Il cielo era tinto d'alba, un roseo così pallido e timido da quasi non notarlo.
Scendeva leggera, brina lucente contro i tiepidi raggi solari.
Uno scenario da acquolina in bocca per chi brama il tempore di un abbraccio...In effetti, vi erano due braccia intende a stringere un tesoro.
Qualcosa per cui il proprietario avrebbe dato via anima e corpo, se necessario, pur di tenerselo stretto ancora un po'.Tutt'intorno al campo momentaneamente civilizzato vi era una bislacca quiete, sembrava che una presenza estranea ad ogni forma vivente avesse mutato le lingue e i respi altrui in un lungo filo da baco, arrotolandolo fra le sue affusolate dita.
Che fosse il dio del sonno, o la musa degli incubi, non era dato saperlo.
La polvere filtrata dalla luce dava l'aria di una nevicata in corso, eppure il vento era cessato e non vi era accenno di alcuna nuvola.
Dentro il cantuccio di una tenda, due corpi erano stesi l'uno accanto all'altro.
Il minore accucciato sul maggiore, la parvenza di un bimbo intimorito dal ignoto.
Sembrava La tipica scena di una fiaba, un lieto fine agognato da gole ed occhi esigenti.Eppure, non era una fine, ma un sorgente inizio.
Genuino, incontaminato, puro inizio.L'argento passava un dito delicato sulla fronte del castano, liscia di seta. Di tanto in tanto lo intrecciava con qualche ricciolo arruffato dal sonno, con l'intento di ridargli la sua forma originaria.
Così morbidi...
Il petto di Hero si alzava e riabbassava con tocco regolare, finalmente un sonno ristoratore dopo notti divorato dal gelo. Teneva una mano stretta all'indice e all'anulare del demone color notte, con il viso di un bambino immerso in uno splendido sonno.
Entity sorrise, così dolce così innocente...
Pensare a tutto quello che sarebbe potuto accadere da quel momento in poi suonava stonato e fuori posto, inconcepibile in un certo senso.Le sue dita pece scesero lungo gli zigomi tondi, puntigliati di stelle cioccolato. Suadenti, disegnarono i lineamenti del suo volto tondo, il mento lievemente appuntito, le guance da cucciolo, il naso felino.
Istintivamente poggiò le labbra sottili al centro della fronte, assaporandone la sapidità stuzzichevole, il tangente calore impercettibile.
Il minore mugolò, ma non suonava come un lamento infastidito.
Sembrava più un “Ti prego, non smettere”.
E l'argento assecondò quella richiesta mai pronunciata, continuando a fare vagare le sue dita lungo il viso e i riccioli di Hero.
Attimi in cui l'ossigeno divenne zucchero e il battere pacato dei loro cuori sapeva di miele e cannella.
I rubini del maggiore si incastonarono sulle carnose labbra rosee del minore, lievemente schiuse. Dall'angolo sinistro trapelava la punta di un canino, dando al tutto un ché di carezzevole.
Impulsivamente si morse il labbro inferiore, trattenendosi.
Oh, come bramava quelle labbra. Il loro tocco impaurito, la loro superficie soffice, lo sguardo del minore nell'avvertire quel lieve e innocente contatto, quella lontana sera nel bosco...
“Forse...ora che sta dormendo...” Si disse, deglutendo uno spesso nodo.
Inclinò il viso verso il basso, avvicinandosi a quei petali di rosa così appetiti.
«Mmngh» Trapelò dalle labbra del minore, circospette da una cisposità quasi nociva.
Il demone color notte si spostò fulmineo, quasi come se la pelle del demone dagli occhi di luna fosse mutata da seta a tizzoni ardenti.
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"Ꮲꭱꮖꮪꮻ𝙽ꭼꭱꮪ ꮻꮁ̵ ꮪꭺꮇꭼ ꮪꭼ𝙽ꭲꮖꮇꭼ𝙽ꭲ" (Ꮋꭼꭱꮻꭲꭹ)
Фанфик«La paura è un sentimento naturale, non lo si controlla, non lo si domina...». «...Ma alle volte, avere paura è la cosa più bella che ci possa accadere...». «...E sai una cosa? Ho paura che entrambi siamo divenuti prigionieri dello stesso sentimento...