Il sole rifulgeva col l'impetuosità di una lampadina nuova di zecca, riscaldando lo zefiro che ancora conservava un retrogusto di inverno, malgrado marzo ormai fosse agli sgoccioli.
Le prime quattro settimane in compagnia di quello strano demone rubato all'oscurità più tetra erano volate come uno schiocco di dita, Herobrine stentava quasi a crederci.
Convivere infondo, ma davvero...davvero infondo, non era poi così intollerabile come pensava all'inizio. Col tempo aveva imparato ad adottare un determinato atteggiamento, tra il freddo, il distaccato e il permissivo, così da evitare battibecchi infantili o scenate poco virili che lo potessero mettere in imbarazzo, secondo lui.
Spesso capitava che Entity uscisse con Null e Light, quest'ultimo però era alquanto restio nei suoi confronti. Andavano a sbrigare alcuni incarichi affidatogli dal Dio dei demoni, Eryan, cose "Top secret" come era solito dire il demone color notte.
Durante quei lungi periodi in cui mancava il maggiore, il castano ne aveva approfittato per divorare per intero tutti i libri presenti in quella vasta e accogliente casa. Senza distinzione o pregiudizi.
Aveva iniziato con i classici d'avventura per poi passare notti insonne dietro si più arguti misteri dei gialli, un tuffo fra le immense vallate esotiche narrate nei fantasy e una capatina nelle tetre cantine degli Horror o Thriller.
Dopo poco più di un mese aveva quasi esaurito la sua scorta ed era già pronto a fare una lista dei potenziali "libri da riassaporare", come faceva ogni qualvolta esauriva la sua fonte di svago e non aveva la possibilità di andare a sgraffignarne uno o più di nuovi...o andarne a comprarne altri come i comuni mortali.Era il primo pomeriggio quando Entity fece irruzione come un tornado nella stanza del minore, ora ben arredata con mobili in acero e strabordante di libri che, come funghi, sembravano moltiplicarsi ovunque vi fosse posto. Sbatté la porta così forte e all'improvviso contro il muro che il minore saltò all'aria e per poco non sbatté la testa contro lo spigolo di un armadietto, fisso alla parete accanto al letto.
Fogli di carta ricchi di appunti e copertine plastificate planarono in aria, come piume in un pollaio.«Hero svelto vestiti! Usciamo tra meno di dieci minuti» Comunicò eccentrico il demone color notte, tirandolo giù dal letto per i polsi e costringendolo a rinunciare al suo romanzo. Proprio sul più bello.
«Mi dovevi interrompere proprio ora?!» Sbottò il minore, dopo esser stato sbattuto a terra contro la pila della pentalogia di Pseodonymous Bosch, sfogiando il suo sguardo più truce con scarsi risultati.
«Leggerai il resto dopo, Missing ed Error non ASPETTANO sai...» Rispose con finto tono offeso il maggiore.
"Chi?" Si domandò il minore, ma non ebbe tempo di esprimere i suoi dubbi.
Tra un'incomprensione e l'altra, i due si trovarono sul vialetto davanti alla casa diretti verso il centro della città. Hero aveva fatto un giro approssimativo, una volta, per il resto non si era spinto oltre un panificio a due isolati dall'abitazione del maggiore, solo per poter comprare cornetti appena sfornati e biscotti freschi di giornata.
«Potresti almeno degnarti di darmi qualche spiegazione su ciò che sta succedendo...» Piagnucolò il minore, gonfiando le guance in modo puerile.
Entity ridacchiò, sprofondando le mani nelle tasche della giacca di pelle nera.
«Andiamo a fare compere al centro, con noi vengo Missing ed Error: due demoni di mia conoscenza» Spiegò sinotticamente il demone più grande.
Nulla di strano fin ora, forse?
Davanti a una fumetteria li aspettavano due figure alquanto bizzarre e sprezzanti d'energia: il più alto aveva il viso spigoloso e sicuro di sé, coronato dai capelli tagliati in una cresta multicolore, tra le gamme pastello di verde, rosso e giallo, ora tirati all'indietro e legati in un codino; il resto della nuca rasata quasi a zero serbava l'originario colore castano ramato. Gli occhi eterocromatici, uno blu elettrico e l'altro verde smeraldo saettava vigili da un lato all'altro della strada che li separava. Vestiva abiti un po' scollati e prettamente di jeans, tranne la maglia bianca un po' rovinata con il logo della NASA stampato sopra. Diversi orecchini o cerchi d'argento o a bastoncini con due sfere ai lati in plastica colorata arricchivano le orecchie leggermente sporgenti. Il sopracciglio sinistro era solcato da una lieve ma profonda cicatrice.
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"Ꮲꭱꮖꮪꮻ𝙽ꭼꭱꮪ ꮻꮁ̵ ꮪꭺꮇꭼ ꮪꭼ𝙽ꭲꮖꮇꭼ𝙽ꭲ" (Ꮋꭼꭱꮻꭲꭹ)
Fanfiction«La paura è un sentimento naturale, non lo si controlla, non lo si domina...». «...Ma alle volte, avere paura è la cosa più bella che ci possa accadere...». «...E sai una cosa? Ho paura che entrambi siamo divenuti prigionieri dello stesso sentimento...