratto per casa mia era piuttosto breve.
La neve aveva destabilizzato un po' tutti, inusuale per dei tipi come i giapponesi.
Taehyung interruppe il silenzio chiedendomi che lavoro facessi. Gli risposi che lavoravo nel caffè "Kawaii" vicino al piccolo negozio di alimentari, poiché nonostante avessi messo dei risparmi da parte dall'Italia, non mi sarebbe bastati comunque. Gli dissi pure che stavo studiando giapponese e che dovevo scegliere una seconda lingua orientale il prossimo anno.

"Scegli il coreano Sofia" mi rispose, quando gli chiesi un parere.

"Prenderò in atto questo consiglio"

"Conosci tante lingue?"

"Uhm...Si puó dire di si. Conosco l'italiano, l'inglese, lo spagnolo e sto imparando il giapponese"

"Wow, incredibile...Io vorrei imparare l'inglese, sono una frana"

"Potrei insegnartelo io"

La mia voce sembrava quasi maliziosa, anche se non era proprio la mia intenzione.

"E io potrei insegnarti il coreano" rispose poi lui.

Non potevo fare a meno di pensare a quanto la sua voce fosse bella.
Mi resi conto che ero insieme a lui in quella macchina ed eravamo da soli, o quasi, l'autista non contava.

"Bene siamo arrivati, c'era un po' di traffico, è davvero strano che succeda in Giappone..." disse poi Taehyung sorridendomi dolcemente. 

Pensai che fosse una coincidenza che proprio quella sera ci fosse tanto traffico. Pensai fosse una coincidenza anche essere li, in quella macchina con un ragazzo di cui l'unica cosa che sapevo era che fosse coreano, che avesse una meravigliosa voce e che il suo sorriso avrebbe potuto riportare la pace nel mondo. 

Quando sorrideva, i suoi occhi a mandorla diventavano più piccoli, lasciando spazio ai suoi denti perfetti che creavano un sorriso dolce e tenero.

Scesi dalla macchina e Taehyung fece lo stesso.

"Grazie tante Taehyung. E' stato un piacere conoscerti. Vorrei poter ricambiare il favore lavandoti la camicia che ti ho sporcato stamattina..."

"Allora facciamo cosi. Io domani ti offro un caffè e tu mi lavi la camicia che tanto desideri. Sennò poi stanotte avrai degli incubi a riguardo..." disse ridacchiando e io lo seguì.

"Okey, affare fatto"

"Affare fatto Sofia" disse e poi rientrò in auto solo per porgermi tra le mani un sacchetto di carta con all'interno la camicia di stamattina, probabilmente con l'intenzione di portarla a lavare, e infatti feci caso al fatto che l'aveva già sostituita con una pulita. Tuttavia poi, inaspettatamente, avvolse la sciarpa che aveva al collo al mio, prendendomi alla sprovvista.

Dopo di che, si affrettò ad entrare in quella macchina lussuosa, abbassò il finestrino e mi salutò con entrambe le mani sorridendo come un bambino, rendendosi incredibilmente adorabile.

Affondai il naso nella sciarpa che Taehyung mi aveva dato.

Aveva un odore buonissimo.

Idol | BTS [In revisione...]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora