Dipingere la stanza.
Ecco cosa voleva fare l'argenteo, decorare la stanza in cui il demone più piccolo avrebbe trascorso il tempo necessario a crescere d'età, e se fortunato anche d'altezza, per potersene andare da quella inconveniente prigione.
Minuti di vecchi vestiti, quali magliette a mazze manica bianche e un po' sgualcite e pantaloncini lunghi fino al ginocchio dai colori sbiaditi, un po' sfilacciati e strappati, si addentrarono nella stanza dalle pareti bianche in cui aveva dormito Hero. Nell'aria aleggiava un pesante e pungente odore di ducotone che con prepotenza sovrastava le pareti che li circondava.«I mobili?» Chiese un po' seccato il castano, incrociando le braccia all'altezza della vita.
I vestiti gli stavano anch'essi di una o due taglia più grandi, come tutti i vestiti di Entity d'altronde, mettendo in risalto il suo piccolo fisico dalle forme leggermente femminili.
«Li ho spostati in un limbo artificiale, così abbiamo modo di lavorare liberamente» Disse il maggiore tranquillamente, rovistando nelle tasche dei pantaloncini.
Hero annuì, guardando un po' intimorito il maggiore. Non poteva farne a meno, nei suoi confronti provava puro terrore!
Questo ora si passava ambe mani fra i lunghi capelli argentati, raccogliendo i ciuffi in una coda alta la cui punta arrivava a toccare di sfuggita la collottola.
Il minore continuava a guardarlo assorto, chiedendosi come facesse a stare con i capelli legati.
Lui era dell'opinione che i capelli li si tenesse liberi, naturali, ribelli. Innumerevoli volte Anna aveva provato a dargli una sistemata, ma dopo l'ennesimo e snervante lamento del castano lasciava perdere, consapevole di aver fatto un buco nell'acqua.«Vieni qui» Disse in un sussurro divertito il demone color notte, giocando con due dita con un elastico blu scuro.
«Ah no, non se ne parla! Levatelo dalla testa!» Rispose il minore, con tono freddo e sicuro.
Naturalmente Entity non era il tipo da accettare un semplice "NO" come risposta. Difatti, afferrò con un rapido gesto il castano davanti a sé, raccogliendogli i ciuffi davanti gli occhi tutti verso la parte destra del volto.
«Hey! Ti ho detto di no!!» Piagnucolò il minore, cercando di far allontanare le mani del demone color notte dalla sua fronte.
«Stai fermo, così mi verrà male...» Ribbadí il maggiore, ignorando del tutto le lagne del minore.
Avendo capito che qualunque suo sforzo fosse inutile, Hero incrociò le mani al petto e sospirando assunse un'aria seccata.
Entity ridacchiò vittorioso, finendo di legare i ciuffi tutti insieme. Ora le ciocche che coprivano le grandi lune, note a tutti come "occhi" del demone più piccolo, erano attorcigliati in una piccola treccia laterale, avvolta dietro l'orecchio destro.«Non va meglio adesso?» Chiese magniloquente Entity, ridacchiando all'espressione contrastata del castano, troppo buffa è tenera ai suoi occhi.
Il minore si mordicchiò il labbro mugolando un risentito «Forse», mentre che fissava la punta dei suoi piedi coperti dalle ciabatte di stoffa grigia.
«Allora, mi sono preso la libertà di scegliere il colore: Azzurro. Poi, vedi la carta semi trasparente sulla parete? Bene, quella parte del muro deve rimanere bianca, vedrai che effetto fantastico!» Spiegò entusiasta il maggiore, indicando a uno a uno tutto ciò che andavano citando.
Hero lo ascoltava svogliatamente, ma al contempo attento a ogni movimento del maggiore. Questa faccenda gli puzzava di bruciato, perché voleva che dipingessero la stanza? A quale scopo poi?
Era così assorto nei suoi pensieri e teso come una corda di violino che, nel momento in cui Entity schioccò le dita per far apparire rulli, pennelli e quant'altro, lui trasalì non aspettandoselo e assumendo una sorta di "posa di difesa".
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"Ꮲꭱꮖꮪꮻ𝙽ꭼꭱꮪ ꮻꮁ̵ ꮪꭺꮇꭼ ꮪꭼ𝙽ꭲꮖꮇꭼ𝙽ꭲ" (Ꮋꭼꭱꮻꭲꭹ)
أدب الهواة«La paura è un sentimento naturale, non lo si controlla, non lo si domina...». «...Ma alle volte, avere paura è la cosa più bella che ci possa accadere...». «...E sai una cosa? Ho paura che entrambi siamo divenuti prigionieri dello stesso sentimento...