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"I never knew you were the someone waiting for me.
'Cause we were just kids when we fell in love. 
Not knowing what it was...
I will not give you up this time."

Mario

Ci sono cose belle, ma belle da togliere il fiato. Cose che Mario ha fatto, ha visto, cose che ha amato. Dalle più semplici alle più incredibili. La cioccolata calda il pomeriggio tra un libro e l'altro, quando fuori nevica. Il mare in tempesta in inverno, quando è talmente spaventoso che davvero potrebbe inghiottire tutto, ma tu sei tranquillo, sei al sicuro sulla spiaggia a goderti quello spettacolo. La vista dalla montagna più alta, all'alba, quando c'è ancora freddo e il sole sorge regalando mille sfumature, mille colori. Arrivare in una città nuova e sentirsi già a casa. Fare un albero di Natale del suo colore preferito. Abbandonare le paure e vivere. Fregarsene di ciò che pensa il mondo. Aiutare una persona che sta male, male davvero, a stare meglio, a ricominciare, ad essere felice. Mario di cose belle da togliere il fiato ne ha viste, ne conosce tante. Eppure Claudio che dorme, con il ciuffo scompigliato, la bocca leggermente aperta, tutti quei tatuaggi sul petto e le braccia grandi a stringerselo addosso è in assoluto la cosa più bella che abbia mai visto, di questo è certo. Lo osserva per un po', come ipnotizzato da quella visione, respirando forte il profumo della sua pelle. Lo osserva e mille brividi lo pervadono al pensiero di quella serata bellissima che hanno passato insieme, di quello che è successo dopo. È stato con tanti uomini nella sua vita, forse troppi. Eppure con nessuno ha mai provato quella sensazione. Quella di stare bene sul serio, di sentirsi nel posto giusto al momento giusto. Di non desiderare altro se non un altro bacio, un'altra carezza, per perdersi ancora nell'altra persona. Non è stato sesso. È stato trovarsi finalmente nel suo posto nel mondo. È stata la sensazione più bella, più incredibile della sua vita. E ne ha una paura fottuta. Perché ora sa, dopo averla provata, di non poterne più fare a meno. Lascia un bacio sul petto scoperto di Claudio. L'altro dorme ancora profondamente. Si volta ad osservare l'ora sul display della sveglia. Sono le 7 ed è domenica mattina. Può permettersi di dormire un altro po' nel suo posto perfetto. Si accoccola tra le braccia di Claudio, sentendo l'altro stringerlo un po' più forte nel sonno. Non passa molto prima che si riaddormenti.

***

Il suono di qualcosa che cade forte per terra lo fa sobbalzare. Sbadiglia sonoramente, accorgendosi solo dopo qualche secondo di essere solo nel letto. Claudio non c'è, ma il suo profumo è ancora forte sul cuscino. Un altro rumore forte proveniente dalla cucina lo scuote dai suoi pensieri.
"Clà?" Urla, per cercare di capire se l'altro sia ancora vivo. Ma dall'altra stanza non arriva nessuna risposta. Si alza quindi ancora intorpidito per raggiungerlo. E quando entra in cucina gli si presenta agli occhi una scena che davvero vorrebbe vedere sempre, ogni mattina. Perché Claudio lo vuole nella sua vita, lo vuole davvero, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Un sorriso si fa spazio spontaneo quando si perde ad osservare Claudio in boxer, con i capelli ancora tutti spettinati, intento a preparare la colazione. Una quantità incredibile di stoviglie è sparsa per la cucina. Claudio fa cadere l'ennesima pentola, imprecando subito dopo e facendolo sorridere ancora di più. Mario gli si avvicina silenziosamente, arrivando a pochi millimetri di distanza dalle spalle dell'altro, troppo intento a cucinare chi sa cosa per accorgersi della sua presenza. Gli cinge i fianchi, lasciandogli un bacio sulla spalla. Claudio sobbalza sorpreso, per poi rilassarsi subito dopo e lasciarsi andare contro di lui.
"Buongiorno!" Gli sussurra Mario all'orecchio, mordendogli appena il lobo e respirando forte sul suo collo.
"Che fai Sona? Stai combattendo una guerra contro le pentole?" gli chiede poi divertito. L'altro si lascia andare a una risata rilassata, mentre si volta verso di lui. E Mario per un attimo perde il respiro. Con gli occhi verdi di Claudio a pochi centimetri dai suoi, le sue labbra piene e perfette. È bellissimo, non può fare a meno di pensarlo continuamente. È perfetto.
"Ti ho svegliato? Scusa, stavo cercando di preparare la colazione." Gli dice Claudio leggermente dispiaciuto, accarezzandogli la guancia. Mario sospira e perde un po' il fiato a quel tocco.
"Hai dormito bene?" Gli chiede poi, perché deve essere certo che Claudio stia bene come lui. Che sia felice come lui.
"Benissimo." Gli risponde l'altro senza bisogno di rifletterci neppure un po' e regalandogli uno dei suoi sorrisi più belli.
"È bello averti qui." Gli dice Mario. E spera che Claudio lo capisca. Quanto per lui sia speciale quella giornata, quanto sia bello averlo accanto, lì nella sua cucina, a preparare la colazione. Quanto per lui sia bello sentirsi parte di lui. Sentirsi parte della vita di Claudio. Spera che lo capisca quando Claudio non va via, quando decide di passare la giornata lì con lui senza che Mario lo abbia neppure chiesto. Anche se forse un po' lo ha fatto. Silenziosamente, con gli occhi. Quando fanno colazione e Claudio gli tira addosso la spremuta d'arancia con la cannuccia, ridendo fragorosamente alla vista della sua faccia sconvolta. Quando stanno tutto il pomeriggio sul divano, stretti sotto le coperte, con un film alla tv che nessuno dei due ha intenzione di seguire, troppo impegnati a osservarsi a vicenda, a stringersi, a baciarsi. Quando Claudio salta sul letto cantando le canzoni dei cartoni animati mentre lui cerca di dormire un po'. Ed è incredibile questo Claudio che non aveva ancora conosciuto. Così felice, allegro, spensierato. Così diverso dal Claudio spaventato, triste e solo che solo qualche mese fa ha messo piede nel suo studio. È mentre lo osserva saltare e cantare fingendosi scocciato che Valentina lo chiama. Risponde, cercando di chiedere all'altro di abbassare la voce, ma Claudio non fa altro che cantare più forte, buttandosi poi su di lui.
"Oi amò! Ahi cazzo, Clà!" Esclama, massaggiandosi la gamba su cui l'altro si è buttato in modo per niente delicato. Claudio scoppia a ridere, stampandogli un bacio sulle labbra.
"Mario, sei tu? Ho sbagliato numero?" Gli chiede Valentina perplessa.
"No amò scusa. Dimmi..." Le risponde, cercando di concentrarsi sull'amica, mentre Claudio ha preso a lasciargli piccoli baci sul collo.
"Ma stai bene?"
"Si è che...c'è Claudio qui." Ammette alla fine, sorridendo appena. E ovviamente Valentina ha una delle sue tante reazioni pacate.
"Oddio, il ragazzo bellissimo del bar? Lui?!! Lo sapevo io!" Grida Valentina, mentre Claudio, sentendo perfettamente tutto ciò che la sua amica sta urlando all'orecchio di Mario, smette la tortura sul suo collo, prendendo ad osservarlo divertito. E Mario vorrebbe sul serio sotterrarsi adesso.
"Vale, ti chiamo dopo ok?" La interrompe, chiudendo la chiamata prima che l'altra possa replicare facendogli fare una figura ancora più pietosa.
"La tua amica mi è sembrata un po' euforica." Gli dice Claudio, nascondendo un sorriso divertito. Mario si limita a scrollare le spalle in imbarazzo.
"Deve essere bello..." Continua allora Claudio, e il velo di tristezza che aveva abbandonato i suoi occhi per tutto il giorno ricompare.
"Cosa?" Gli chiede Mario, accarezzandogli delicatamente il braccio.
"Avere ancora la tua migliore amica. Poterla vedere, poterle parlare ogni giorno. Io... Ho Paolo e sono fortunatissimo, non so come farei senza di lui. Ma... Sai quando mi hai raccontato del fatto che Valentina sia stata la prima a sapere della tua omosessualità?"
Mario annuisce, incitandolo a continuare.
"Beh, Luca è stato il primo a cui ho detto di essere gay. Era la persona di cui mi fidavo di più al mondo. Siamo cresciuti insieme e lui c'era sempre per me. Quando gliel'ho detto lui non era per niente sorpreso. Mi ha sorriso e mi ha detto che lo aveva sempre saputo. E poi mi ha detto che non vedeva l'ora di vedermi innamorato." Claudio sorride, scuotendo la testa.
"Si incazzava quando vedeva che non mi impegnavo con nessuno. Lui si è fidanzato con Silvia che erano ancora piccolissimi. Diceva che l'avrebbe sposata, che sarebbe stata la madre dei suoi figli. Si amavano tanto. Non la vedo dal funerale, credo che lei mi odi." Claudio sospira scuotendo la testa, con un velo di tristezza nello sguardo. Mario gli solleva il viso, portando i loro sguardi a incrociarsi.
"Credo che nessuno riuscirebbe mai ad odiarti Clà." Gli dice. Ed è sincero. Come si potrebbe odiare una persona talmente bella? Lo crede impossibile. Claudio gli sorride.
"Tu a lui saresti piaciuto di sicuro." Gli dice semplicemente.
"Si?"
Claudio annuisce in risposta, prima di lasciargli un bacio sulle labbra. Poi un altro e un altro ancora.
"Sono stato bene oggi. Ho cantato e saltato sul letto, non lo facevo da una vita." Ammette, prima che sia Mario ad annullare ancora le distanze. E a baciarlo, questa volta in modo più deciso.
"Amo vederti felice." Gli sussurra sulle labbra. E poi sono di nuovo solo loro. Che si uniscono ancora. Che si spogliano dei vestiti e delle paure. E Mario torna a provare quella sensazione bellissima e totalizzante della sera prima, quando si ritrova a spingersi di nuovo dentro Claudio. Quella di essere nel posto giusto al momento giusto. Passano tutta la sera così, ad amarsi, a viversi, a dimenticare il mondo fuori. E Claudio poi non dice una parola per ore, resta steso a stringere a sé Mario e ad accarezzargli i capelli, immerso nei suoi pensieri. Fino a che non lo dice. E Mario crede di amarlo ancora un po' di più.
"Mario?"
"Si?"
"Ci vieni a Verona con me?"

"I see my future in your eyes...
... You look perfect tonight."

Sarò quel vento che ti porti dentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora