Un attimo perfetto.
Un attimo degno del più avvente dei sogni.
Ed era loro, solo e soltanto loro.
Un misero ed insignificante istante che al confronto col sommo tempo sapeva tanto effimero quanto fugace.
Sapeva di proibito.
Ma, per loro, era oltre la settima meraviglia.
Era l'orgasmo assoluto della felicità: l'essere corrisposto.
E lassù, su quel altura che vettava dinnanzi ad una cascata tutta luci e suoni si incideva una nuova pagina della loro vita.
Una pagina su cui non c'era solo il nome di Entity o solo quello di Hero, ma entrambi. Uniti da una "&" che faceva battere ogni viscera d'emozioni contrastanti.
Erano solo loro, il mondo e qualche schiocco sempre più spinto.
Uno dopo l'altro, baci sensuali e repressi da una cupola di timidezza e timore venivano spesi in un applauso di sentimenti.
Col minore seduto in mezzo alle gambe del maggiore, stretto in un concerto di sapori, suoni e sensazioni. Le mani di lui fra le ciocche argentee e le robbuste spalle inchiostro.
Le mani di Entity aggrappate ai suoi fianchi, intente ad esplorarne le forme centimetri per centimetro.
Un opera fatta ti labbra e gemiti per la mancanza d'ossigeno, oro trasparente del corpo.
Il collo del piccolo demone vantava marchi di possesso, mentre i ciuffi argentei del demone dalle calde fiamme non possedevano più una forma se non quella delle dita dal suo amore.
Suo, con quella "S" maiuscola ricalcata milioni e milioni di volte.
Il mondo si sarebbe potuto fermare lì.
Non vi sembra un finale perfetto?
Lieto fine, nessun imbroglio.
Perfetto, si, perfetto...
Loro a consumare l'amore e il mondo a fanculo!
Ahah.
Troppo semplice.
Troppo effimero per guadagnare l'attenzione dei vostri sguardi, il vostro tempo.
Di fatto, con un crepitio sordo di vento, un forte pizzico graffiò la spalla sinistra del riccio, verso la clavicola con esattezza.
Qualcosa di sottile che giocava d'astuzia, mascherandosi nella notte come una falena.
Un rude giocattolo di cui solo un demone antico come il male stesso faceva uso: un dardo indigeno.
«Ahi! Ma...c-cosa...diami...ne» Farfugliò questo, con una confusa sonnolenza impressa sulle palpebre, tastandosi il punto dolente e confermando l'esistenza della piccola canna di legno.
Ad Entity bastò annusare l'aria per capire, per mettere in azione il suo sesto senso.
Veleno.
Un potente e nocivo veleno.
Dal pungente ed aspro odore, misto a un retrogusto di Alcool, si trattava di Aconite. In veleno senza rimedio, estratto da una pianta bastarda quanto magnifica come una donna che ti sussurra all'orecchio nella notte. 5mg di quel liquido è fatale per un uomo, ma per un demone è un potentissimo narcotico dagli effetti vari ed indesiderati.
Non era entrato in contatto immediato con organi vitali, ma certo non ci avrebbe messo molto ad infettare il sistema circolatorio, data la presa della vena.

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"Ꮲꭱꮖꮪꮻ𝙽ꭼꭱꮪ ꮻꮁ̵ ꮪꭺꮇꭼ ꮪꭼ𝙽ꭲꮖꮇꭼ𝙽ꭲ" (Ꮋꭼꭱꮻꭲꭹ)
Fanfiction«La paura è un sentimento naturale, non lo si controlla, non lo si domina...». «...Ma alle volte, avere paura è la cosa più bella che ci possa accadere...». «...E sai una cosa? Ho paura che entrambi siamo divenuti prigionieri dello stesso sentimento...