❦Old knowledge❦

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Le nuvole erano tinte di un leggero lilla/blu, mentre che la grande stella infuocata, comunemente chiamata sole, oltrepassava le cime degli alberi verde acceso.
Un colpo, due, tre.
Sempre più forti, più precisi, più decisi.
Il ragazzo continuava a colpire il tronco della quercia con la spada dalla lama di ferro graffiato, spargendo ovunque piccoli pezzetti di corteccia rugosa. Aveva il fiato corto, ma di fermarsi non se ne parla.
Lanciò un ultimo fendente un po' sbilanciato, mancando il bersaglio e sbattendo la testa contro il duro legno.

«AHI!» Esclamò il giovane, strizzando gli occhi e massaggiandosi il punto dolente.

Si lasciò cadere sull'erba scura, sedendosi con la schiena poggiata al tronco scorticato. Era cambiato da quel giorno, da quell'orribile battaglia che aveva solcato poderosamente la sua vita. Era nuovamente cresciuto. I riccioli nocciola perennemente scombinati, il corpo dalla carnagione ambrata né troppo gracile né troppo imponente e in pieno sviluppo, il nasino piccolo e rotondo sulla punta e quelle splendide lune senza impurità, grandi e rotonde. Indossava la consueta felpa verde acqua da cui non si sarebbe mai separato, i jeans scuri, gli stivaletti neri e la cintura in pelle dove teneva il fodero per la spada.
Era rimasto così uguale ed era così diverso allo stesso tempo, una sorta di contraddizione.
Sospirò pesantemente, portando una mano davanti agli occhi così da coprirli dai lievi raggi solari.

«Sta già tramontando...evviva...» Sbuffò con finto entusiasmo, alzandosi.

Riprese l'arma, riponendola nel suo fodero. Prese a camminare, addentrandosi nel bosco lungo il sentiero di terriccio e pietruzze. Faceva quella strada ormai 2 anni e mezzo, quasi. Lo stesso paesaggio che gli si sdrotolava davanti agli occhi, ma c'era qualcosa di diverso...si sentiva osservato. Di tanto in tanto voltava la testa a destra e a sinistra, teneva alta la guardia. La mano gli scattava su e giù rapida e quasi invisibile lungo il fianco, i consueti tic nervosi dovuti allo stress della situazione. Giunto a metà strada intravide fra i rami scuri degli alberi un lieve bagliore rosso, familiare, qualcosa gli diceva che non era il caso di rimanere ancora lì. Poi dei passi, rapidi, sembravano accerchiarlo. E in fine un'agra risata...faceva accaponnare la pelle al solo udirla.
Le sue orbite bianche sfrecciavano da albero a albero, da cespuglio a cespuglio, ma di quella risata e del suo proprietario neppure l'ombra. Il cuore gli pulsava forte nel petto quasi che ci mancasse poco schizzasse via alla velocità del suono.
Quasi invisibile, una nube nera si levò intorno a lui, creando un cerchio concentrico che andava sempre più a restringersi.
Era nuovamente lì.
Lui era li.
Non riusciva a muoversi, a respirare a dire qualcosa, paralizzato dalla vista di quel demone ormai suo incubo.
La pelle scura come la notte, i capelli argentei che risplendevano ai leggeri bagliori lunari, il suo corpo muscoloso sotto la felpa grigia con alcuni strappi in parte ricuciti, così anche i jeans neri, le fauci tendenti al l'oro e quei due rubini ora fissi su di lui. Il demone scuro avanzò verso il castano, ghignando nel vederlo così impaurito.

«Ciao Herobrine, che piacere rivederti» Iniziò l'argenteo mentre che il castano indietreggiava sempre di più, finendo a sbattere contro un albero.

«...E-e-en-n-t-t-it-ty...?» Riuscì a balbettare Hero, ormai preda del suo vecchio nemico.

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Piccolo demone,

In che guai ti cacci èwè?

Ehehehe, è solo l'inizio

Stanne certo...!

Fate gli auguri a Entity che oggi fa quindici anni *batte le mani*

Entity«Thanks :3»

Alla prossima ;3



PS: lo speedpaint l'ho fatto io :3

Lovvomao!


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Music: Closer - Chainsmokers

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"Ꮲꭱꮖꮪꮻ𝙽ꭼꭱꮪ ꮻꮁ̵ ꮪꭺꮇꭼ ꮪꭼ𝙽ꭲꮖꮇꭼ𝙽ꭲ" (Ꮋꭼꭱꮻꭲꭹ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora