"Quando sarò capace di amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse
alcun appuntamento col dovere.
Un amore senza sensi di colpa,
senza alcun rimorso
egoista e naturale,
come un fiume che fa il suo corso.
Senza cattive o buone azioni,
senza altre strane deviazioni,
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.
Così vorrei amare."Claudio
Quando Claudio torna a Roma tutto gli sembra cambiato, diverso, vuoto, privo di senso. Forse per colpa della pioggia che non ne vuole proprio sapere di smettere di cadere. O forse perché ad essere cambiato, ancora, per la millesima volta, è lui. È andato via con Mario. È tornato solo. Ed è come se avesse lasciato indietro un pezzo di sé, quello più bello. Quello delle risate e degli occhi felici. Quello che solo Mario è riuscito a tirare fuori in lui dopo tanto tempo. Ma ora quel pezzo di Claudio è rimasto con Mario, in quella camera d'albergo in cui lo ha lasciato. E davvero Claudio non sa come si possa colmare questo senso di vuoto.
Paolo è lì, a pochi passi da lui. Gli si avvicina, lo abbraccia, senza dire, senza chiedere niente. Perché ha già capito tutto. Perché l'ultima volta che ha visto l'amico lo ha lasciato felice, mentre si preparava per il suo primo appuntamento con Mario. E ora lo ritrova così. Senza quel ragazzo che gli salva la vita, con la stessa espressione, lo stesso dolore in volto che gli ha visto addosso per anni. Sono sotto casa quando finalmente gli parla.
"Clà... Se avete litigato si risolverà tutto. Capita, tutte le coppie litigano."
Claudio continua a guardare fisso la pioggia che sbatte sui vetri della macchina, come ha fatto durante tutto il tragitto verso casa.
"Noi non siamo una coppia." Risponde con freddezza. Gli sembra quasi di sentirsela dentro le ossa quella pioggia.
"Ma pensavo che..." Comincia Paolo, sgranando gli occhi sorpreso.
"Lo pensavo anche io, ma mi ero sbagliato." Lo interrompe Claudio, prima di uscire da quella macchina e tornare a casa sua. E in quella casa ha vissuto praticamente solo con Mario negli ultimi giorni. Non si sono staccati neppure un secondo, hanno vissuto quasi in simbiosi, con quella voglia di scoprirsi, conoscersi, amarsi, che c'è solo quando sta nascendo qualcosa di bello, qualcosa di forte, per cui ne vale la pena. Eppure ora è solo in quella casa. E allora forse no, forse non ne valeva la pena. Se ne cerca di convincere mentre si stende sul divano e si tira addosso una coperta che sa troppo di lui, quella sotto alla quale sono stati rannicchiati insieme, incastrati mentre fuori pioveva, con la voglia di non fare altro se non perdersi. E si addormenta con il suo odore addosso.***
Passano due settimane. Mario i primi giorni ha provato a chiamarlo, poi a inviargli dei messaggi, ma lui non ha mai risposto. A che scopo avrebbe dovuto farlo? Per causare e causarsi altra sofferenza? Ha lasciato quel telefono squillare a vuoto, anche quando faceva male, anche quando avrebbe solo voluto rispondere, dirgli di raggiungerlo, dirgli che gli manca come l'aria. Ha lavorato in quei giorni, tanto, per non pensare. Ha fatto turni doppi al bar, ci ha passato ore, con gli occhi perennemente puntati all'esterno, sulla strada, in attesa di Mario. Con la speranza che, piuttosto che entrare nel suo studio, lui andasse avanti di qualche passo ed entrasse al bar. Solo per potere incontrare ancora una volta quegli occhi. Ma Mario non lo ha fatto, mai. E Claudio non sa se essere più incazzato, rassegnato o sollevato per questo. Perché forse ha avuto la sciocca convinzione che qualcuno potesse lottare per lui. Ma in fondo Mario gliel'ha detto. L'ultimo messaggio che gli ha mandato era molto chiaro, Claudio lo sa.
"Non ho mai voluto farti del male, solo aiutarti e starti vicino. Ho avuto la sciocca convinzione che ti fossi perdonato e avessi perdonato anche me per ciò che è stato. Probabilmente è colpa mia, non sono stato abbastanza bravo. Non ho mai cercato di paragonare il mio dolore al tuo, so quanto sia stato difficile, quanto tu abbia sofferto. Ma non so più cosa fare, Claudio. Se tu non mi vuoi, se non mi dai modo di starti vicino. Non ti disturberò più, perché credo che quando si ama si debba avere la forza di lasciare andare. Se vorrai, tornerai tu da me. Io ci spero da sempre."
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Sarò quel vento che ti porti dentro
FanfictionClaudio ha vent'anni. Ha tanti sogni. Studia per realizzarli tutti. Soffia un vento forte la notte in cui incontra Mario. Forte come la musica che fa da sottofondo ai loro respiri che si scontrano per la prima volta. È quella la notte in cui ogni so...