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  Il silenzio cade pesante nella stanza, mentre lui digerisce le parole appena pronunciate.
<<Se è uno scherzo non mi diverte affatto>> pronuncia con tono irato.
<<Non è uno scherzo Eric, ma la pura verità>> controbatto, iniziando a sudare. Non è mai stato violento con me, tuttavia non si può mai dire.
<<E spiegami, come vorresti fare? Non hai un soldo, non hai protezione né un posto dove andare.>>
Sapevo che saremmo arrivati a questo.
<<Mi arrangerò. Non sono di certo l'unica donna che parte da zero. Troverò un lavoro, affitterò una casa e provvederò a me stessa.>>
La sua risata mi coglie di sorpresa, dato che mi aspettavo una sfuriata.
<<Lavorare? O santo cielo che barzelletta! Non hai mai lavorato un giorno in vita tua, sei stata nella bambagia fino ad oggi e sei abituata a un tenore di vita lussuoso. Dimmi, Nika, come ti ritroverai in mezzo di strada?>> Si beffa, lo so bene.
<<Sai una cosa, non sono affari tuoi. Come me la cavo è un problema mio. Tu firma i documenti, dopodiché non sarò più un tuo problema.>> Lo sfido, anche se me ne pentirò.
Il bicchiere si sgretola nelle sue mani, atterrando sull'immacolato e lucente pavimento.
<<Scordatelo, io non firmo un bel niente! Per la legge dei vampiri noi saremo sposati per sempre, firma o non firma!>> tuona imbestialito.
<<La legge della tua gente non mi interessa. Quello che conta è la legge degli umani, ed io non voglio più essere sposata con te.>>
<<Perché? Non ti ho forse dato tutto? Una casa degna di una regina, cibo raffinato, protezione. Ma a te non basta, vero? Vuoi di più e scommetto che c'è già un altro pronto a rimpiazzarmi.>>
<<Sei disgustoso, non sono una donnaccia Eric. Ma parte di ciò che hai detto è vero, ho avuto tutto tranne la cosa più importante.>>
<<Che sarebbe?>> Incrocia le braccia e attende.
<<Un marito. Sei sempre lontano, non stai mai in casa, non stai mai con me. Capisco che ci siamo sposati per convenienza, tuttavia avevo bisogno di un uomo al mio fianco, non di essere rinchiusa tra queste mura, seppur splendide e lussuose, come Raperonzolo.>>
<<Sei incredibile sai? Hai tutto ma ti lamenti che non sono presente, che ti ho lasciata tutta sola in questa grande casa. Sei ridicola Nika, cresci.>> Sibila.
<<Certo, sono ridicola perché ti metto di fronte alle tue mancanze. Non c'è che dire, comportamento molto maturo il tuo.
Se invece di pensare solo a fare soldi e succhiare il sangue delle giovani, ti fossi preoccupato della donna che avevi a casa tutto questo non sarebbe successo. Ma il grande Eric Lucas non può abbassarsi a questo livello! Certo che no, non sia mai che una povera umana gli rubi del tempo prezioso!>> La voce si incrina.
Lui non batte ciglio, anzi, mi volta le spalle.
<<Vuoi il divorzio, d'accordo. Ma sappi che, se esci da quella porta, con me hai chiuso. Stavolta sarai davvero sola.>> Minaccia.
<<Lo sono sempre stata Eric.>> Mi alzo, tenendo la testa bassa per non far vedere le mie lacrime.
<<Cosa vuoi da me Veronica?>> Quasi sussurra.
<<Nulla. Non voglio più niente da te. Non sei capace di dare niente agli altri, l'ho capito e mi va bene così.>>
<<Come vuoi, addio>> non aggiunge altro, limitandosi a fissare fuori dalla finestra.

Chiudo piano la porta e vado nell'unico posto che amo di questa casa, la serra.
I profumi dei fiori mi accolgono, come farebbero dei vecchi amici. Le calle, le rose e le orchidee che ho piantato negli anni. Cinque per l'esattezza. Sfioro i loro petali ancora una volta, l'ultima, ricordando con estrema chiarezza il giorno in cui lo incontrai. Scrollo la testa per cercare di scacciare il ricordo.
Eric è una brava persona ma anaffettiva. Non comprende che ciò che ho sempre voluto da lui era solo amore. Ma non ne è capace, non più da quando...
Smetto di pensare, stacco una delle orchidee e la rigiro tra le mani. La porterò con me, come ricordo, assieme a una sua foto. Sarà lontano ma non distante. Così come avrei voluto che fosse nella vita di tutti i giorni.
Un sospiro, raddrizzo le spalle e rientro in casa.
<<Lady Lucas, una telefonata per lei nello studio>>, mi avverte Conrad, il nostro maggiordomo.
<<Grazie, vado subito.>> Lui è stato il solo ad avere un minimo di calore nei miei confronti.
Salgo le scale e entro nello studio.
<<Pronto? Sono Veronica Lucas, chi parla?>>
<<Buongiorno signora Lucas, mi chiamo Anthony Paulson e sono un notaio. Devo darle triste comunicazione dell'avvenuto trapasso della signora Nadine Richards, sua nonna.>>
<<Come, scusi? Ci deve essere un errore, io non ho parenti in vita.>>
<<Lei è Veronica Richards, nata a Toronto il 7/2/1989, residente a Manhattan?>> Domanda.
<<Sì sono io. Tuttavia non ho mai saputo di avere una nonna, tantomeno in vita.>> Sono ancora dubbiosa.
<<Beh è così a quanto pare. La prego di raggiungermi allo studio nel pomeriggio. Dobbiamo espletare le formalità per la sua eredità.>> Prosegue.
<<Eredità?>> Non mi capacito.
<<Sì signora. Sua nonna possedeva un ingente patrimonio. Essendo lei la sua unica erede le spetta di diritto. La attendo alle 16:00, assieme a suo marito.>>
<<Verrò sola, stiamo divorziando.>> Mi esce un gemito.
<<Capisco. Ci vediamo più tardi, arrivederci signora.>> Riappende lasciandomi con la cornetta in mano e la bocca spalancata.
Questa notizia improvvisa è una manna dal cielo. Non sarò costretta a vivere alla giornata e potrò investire il denaro nel mio sogno. Anche se le circostanze sono delle più funeste non riesco a trattenere un sorriso.
<<Buone nuove dal tuo spasimante?>> Mi interrompe la sua voce da dietro le spalle.
<<Buone nuove sì, ma non da chi pensi tu. Come ti ho già detto non c'è nessun altro nella mia vita.>>
<<Dividi con me la tua gioia.>> Lo guardo come se fosse impazzito.
<<Sono cose private Eric. Non credo ti interessino.>>
<<Perché mai non dovrebbero? Sei ancora mia moglie.>> Ribatte freddo.
<<Non lo sono mai stata, non prendiamoci in giro. Ci siamo incontrati in un momento di profonda crisi e abbiamo cercato il modo migliore di non andare a fondo. Questo non vuol dire essere una coppia.>>
<<Dimmi come definisci coppia, allora.>>
<<Non è difficile: una coppia sono due persone unite dall'amore, dal rispetto e da interessi comuni. Due persone che si aiutano e si supportano alleviando il peso l'uno dall'altra. Questa è una coppia Eric, noi non abbiamo neppure...>> lascio in sospeso tanto il concetto è chiaro.
<<Questo è il tuo problema? Il sesso?>> Sembra sbalordito ma non mi incanta.
<<No Eric, non è questo il problema. Se non lo hai ancora capito è inutile che sprechi altro tempo. Adesso devo andare, ho una commissione urgente da sbrigare. Buona giornata>> e detto questo lo lascio da solo.
Salgo in camera e scelgo degli abiti adatti all'incontro di questo pomeriggio. Una volta trovati li sistemo sulla stampella e mi vado a stendere sul letto. Quasi senza rendermene conto mi addormento e sogno...

SIAE Sposata col Vampiro. SU AMAZON. Pubblicata Il 07 Novembre 2017.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora