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Questo è l'ultimo capitolo, manca solo l'epilogo. Vi ringrazio, come sempre, per le letture e i commenti e per aver letto questa storia fino alla fine. Ringrazio in particolare Michi per le idee che mi ha dato per questo capitolo. Prometto di pubblicare l'ultimo il prima possibile, buona lettura!

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"C'è un uomo, in questa locanda, che ha un buffo nome e che studia dove finisce il mare. In questi giorni, mentre ti aspettavo, gli ho raccontato di noi e di come avessi paura del tuo arrivo e insieme voglia che tu arrivassi. E' un uomo buono e paziente. Mi stava ad ascoltare. E un giorno mi ha detto: "Scrivetegli". Lui dice che scrivere a qualcuno è l'unico modo di aspettarlo senza farsi del male. E io ti ho scritto. Tutto quello che ho dentro di me l'ho messo in questa lettera. Lui dice, l'uomo col nome buffo, che tu capirai. Dice che la leggerai, poi uscirai sulla spiaggia e camminando sulla riva del mare ripenserai a tutto, e capirai. Durerà un'ora o un giorno, non importa. Ma alla fine tornerai alla locanda. Lui dice che salirai le scale, aprirai la mia porta e senza dirmi nulla mi prenderai tra le braccia e mi bacerai. Lo so che sembra sciocco. Ma mi piacerebbe succedesse davvero. E' un bel modo di perdersi, perdersi l'uno nelle braccia dell'altra."

Mario

Passa una settimana. Il tempo è incredibilmente lento quando trascorre nel modo sbagliato. E per Mario i giorni, le ore, i minuti, perfino i secondi sono diventati incredibilmente lunghi. Non ha più avuto notizie di Claudio dopo quell'incontro in quel vicolo stretto. È scomparso e la mancanza lo lacera dentro. Sente un vuoto nel petto, un senso di distacco da tutto, una lentezza asfissiante che lo avvolge, notte e giorno. Va avanti, vive la sua vita, lavora, esce con Valentina. Ma tutto gli sembra quasi inutile, privo di senso. Ogni minuto senza Claudio è troppo lungo. E troppo vuoto. Tante volte ha afferrato il cellulare con la voglia di cercare quel numero in rubrica. Di sentire la sua voce. Gli basterebbe anche solo sapere che lui stia bene. Anche solo sentire il suo respiro gli darebbe un minimo sollievo. Ma non lo fa. Si impone di non farlo, per quanto Vale gli consigli il contrario. Lo ha allontanato perché Claudio non è ancora pronto, non ha ancora abbandonato tutti i suoi fantasmi. Chiamarlo significherebbe solo ritrovarsi di nuovo entrambi in quel baratro da cui a fatica sono riusciti a uscire.
E poi però succede. È una mattina che sembra come tutte le altre. Parte con tutta l'aria di dare il via a un'altra giornata monotona, priva di senso. Mario compie le stesse azioni di ogni mattina. Una doccia veloce, caffè, si prepara per andare a lavoro, afferra le chiavi, apre la porta. Ed è lì che cambia tutto. Cambia tutto quando inciampa su quell'oggetto per terra e abbassa lo sguardo. Lo vede lì, quel diario verde, proprio davanti alla sua porta, per terra. Sulla copertina due sole parole, il carattere grande e deciso.
"Per Mario"
La scrittura di Claudio. Mario la riconosce subito. E capisce che quella non sarà una giornata come le altre. Una di quelle giornate fredde e monotone e prive di senso. Gli basta guardare quel diario per capirlo. Gli basta abbassarsi sulle gambe e afferrarlo con dita tremanti ma decise. Rientra dentro. Si siede. E sta lì, con quel piccolo quaderno sulle gambe, per minuti, immobile. E poi capisce che deve aprirlo. Glielo deve. Quello è un regalo per lui. E anche se ha paura, anche se sa che su quelle pagine potrebbe esserci qualsiasi cosa, che su quelle pagine potrebbe esserci un addio, non può fare altro che leggere. Tutto, fin dall'inizio.

23 Marzo
Sono arrivato a Verona questa mattina. È sempre la stessa, ha sempre quella magia, quell'aria, quel profumo di casa, anche se ormai non è più casa mia. Sono andato subito dai miei e questo è strano, perché fino a qualche mese fa mi sarei nascosto in qualche stanza d'albergo. Ma oggi no. Oggi sono tornato da loro, a testa alta. Li ho abbracciati forte ed è stata la cosa più bella che potesse capitarmi negli ultimi giorni. Mi hanno subito chiesto di te. La cosa dovrebbe sorprendermi, eppure non l'ha fatto neppure un po'. Tu sei speciale, hai quella luce che è solo tua. Tu entri dentro le persone, cambi la loro vita. Basta un secondo per amarti. A me è bastato anche meno. Sono felice perché ora so cosa fare e non vedo l'ora di farlo.

Sarò quel vento che ti porti dentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora