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Prima di lasciarvi al capitolo voglio ringraziarvi! Per avere accolto così bene il primo, per avermi dato di nuovo fiducia. Spero di non deludervi. ❤ Vi lascio al secondo, ci tengo però a precisare che non so quando arriverà il prossimo. Con l'università non riesco a programmare molto purtroppo, ma scriverò il prima possibile! Un bacio e grazie ancora!!! Buona lettura!

Claudio

Certi momenti ti cambiano per sempre. Questione di minuti, di secondi e tutto ciò che conosci, tutte le tue certezze, si sgretolano e precipitano giù. È in quei momenti, nei momenti di tempesta, quelli belli da togliere il fiato o brutti da ucciderti, che te ne rendi conto. Siamo esseri mutevoli, cambiamo continuamente, cresciamo. Siamo il risultato delle nostre azioni, delle nostre decisioni, di ciò che subiamo. Basta un attimo, una scelta sbagliata, un abbraccio troppo lungo, un saluto troppo breve, per cambiare la nostra vita per sempre. E Claudio non lo sa, perché in fondo non lo sappiamo mai e forse è meglio così. Claudio non lo sa, ma in quella notte, la notte che lo segnerà per sempre, tutto sta per cambiare. Da quella notte Claudio ne uscirà diverso. Basta un secondo per annullare le certezze di una vita intera.
Claudio e Mario si scrutano in silenzio per minuti interi, le birre di fronte a loro ancora intatte, gli occhi che bruciano, il calore che incendia la pelle. Si guardano, si scrutano, si desiderano, le ginocchia che si sfiorano appena e le spalle che si scontrano ad ogni più piccolo movimento. Ma nessuno dei due sembra infastidito da quel contatto, da quella vicinanza. Anzi, come se non fosse già tutto abbastanza intenso, Mario si fa ancora più vicino, permettendo ora anche alle loro mani di sfiorarsi appena. Ora è Claudio a incastrare il suo sguardo in quel nero, in quei due pozzi profondi. E per la prima volta da quando ha conosciuto Mario non ha intenzione di distoglierlo. Dagli occhi passa a scrutare  quelle labbra perfette e carnose, immaginando con un brivido che cosa si possa provare a sfiorarle, a morderle, a baciarle. E finalmente, per la prima volta, è Mario a distogliere lo sguardo, portandolo sulla birra di fronte a sé e bevendone subito dopo un sorso.
Claudio sorride compiaciuto, prima di bere anche lui un po' della sua. Se quel ragazzo di fronte a lui ha tanta voglia di sfidarlo, deve fargli capire subito con chi ha a che fare. Claudio Sona non si imbarazza mai. Claudio Sona ottiene ciò che vuole sempre. E di certo non si fa mettere i piedi in testa da una matricola.
"Sei una matricola?" Gli chiede quindi, anche se conosce già la risposta. La conosce da quando ha visto Mario poco prima guardarsi intorno felice e spaesato, scrutare tutte quelle facce nuove tra le quali non sembra averne neppure una amica.
Mario torna a puntare gli occhi su di lui, sorridendo appena.
"Sì." Risponde semplicemente, tornando a fissare Claudio con sguardo di sfida. E Claudio deve ammetterlo, non ha mai conosciuto nessuno tanto in grado di metterlo in difficoltà. È sempre lui quello sicuro, quello che sa cosa dire, cosa fare. E gli viene naturale. Con Mario ha quasi paura di muoversi.
"È così evidente?" Gli chiede curioso l'altro. Ora è Claudio a sorridere appena.
"No, soltanto un po'. Cosa studi?" E anche questa è una novità. L'interesse per chi ha di fronte. Se fosse stato chiunque altro adesso starebbero già nei bagni del locale o in auto a scopare. A Claudio in fondo non è mai importato molto di conoscere chi si porta a letto. Tanto l'indomani non se ne ricorda neppure il nome. Eppure c'è qualcosa in Mario. Qualcosa che lo incuriosisce, che lo spinge a volerlo conoscere prima di qualsiasi altra cosa.
"Psicologia." Claudio si lascia andare a una risata sorpresa.
"Ti piace psicanalizzare la gente?" Gli chiede scettico. Mario sorride.
"No. In realtà mi piace aiutarla." Claudio lo osserva, sorpreso da quella risposta. Lui non crede nel potere del dialogo. Non crede che chi sta male, male davvero, possa essere aiutato con le parole o l'ascolto.
"Sì beh...punti di vista." Risponde vago. L'altro sembra riuscire a cogliere la provocazione, perché sorride appena, ma forse non ha poi tanta voglia di approfondire quel discorso.
"E tu invece Sona? Sei una matricola?" Gli chiede Mario, osservandolo con interesse.
"No, sono al terzo anno. Studio lettere. Voglio diventare un insegnante." Esclama compiaciuto. Perché lo studio è da sempre l'unica cosa che a Claudio importa. Ha sempre amato la letteratura ed è da quando era piccolo che sogna di trasmettere quello stesso amore agli altri.
Mario sgrana gli occhi sorpreso.
"Tu? Ma che davvero?" Gli chiede, trattenendo un sorriso che infastidisce subito Claudio.
"Sì. È così strano?" Risponde piccato. Ora Mario sorride apertamente. E basta quello a fare sciogliere Claudio.
"No è che...insomma...tutti quei tatuaggi...io non ho mai avuto un professore tanto figo." Gli dice ammiccando. E Claudio spera con tutto se stesso di non essere appena arrossito. Ma a giudicare dal caldo che improvvisamente sta sentendo non ne è così sicuro. Cerca di raccogliere tutta la sua sicurezza e strafottenza che ora sembra nascosta in qualche angolo recondito di lui.
"Era un complimento per caso?" Chiede sicuro, osservando l'altro curioso e interessato e facendosi più vicino, portando le gambe su quelle di Mario, che ora sembra finalmente imbarazzato tanto quanto lui.
"Sì, ma non montarti la resta." Gli soffia sulle labbra. E Claudio è attraversato da mille brividi. È come se tutto il suo corpo, ogni fibra nervosa, ogni più piccola parte, fosse attraversata da una scarica elettrica. Si ritrova a perdersi in quel nero, ad essere totalmente in balia di Mario.
"Ti va di andare a ballare?" Sussurra ancora l'altro, questa volta spostandosi sul suo collo e lasciando un piccolo bacio umido. Claudio si ritrova a sospirare e a non avere la capacità di proferire parola. Si limita ad annuire, prima che un colpo di tosse imbarazzato interrompa quel momento, facendo voltare entrambi. Luca è di fronte a loro e sorride divertito.
"Scusate se vi interrompo...Clà io vado, si è fatto tardi. Torno a piedi così faccio due passi, ti lascio la macchina ok?" Claudio sorride grato al suo amico. Luca lo conosce bene e sa che l'auto potrebbe servire a Claudio per passare la serata da solo con Mario o per accompagnarlo a casa.
"Ok, grazie Lù! Ci vediamo a casa." Gli risponde. L'amico gli sorride accarezzandogli la spalla, prima di voltarsi e andare via. E torna prepotente quella sensazione sconosciuta. Quell'angoscia che tormenta Claudio da tutta la sera. Cerca di scacciarla via, mentre afferra una mano di Mario e lo trascina in pista con sé. L'altro gli sorride, mentre si avvicina sempre di più a lui, portando le mani suoi suoi fianchi e  facendo scontrare i loro bacini. Si muovono talmente vicini da sembrare un corpo solo, Claudio con il viso nell'incavo del collo dell'altro a tracciare una scia di baci umidi e con le mani ad accarezzargli piano la schiena. Sente Mario rabbrividire quando si sofferma su una vena sporgente del collo dell'altro e lo sente gemere piano quando ne traccia il contorno con la lingua. È Mario ad afferrargli con forza il viso e a portarlo a pochi millimetri dal suo. Lo osserva con un'intensità tale da farlo sentire in imbarazzo, prima di poggiare piano le labbra su quelle di Claudio. È un bacio lento, che diventa frenetico quando entrambi schiudono le labbra permettendo alle loro lingue di scontrarsi e accarezzarsi. Sono lì, in mezzo a tutti quei corpi sudati e accaldati, con quella musica assordante che fa da sottofondo, ma è come se fossero solo loro. Come se non ci fosse nessun altro se non loro. Riescono quasi a sentire il suono dei loro respiri irregolari in quel boato di suoni e colori. Si staccano solo quando entrambi ansimano a corto di fiato, Mario che accarezza con dolcezza una guancia di Claudio e gli sorride appena. È Claudio ad aver di nuovo bisogno di quel contatto perfetto e le loro labbra si incontrerebbero di nuovo se non fosse per la vibrazione insistente del suo telefono. È da più di dieci minuti che la ignora, per questo quando finalmente si decide ad afferrare il cellulare in tasca e a staccarsi controvoglia dal corpo bollente di Mario sbuffa rumorosamente.
Il nome di Paolo compare sul display. Risponde, gridando per sovrastare il caos attorno a lui.
"Pà, che cazzo vuoi? Ti conviene avere un ottimo motivo per avermi interrotto!" Esclama, sotto lo sguardo divertito di Mario.
"Dove sei?" La voce di Paolo è fredda, glaciale. Spenta. E di nuovo torna prepotente quella sensazione. Quel vento freddo. Il vuoto alla bocca dello stomaco.
"Paolo cosa è successo?" Chiede spaventato, stringendo forte il cellulare. Ha quasi paura di romperlo.
"Clà, Luca ha avuto un incidente."

Sarò quel vento che ti porti dentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora