"Sono riva di un fiume in piena.
Senza fine mi copri e scopri
Come fossi un'altalena.
Dondolando sui miei fianchi
Bianchi e stanchi, come te - che insegui me.
Scivolando tra i miei passi
Sono sassi dentro te - dentro me.
Se non sei tu a muoverli...
Come fossi niente,
Come fossi acqua dentro acqua.
Senza peso, senza fiato, senza affanno.
Mi travolge e mi sconvolgi
Poi mi asciughi e scappi via.
Tu ritorni, poi mi bagni
E mi riasciughi e torni mia.
Senza peso e senza fiato
Non son riva senza te."Claudio
Ci sono cose che accadono, eventi, discorsi, parole che senti non solo sulla pelle ma fin dentro le ossa. Sono queste le cose che ti cambiano, ti portano a riflettere, a capire, a metterti in gioco. Ad accettare chi sei, a capire chi vuoi essere. Ad andare avanti, ad amare. A voler restare. A non aver paura. Perché forse se siamo ancora qui, se siamo ancora noi, ne vale la pena. Di lottare, di stringere i denti, di amare, anche se dovesse far male da morire, nonostante tutto. E allora forse davvero ne vale la pena. Di lasciarsi aiutare per ricominciare a vivere ed essere felice. Claudio per la prima volta si ritrova a pensare che forse ne valga sul serio la pena.
Passa tutta la notte a girarsi e rigirarsi in quel letto che ora improvvisamente gli sembra troppo grande e freddo, a contare i secondi, i minuti, le ore. A prendere respiri profondi per cercare di tranquillizzarsi e di regolarizzare i battiti accelerati del suo cuore. A cercare di non pensare di continuo alle parole di Mario.
"Noi meritiamo di più."
"Io voglio essere di più per te."
A cercare di non pensare a quei tocchi delicati sul suo viso, a quei baci accennati. Ma non ce la fa. Non riesce proprio a smettere di pensarci.
Sono le tre del mattino quando afferra il cellulare e gli scrive un messaggio. Non ne sa il motivo, lo fa e basta. Perché lo vuole, perché lo sente.
"Ho pensato a quello che mi hai detto. E hai ragione. Vorrei parlare con te."
È sicuro che Mario stia dormendo, non si aspetta certo una risposta. Perciò, quando quella arriva dopo pochi minuti, resta sorpreso e di nuovo non riesce a impedire che una punta di gelosia lo pervada.Perché è ancora sveglio? Non è tornato a casa dopo la cena. Chissà dove sarà adesso, mentre io mi torturo pensando a lui, alle sue stupide parole, alla sua stupida bocca.
"Ci vediamo domani alle 18:00 nel mio studio. Sono felicissimo che tu abbia cambiato idea."
Nel suo studio.
"Potremmo vederci a casa." Azzarda. Perché continuare con le sedute visto quanto il loro rapporto sia andato avanti gli sembra quasi una presa in giro.
"Claudio..." Lo ammonisce l'altro.
"Fai le ore piccole, vedo." Non ce la fa proprio a non nascondere il proprio fastidio. A non cercare di sapere cosa stia facendo Mario o dove sia.
"Anche tu, vedo."
Constata con una punta di delusione che Mario non gli abbia detto dove si trovi né il motivo per cui è ancora sveglio a notte fonda. Ma un altro messaggio arriva poco dopo. E non può fare a meno di sorridere leggendolo. Si sente un idiota, ma ormai non fa più neppure caso a questo.
"Non riesco a dormire. Non riesco a smettere di pensare."Neppure io ci riesco.
Non lo dice. Ma lo pensa. E un po' è come se lo dicesse.
"Buonanotte Claudio, a domani."
"Buonanotte Mario."
E finalmente riesce ad addormentarsi, un po' più leggero, un po' più felice.Il giorno dopo Claudio passa l'intera giornata al bar a lavorare come un matto e a cercare di pensare il meno possibile a tutto ciò che è avvenuto poche ore prima. E soprattutto al colloquio con Mario che si svolgerà poche ore dopo. È nervoso, agitato, ma vuole rivederlo, vuole sentirlo vicino come la sera prima, ne sente il bisogno irrefrenabile.
Stacca dal lavoro alle 18:00 in punto e si precipita allo studio a passi svelti. Vede una donna uscire dalla stanza con gli occhi leggermente lucidi, così si affetta ad entrare senza neppure bussare alla porta. Mario sta appuntando qualcosa su un foglio, evidentemente nervoso, mentre si scompiglia i capelli portando gli occhi sull'orologio e controllando l'ora. È talmente immerso nei suoi pensieri da non rendersi neppure conto della sua presenza.
"Ciao!" esclama quindi Claudio per attirarne l'attenzione. Lo vede saltare quasi in aria e poi guardarlo nervoso e spaventato. Sul suo viso però si fa ben presto spazio un ampio sorriso.
"Ciao Clà." Risponde semplicemente. Eppure quel Clà pronunciato da lui ha un suono bellissimo. Incredibilmente dolce e potente e violento allo stesso tempo. Senza neppure chiedere il permesso prende posto sul solito divano. Questa volta però Mario non si siede di fronte a lui. Questa volta gli si siede accanto, le nocche che si sfiorano appena. Le ginocchia di Claudio tremano impercettibilmente a quel contatto.
"Hai cambiato idea." Constata Mario, sorridendo radioso. Claudio resta ipnotizzato dalle fossette, da tutte le piccole rughe che gli si formano attorno agli occhi, dalla profondità del suo sguardo, da lui. Dalla sua bellezza che sente dentro le ossa.
"Si, ho cambiato idea." Alza le spalle, puntando gli occhi sui suoi.
"Perché?" E Claudio si aspettava quella domanda. Eppure non sa proprio come rispondere. O meglio, non ha il coraggio di farlo.Perché i tuoi occhi non mi hanno lasciato scelta. E neppure le tue parole. Perché ti sento talmente tanto dentro che farei qualsiasi cosa per averti. Perché penso ancora che se non ti avessi conosciuto Luca sarebbe ancora qui. Perché voglio smettere di pensarlo. Perché sei la cosa più bella e perfetta che abbia mai visto.
No, non le può proprio dire queste cose a Mario. Così si limita ad alzare le spalle e abbassare lo sguardo. E Mario sorride ancora.
Come si fa a non amarlo quel sorriso?
"C'entra per caso quello che ti ho detto ieri?" Prova allora Mario, scrutandolo con sguardo indagatore.
"Quello che mi hai detto ieri è giusto...insomma hai ragione. Io...io credo ancora che sia stata colpa mia. Ma questo non c'entra con noi. Tu mi hai rifiutato Mario."
"Ti ho già spiegato il motivo Clà." lo interrompe l'altro, scuotendo la testa.
E Claudio lo dice. Anche se se ne vergogna, anche se non vorrebbe mai mettersi tanto a nudo. Lo dice e basta.
"Lo so ma...mi hai fatto male." Mormora. È un sussurro impercettibile il suo, ma Mario lo coglie in pieno. Perché gli sorride con dolcezza. Si trascina con le gambe sul divano, rannicchiandole al petto e tirando verso di sé Claudio, portandolo così ad essere nella sua stessa posizione. Sono uno di fronte all'altro, le gambe strette al petto che toccano quelle dell'altro. Il verde nel nero. Claudio ci mette tutta la volontà di cui dispone per non abbassare lo sguardo, per reggere il peso e la bellezza di quel nero. Stringe con le braccia le proprie gambe, come a proteggersi e a infondersi coraggio. Mario gli accarezza appena con le dita calde le braccia, traccia i contorni dei suoi tatuaggi colorati. Poi si abbassa a baciare quella pelle scoperta. Sono baci piccoli e ripetuti, che fanno sentire Claudio protetto, amato, in pace con il mondo. E potrebbero essere dappertutto. Su quel divano, per terra, su un prato, su una staccionata, sotto le stelle. Perché ci sono solo loro e i loro respiri che vanno a tempo. E il suono appena udibile delle labbra di Mario sulla sua pelle. Mario riporta gli occhi sui suoi dopo qualche interminabile secondo, con un sorriso bellissimo che Claudio gli vorrebbe solo portare via a morsi per farlo un po' suo. Per sentire Mario un po' suo.
"Non volevo ferirti. Voglio solo che arrivi il momento giusto. Tutto qui." Gli dice, accarezzandogli una mano.
"Ok." Riesce solo a sussurrare Claudio in risposta. Ha la gola secca e il cuore che batte troppo forte per aggiungere altro.
"Tu sei una persona buona. Lo sai questo?" Gli chiede poi Mario, continuando a scrutarlo con attenzione. Claudio si sente talmente scoperto sotto quello sguardo che non riesce a fare a meno di stringere ancora di più le gambe al petto.
"Non mi sento così buono..." Risponde, sentendo gli occhi bruciare appena. Caccia indietro le lacrime come sempre e spera l'altro non si accorga dei suoi occhi leggermente lucidi.
"Beh lo sei. Si vede. Io ti vedo proprio una persona buona Clà. È questo che mi ha colpito di te. Ancor più degli occhi o delle labbra pazzesche o della tua bellezza. È questo che mi ha colpito di te già dal nostro primo incontro. È per questo che ti sogno quasi ogni notte da non so neppure io quanto tempo."
Claudio non può fare a meno di spalancare gli occhi sorpreso.
"Tu mi sogni?" Gli chiede, notando per la prima volta da quando è entrato in quella stanza imbarazzo negli occhi dell'altro. Mario arrossisce annuendo impercettibilmente. Poi scuote la testa rosso in viso, cambiando subito argomento.
"Voglio solo aiutarti Clà. Mi permetterai di aiutarti?" Gli chiede con sguardo speranzoso. E Claudio non ne può fare a meno. Non questa volta. Non con quegli occhi bellissimi e speranzosi di fronte a lui. Non con Mario che lo osserva con qualcosa nello sguardo di incredibilmente profondo. Qualcosa che gli ricorda quasi l'amore. E allora annuisce. E magari Mario non ci riuscirà. E magari lui non uscirà mai dalla gabbia che si è costruito in quegli anni di tristezza. E magari la loro occasione non arriverà perché lui non riuscirà mai a sentirsi libero dai sensi di colpa. Ma Mario è lì davanti a lui. Lo osserva, gli stringe le mani. Lo porta a dire una sola, singola parola.
"Si."
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Sarò quel vento che ti porti dentro
FanfictionClaudio ha vent'anni. Ha tanti sogni. Studia per realizzarli tutti. Soffia un vento forte la notte in cui incontra Mario. Forte come la musica che fa da sottofondo ai loro respiri che si scontrano per la prima volta. È quella la notte in cui ogni so...