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"Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani, prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c'è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo e chiamami col tuo nome."

Claudio

Dieci anni prima...

"Quindi?"
"Quindi sei gay?" Gli chiede Luca. E lo fa con una tranquillità, una normalità che a Claudio tutto sembra tranne che normale. Eppure è proprio così che dovrebbe essere. Sempre. Normale.
"Te l'ho appena detto Lù..." Esclama, cercando di mostrarsi sicuro, di mascherare la paura che lo sta asfissiando. Quella che il suo migliore amico scappi via, che lo allontani come se avesse una rara malattia infettiva. Ovviamente Luca non lo fa. Luca è perfetto, non ti delude mai. È la persona più giusta che Claudio abbia mai conosciuto. Luca gli sorride, gli si avvicina. Lo abbraccia forte. E Claudio si sente finalmente libero, intrappolato tra quelle braccia. Perché ha diciassette anni e non ha più paura. Perché ora può smettere di fingere. Perché ora è libero.
"Grazie." Riesce solo a sussurrare sulla spalla dell'amico.
"Dobbiamo dirlo a Silvia. Lo sai com'è fatta, si farà in quattro per trovarti il fidanzato!" Esclama Luca, staccandosi da lui e prendendo a camminare velocemente verso casa della sua fidanzata.
"Credi che...credi che lo accetterà?" E Claudio ha di nuovo un po' di paura. Lo ha appena detto al suo migliore amico, confessarlo così, adesso, anche a Silvia... Forse è troppo, non crede proprio di farcela.
"Non c'è nulla da accettare Clà. Silvia ti vorrà bene e basta. Come sempre. Non si smette di voler bene alle persone neppure quando uccidono qualcuno, perché dovrebbe smettere di farlo per una cazzata come questa? Perché ti piacciono gli uomini...come se fosse sbagliato poi...levati dalla testa questa cazzata Clà, tu sei la persona più giusta del mondo. E lei non smetterà di volerti bene oggi e neppure tra dieci anni. Lo sai questo vero? Per lei sei come un fratello."
"Si lo so." E ancora una volta la paura va via.

***

"Lo sai che potresti essere denunciato per stalking?" Gli ripete per l'ennesima volta Paolo, senza riuscire a frenare un sorriso divertito. Perché sa che questo comportamento è sbagliato, che Claudio dovrebbe smetterla, però lo preferisce così. Preferisce questo Claudio deciso, determinato nel riprendersi la sua felicità, a quello triste e arrendevole di qualche giorno prima.
"Si Paolo, me lo hai ripetuto mille volte." Esclama a sua volta Claudio, visibilmente scocciato. E sa che è vero, che è sbagliato, che si era ripromesso di lasciare a Mario i suoi spazi. Però non ce la fa. Non può lasciarlo andare, perderlo così, per uno stupido malinteso. Ha sbagliato, è vero. Si è portato quel Mattia a casa e ora vorrebbe sul serio tornare indietro per non ripetere quella cazzata. Ma non può farlo. Può solo tentare di rimediare. Così è qui, ad aspettare da ore che Mario esca da casa di Valentina. Perché deve riprovarci, deve riprovare a parlargli. Sta ormai per perdere le speranze, quando vede finalmente la figura di Mario uscire dal palazzo poco lontano.
"Ok, augurami buona fortuna Pini!" Sospira, cercando di regolarizzare il respiro.
"Non so se ne servirà più a te per rimediare alla cazzata che hai fatto o a me che dovrò aspettarti su questa macchina per ore." Gli dice l'amico, ma non riceve alcuna risposta, perché Claudio è già fuori dall'auto e corre verso Mario. Lo afferra per un braccio in modo deciso e delicato allo stesso tempo, quasi accarezzandolo. E Mario capisce subito che è di Claudio che si tratta, ancora prima di voltarsi. Claudio lo vede da come cambiano i suoi occhi, dalla sua espressione triste, in cui gli sembra di scorgere però qualcosa di diverso. Quasi speranza. Ma forse è solo una sua impressione.
"Claudio, non sono stato abbastanza chiaro?" Sono queste le prime parole che l'altro gli rivolge e in fondo sa che è giusto così. Che non poteva aspettarsi nulla di diverso. Mario si volta e sono finalmente l'uno di fronte all'altro, talmente vicini che Claudio riesce a scorgere ogni più piccolo dettaglio del suo volto, a percepire il suo respiro, il suo profumo, dopo gli ennesimi inutili giorni passati distanti. E si rende conto con un po' di dolore che i giorni passati distanti sono ormai diventati più di quelli passati insieme. Si rende conto di quanto tempo stiano sprecando, distanti, soli, infelici. E si rende conto di quanto sia incredibile voler continuare a lottare per qualcosa di tanto breve, per qualcosa che li ha coinvolti per un tempo così piccolo. Eppure ne vale la pena, di questo è sicuro. Lui si vuole riprendere quei giorni bellissimi e passarne ancora tanti altri, ancora più belli se possibile.
"Mi manchi Mario." È l'unica cosa che gli riesce a dire, tra tutte quelle importanti, tra tutte le frasi ad effetto che potrebbe tirar fuori. Mario sembra esitare un attimo, lo osserva per un po' in maniera così intensa che Claudio si sente bruciare. Poi si allontana e torna il freddo.
"Avresti dovuto pensarci prima." Mormora un po' incerto, prima di voltarsi per andare via. Ma ancora Claudio non può lasciarlo andare, non vuole. Lo prende per mano e lo trascina in una strada in cui in quel momento sembra non esserci nessuno, per riuscire almeno a parlare lontano dagli sguardi curiosi della gente.
"Clà, è inutile continuare a parlarne, lasciami e basta." Esclama Mario, provando ad opporre resistenza, ma Claudio non ha intenzione di ascoltarlo.
"Dimmi almeno cosa devo fare Mario, non so come risolvere le cose, mi dispiace, devi credermi." Gli dice ed è esasperato da quella situazione, da quella lontananza, dal fatto che Mario non voglia proprio perdonarlo. L'unica cosa che vorrebbe ora sarebbe solo riaverlo indietro.
"Non devo essere io a suggerirti cosa fare, Claudio." Gli risponde l'altro, accennando un sorriso.
"Si invece, perché io non lo so più. Ti amo e questo non ti basta, dimmi cosa posso fare per fartelo capire, aiutami a trovare un modo." Esclama, mentre si avvicina quasi inconsapevolmente a Mario. E si ritrova senza accorgersene di nuovo con il volto a pochi millimetri dal suo, con una mano ad accarezzare la nuca dell'altro, mentre l'altra è impegnata a stringerlo, ed è una tentazione troppo forte quella di avvicinarsi, fino quasi a fare scontrare le loro labbra. E sta per farlo, ma Mario lo ferma. Sbatte con dolcezza la fronte contro la sua, poi gli sorride.
"Vuoi baciarmi Clà?" Gli chiede con voce bassa e calda. E Claudio non riesce a fare altro se non annuire, in modo quasi impercettibile.
"Puoi farlo, ma dopo? Dopo andremo a letto insieme, magari io ti dirò anche che ti amo. Saremo felici per un giorno, forse due. Poi tu tornerai a pensare al passato, torneranno i sensi di colpa, torneranno le colpe che dai anche a me. Tornerà tutto e te ne andrai. Di nuovo. E io? Io resterò di nuovo senza di te. E non sono disposto a questo. Quindi ora non ti bacerò e andrò via, anche se è difficile, anche se vorrei solo fare l'opposto." Gli sussurra Mario sulle labbra, prima di lasciargli un bacio leggero sul collo e liberarsi dalla sua stretta, che non è più così forte. Poi se ne va. Però ha appena fatto capire tutto a Claudio, forse inconsapevolmente. Gli ha dato la soluzione a tutto. Non lo può vivere questo amore, se prima non riesce ad amarsi. Se prima non riesce ad andare avanti. È questa la consapevolezza che matura, mentre torna da Paolo, che è rimasto lì in quella macchina ad aspettarlo, alla fine per meno tempo del previsto. Paolo lo osserva un po' preoccupato, ma Claudio gli sorride. Gli tornano in mente Luca e Silvia, il loro affetto, loro che lo hanno amato e accettato quando neppure la sua famiglia lo faceva più. Sa che Silvia è la parte di Luca che è rimasta in vita, la sua metà, quello che in fondo Mario è diventato per lui. E non riuscirà mai a perdonarsi finché lei non lo perdonerà.
"Come è andata?" Gli chiede Paolo, ottenendo solo una scrollata di spalle da parte di Claudio. E poi una risposta che non c'entra nulla con la sua domanda, ma che in quel momento è la cosa più giusta da dire. E da fare.
"Domani vado a Verona."

Sarò quel vento che ti porti dentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora