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"Buon giorno tesoro" la sua voce era roca, gli occhi blu erano ancora assonnati e i capelli scompigliati "quando tornerà Charlie da scuola?" Domandò.

"Alle cinque" risposi.

"Ti posso chiedere il favore di portarlo in questo fantastico locale? Ho una sorpresa per lui" disse.

"Certo, Simon. Ma ti ho detto mille volte che non devi dare o fare nulla per Charlie. Sappiamo come sei messo con i soldi"

"Per il mio piccolo Charlie posso fare di tutto" disse sorridendo e dopo avergli fatto il suo solito caffè macchiato, uscì dalla porta dicendo "ci vediamo alle cinque"

"Simon è la conferma di ciò che si dice" mi voltai verso mio fratello "chi non ha soldi, ha un cuore immenso" sorrisi alla sua affermazione.

Era vero.

Simon ci ha sempre aiutati in moltissime cose. Quando dovevamo far girare i volantini del locale. Quando uno di noi era da solo qua ci veniva ad aiutare e noi giustamente lo pagavamo. Diverse volte lui e sua moglie hanno badato a Charlie, l'hanno sempre visto come un nipote.

Simon e Elena sono una coppia di sessant'anni. Sono poveri, raramente hanno qualche soldo e con quello si comprano da mangiare per una settimana intera, a volte anche due. Spesso gli chiamiamo a fare pranzo o cena a casa nostra, e li facciamo mangiare fino a farli scoppiare. Sono stati come dei genitori per tutti noi. Solo loro sanno che vita facciamo.

Lavorammo per altre sette ore, parlando con i nostri clienti, ridendo e scherzando. A quelli che conoscevamo meglio facemmo anche un po' di sconto, a volte gli offriamo anche il pranzo.

Uscii sul retro per fumare una sigaretta, presi il telefono e dopo aver inserito il numero, lo portai all'orecchio.

"Pronto?" La sua voce era roca, segno che si era appena svegliato. Dopo la nottata che ha passato, mi sembrava anche il minimo.

"Cosa fai?" Gli domandai.

"Mi sto bevendo il caffè, dopo devo andare al lavoro" disse con una voce strana "ci sei stasera?" Domandò.

"Si" risposi "ne ho bisogno"

"Perfetto, ci vediamo a casa mia alle dieci?" Domandò ancora.

"Alle dieci va bene" dissi "a dopo"

"A dopo" e chiuse la chiamata.

Nello stesso momento in cui portai il telefono in tasca, spensi la sigaretta e rientra dentro.

Pochi tavoli erano occupati ora, in uno di questi c'erano mio figlio, Bea, Simon e Elena. Mi avvicinai a loro e subito lasciai un bacio tra i capelli di Charlie.

"Come state?" Domandai riferendomi a Simon e Elena.

"Tutto apposto cara, tu invece?" Domandò lei.

"Allo stesso modo" risposi.

Stavo giocando con le mani di mio figlio che poco prima avevo preso e messo sulle mie gambe, e notai un cerotto sul dito.

"Cos'hai fatto al dito?" Gli domandai.

"Le maestre hanno detto che si è tagliato con il foglio" disse Bea.

Annuii.

"Ti stavamo aspettando per la sorpresa di Charlie" disse Simon.

Elena prese un sacchetto che aveva vicino alla sedia e lo consegnò a Charlie.

"È il regalo per il tuo compleanno, in ritardo di un mese ma te lo abbiamo voluto fare comunque" disse Elena.

Mentre Charlie era impegnato ad aprire il regalo, dissi "Non dovevate, dovevate tenerli per mangiare"

The best part of me after him Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora