La curiosità se lo mangiava vivo.
Con un sorriso mezzo nascosto, Hero si fiondò sulle scale salendo i grandi due alla volta.
Entity voleva condividere un segreto con lui, voleva mostrargli un luogo che non aveva mai condiviso con nessuno.
Si sentì un rogo nascere ed ardere di luce nuova dentro di sé, amava questa sensazione.
Giunto nella sua stanza, si slacciò di colpo la giacca facendola scivolare sul pavimento e afferrò una felpa a girocollo blu alice e, slacciati i jeans, indossò dei pantaloni di tuta neri. Così come consigliato dal maggiore.
Si allacciò le scarpe da tennis e si riprecipitò giù dalle scale a chiocciola, rischiando di sbattere la faccia contro la ringhiera o di cadere a pancia in giù alla fine della fila di grandi più volte.Era troppo su di giri per pensare.
Il maggiore lo attendeva sulla soglia del portone principale, sfoggiando uno sguardo sorpreso riguardo all'entusiasmo del minore.
Anche lui si era cambiato, indossava un lupetto a girocollo nero con sopra una felpa dalle maniche lunghe fino alle spalle bianca; dei pantaloni di tuta grigi scuri e le scarpe da ginnastica nere. Sulle spalle stringeva uno zaino di stoffa nero "Hot Style".«Wow, non ti avevo mai visto così eccentrico» Costató ridente il maggiore, stringendosi istintivamente l'elastico della coda di cavallo.
Hero si grattò la nuca imbarazzato, riaquistando subito congegno.
In quel momento, anche se non lo avrebbe mai ammesso, si sentiva il demone più fortunato di tutte le dimensioni. In lui dirompeva una tempesta elettrica che lo faceva fremere di eccitazione ad ogni piccolezza.
Poi si arrestò momentaneamente, perché si sentiva così entusiasta?
Il suo viso assunse un espressione più distesa, un pizzico di smarrimento intriso in quelle lune dal potere calamitato talmente forte d'aver attirato a sé un demone all'apparenza inscalfibile.
Entity corrucció lo sguardo, alzando un sopracciglio e abbassandone un altro con fare preoccupato e sospeso in in limbo, bisognoso di chiarezza.«Tutto bene, perché ti sei spento all'improvviso?» Abbozzò a domandare il demone color notte, allungando un braccio e poggiando una mano sulla spalla del minore.
Il castano tremoló debolmente al tocco, soffermandosi a scrutare con la coda dell'occhio quelle dita la cui forza risaltava ad occhio, fingendosi al contempo intrappolato nella ragnatela di chissà quale pensiero complicato.
Scosse violentemente la testa, facendo ricadere qualche ciuffo cioccolato davanti all'occhio sinistro «N-nulla...va tutto bene» disse solo.
Entity annuí a bocca stretta, poco convinto, facendo scorrere la sua mano lungo tutto il braccio del demone più piccolo, intrecciandola poi con quella dell'altro.
"Com'è caldo..." Si ritrovò a pensare Hero, al contrario lui sembrava possedere al suo interno una riserva di ghiaccio che si districava lungo le vene, poi nei vari arti.
«Pronto?» Domandò Entity, richiamando alla realtà occhi di luna.
Indugiò qualche momento prima di annuire a testa bassa.
L'argenteo rise, aprendo la porta d'ingresso e conducendolo lungo il viottolo.
Dinnanzi al cancello d'uscita li attendeva una moto nero laccato, a primo impatto Hero non seppe definire la marca. Sul sedile vi erano due caschi, uno più piccolo e l'altro più grande, bianchi latte con tre sottili linee argentee al centro.
Entity ne afferrò uno posandolo con apparente delicatezza sulla nuca riccioluta del minore, poi fece lo stesso con sé stesso e l'altro casco.«Grazie...» Mugolò il minore, avendo pur ricevuto una fastidiosa botta e ora sentiva di esser del tutto uscito fuori dalle sue fantasie.
«Di nulla» Rise il demone color notte, montando sul mezzo che contro la luce lunare riluceva.
Tese, ancora una volta, la mano verso il castano, invitandolo a salire. Hero per un istante sospettò che, in fondo in fondo, l'argenteo non potesse fare a meno di mantenere quel legame tra loro, sottile come un filo di seta.
Effettivamente era così, Entity bramava sentire il gelo delle mani del minore provocargli qualche lecito brivido, l'odore che il suo corpicino emanava. Sentirlo farsi piccolo piccolo e impotente al suo cospetto, irresistibilmente tenero.
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"Ꮲꭱꮖꮪꮻ𝙽ꭼꭱꮪ ꮻꮁ̵ ꮪꭺꮇꭼ ꮪꭼ𝙽ꭲꮖꮇꭼ𝙽ꭲ" (Ꮋꭼꭱꮻꭲꭹ)
Hayran Kurgu«La paura è un sentimento naturale, non lo si controlla, non lo si domina...». «...Ma alle volte, avere paura è la cosa più bella che ci possa accadere...». «...E sai una cosa? Ho paura che entrambi siamo divenuti prigionieri dello stesso sentimento...