Davanti alla grotta imperversava il caos, Lyon stava dando sfogo a tutto il suo nervosismo da ben un ora.
Sbatté nervosamente la punta del piede a terra, emettendo un ringhio prima di ricominciare a urlare.«PERCHÉ CI AVETE TENUTO ALLO SCURO DI TUTTO?!? ALMENO LO AVESSIMO SAPUTO AVREMMO POTUTO CHIARIRE MEGLIO LA QUESTIONE, MA NOOOO....NOTCH DEVE SEMPRE FARE DI TESTA SUA!!!» Sbottò ancora.
Steve si schiaffò una mano in fronte, palesemente seccato. Certo che far ragionare quel cocciuto di un leone era un lavoraccio...
«Primo, calmati; secondo, ti ho già detto che non dipendeva né da me né da Notch. Pensi davvero che avrei lasciato che Hero finisse nelle mani di quei mostri con tale facilità? TI FACCIO PRESENTE CHE È MIO FRATELLO!!!» Ribatté ormai esausto il moro, stringendo i pugni e assumendo una posa minacciosa.
Lyon al quel punto si calmo, o quasi. Non perché Steve avesse ragione o chissà cosa, solo perché il dio stava per esplodere in una crisi nervosa. L'ultima volta che era successo si era diviso nelle quattro parti di sé stesso, e mitigare la furia di Red!Steve è più complicato e pericoloso che addentrarsi nel Void per cercare le divinità cosmiche.
«Scusa...» Riuscì a dire intimorito.
Steve fece un profondo respiro, riappogiandosi al tronco di pioppo abbattuto su cui sedeva pure Alex a gambe accavallate.
«Quindi, Herobrine si trova con Entity e altri demoni a cui è stato affidato per protezioni, con la scusa della minore età. Perché?» Domandò Anna, massaggiandosi la nuca.
Le urla del fidanzato l'avevano sfiancata del tutto, il mal di testa era così lanciante che non riusciva quasi a reggere neppure il peso della sue orecchie da gatta.
«Da un altro demone. Ying e Yang hanno avuto una visione: Un particolare demone divenire luce e venir assorbito da un altro che tempo fa aveva già causato gravi problemi, le dimensioni si sgretoleranno e il Void cederà sotto la potenza di questo maligno e terribile nemico» Narrò Alex, il suo tono era così serio da non sembrare suo.
Stefano e Mario, che erano accampati sotto un larice li accanto, si scambiarono un'occhiata tra il terrore e lo sgomento.
«Non vorrai dire...» Borbottarono all'unisono, sbattendo i palmi contro l'erba secca per la tensione.
Steve annuì amareggiato.
«Sotto decisione dell'alleanza delle dimensioni Hikari, voi WGF andrete a Nikeless. Lì vi attende Xiryard con nuove informazioni» Annunciò Steve con aria solenne, come solo un vero dio può.
I quattro amici, ora l'uno a fianco dell'altro si scambiarono sguardi fra la preoccupazione e l'eccitazione. Lyon si fece avanti e, da buon leader quell'era prese in mano le redini della situazione.
«Va bene! Vi assicuriamo che non vi deluderemo!» Esordì con un luccichio negli occhi, quella brillantezza che lasciava trasparire la forte determinare e coraggio che possedeva il leggendario Lyon.
Io moro e la rossa annuirono soddisfatti.
«Bene, partirete domani mattina. Ci vediamo alla taverna del villaggio alle nove, puntuali mi raccomando!» Impose Alex, stringendo l'elastico della sua coda di cavallo, tirandolo verso l'esterno in due parti distinte le ciocche rosse tramonto.
«Certo, se Stefano non si fa chiamare troppe volte...» Stuzzicò Mario, ghignando.
Stefano incrociò le braccia seccato, negano l'affermazione del corvino. Poco dopo il boschetto si riempie con le risa dei ragazzi: Mario e Stefano si stavano "azzuffando" in un modo così ridicolo da far quasi piangere.
Mario tirava le lunghe ciocche rosee di Stefano mente quest'ultimo gli tirava le sue di conseguenza. Le risate si bloccarono di colpo quando Mario biascicò un urletto di dolore in seguito a uno strattone troppo brusco di Stefano.«Mi hai fatto male!» Lo rimproverò il corvino con occhi lucidi.
«S-scusami...non volevo!!» Cerco di scusarsi Stefano, accarezzandogli dolcemente io punto in cui gli aveva fatto male.
Con sottofondo un sonoro «Awww» collettivo e i due piccioncini rossi fin sopra le orecchie, i ragazzi ripresero il sentiero verso casa.
«•⋆•»
Passate due ore, Hero aveva esplorato la residenza del demone dalle iridi rubine da cima a fondo.
Alcune stanze al piano di sopra erano sigillate, due vuote. Quelle aperte erano un bagno e una enorme sala strabordardante di console, joystick, computer, Nintendo switch e chi più ne ha più ne metta.
La porta accanto alla cucina, invece, conduceva al giardino che dava accesso pure a un fitto bosco. Lì vi era una sorta di labirinto fatto con le sequoie brulicanti di primule lilla e bianche e rose bianche e nere, e una struttura con il tetto a lucernario che Hero aveva, con sua gioia, scoperto fosse una palestra ben attrezzata. Sospettava che li avrebbe passato molteplici ore a smaltire la tensione e la rabbia accumulata. In oltre aveva anche visto una grande piscina all'ombra di due alberi di ciliegio, la stagione della fioritura non era lontano. Piccole gemme dalla punta rosa pastello spiccavano sugli esili rami degli alberi dal possente tronco.La sera era ormai vicina, il piccolo demone iniziava ad avere sia freddo che fame. Si sedette su uno dei due divani, accucciandosi come un cucciolo di lupo contro i soffici cuscino. Dapprima rimase a contemplare assorto la libreria dinnanzi al suo volto, in seguito le palpebre si fecero pesanti e si assopí in un battito di ciglia.
«Sono tornato» Comunicò Entity, richiudendo la porta alle sue spalle che emise un candido boato.
Una folata di vento glaciale si sparse per la casa, già fredda di suo.
Il maggiore ispezionò guardingo la casa, da un lato per accertarsi che quella piccola peste non avesse fatto danni, dall'altra per cercare di capire dove si fosse cacciato. Non vedendo, dette per scontato che stesse rovistando fra gli armadietti nella cucina, ma superato il divano si bloccò di colpo.
Hero si era addormentato sotto ai cuscini, con un'espressione da cucciolo impaurito e tremante di freddo. Le braccia davanti al viso come per proteggersi e le gambe flette sul busto.
Entity si lasciò scappare un sorriso addolcito, avvicinandosi a un pouf lungo e stretto di pelle bianca non lontano da pianoforte. Sollevò io coperchio, tirandone fuori un pile dai motivi a puzzle in diverse scale di grigio. Con essa coprì il più piccolo, per poi prenderlo in braccio. Il minore, ancora in uno stadio di sonno leggero e quindi leggermente cosciente si agganciò con braccia e gambe al busto di Entity, poggiando la testa nell'incavo del suo collo. In quella posizione era messo ancora più in rilievo i 15 cm di differenza l'uno dall'altro.
L'argenteo ridacchiò, se Hero avesse saputo del suo comportamento in quell'istante si sarebbe infuriato di certo; lo portò nella stessa stanza in cui si era svegliato quella mattina. Con dolcezza lo infilò sotto le coperte, lasciandogli ai piedi del letto, ben piegato, il pile.
Si allontanò verso la porta d'uscita, però poi si bloccò, poggiando una mano sullo stipite.«Non lascerò che qualcuno ti faccia del male, cucciolo~» Sussurrò sorridente alla piccola figura ormai prossima alla fase REM.
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Heylà!
E mentre che lavoro alla nuova copertina per la storia vi aggiorno un po' su come vanno le cose
Vedrete vedrete... ÉwÉ
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versione Tsundere
O
versione Dandere?
Fatemi sapere perché sono indecisa xD
Alla prossima~♡
See ya =)
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Music: The last of real ones - Fall out Boy
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"Ꮲꭱꮖꮪꮻ𝙽ꭼꭱꮪ ꮻꮁ̵ ꮪꭺꮇꭼ ꮪꭼ𝙽ꭲꮖꮇꭼ𝙽ꭲ" (Ꮋꭼꭱꮻꭲꭹ)
Fanfic«La paura è un sentimento naturale, non lo si controlla, non lo si domina...». «...Ma alle volte, avere paura è la cosa più bella che ci possa accadere...». «...E sai una cosa? Ho paura che entrambi siamo divenuti prigionieri dello stesso sentimento...