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Mi svegliai di malavoglia, guardai l'orologio che c'era sul mio comodino e vidi che era l'ora di pranzo. Fantastico.

Mi ero addormentata presto ieri sera, e stranamente ho dormito come un ghiro.

Mi alzai dal letto e andai direttamente in bagno. Mi misi davanti al lavandino e mi guardai allo specchio. Occhi rossi e gonfi, trucco tutto sbavato. Sembravo un panda.

Mi struccai e subito dopo mi lavai faccia e denti.

"Evy?" Domandò una voce femminile.

"Sono in bagno" risposi.

Bea entrò in bagno e mi guardò.

"Come stai?" Domandò.

Sospirai "bene" dissi.

"Sono venuti Sebi e Alan" disse.

"Il tempo di mettermi qualcosa addosso e arrivo" risposi.

Non se ne andò, anzi, si avvicinò a me e mi abbracciò.

"Sai che ci sono per qualsiasi cosa" disse "vero?"

"Lo so" risposi e le sorrisi quando si staccò dall'abbraccio.

Uscimmo dal bagno e Bea uscì dalla stanza per lasciarmi preparare.

Tolsi i vestiti di ieri e mi misi una canottiera e un paio di jeans. In questa casa faceva veramente caldo.

Scesi al piano di sotto e dopo essermi presa un caffè, andai in salotto.

Tutti ridevano e scherzavano, e la trentina di persone che c'era all'interno del mio salotto avevano una birra in mano.

"La principessina si è svegliata!" Disse Sebi avvicinandosi a me e abbracciandomi.

Mi guardai in giro. Wow, c'erano più persone di quanto mi aspettassi.

Alan si avvicinò a me e ci battemmo il pugno.

"Come sta la piccola principessina?" Mi domandò.

"Smettila di chiamarmi piccola e anche principessina, posso metterti a terra quando voglio" risposi.

"Ooooh" si sentì il coro.

Iniziammo a ridere.

"Ti voglio presentare i miei nuovi ragazzi" disse Alan "gli altri li conosci già"

Si avvicinarono tre ragazzi e due ragazze.

"Loro sono Matthew, Nathan, Filiph, Elizabeth e Stephany" disse indicando uno per uno "le due signorine sono sorelle gemelle, quindi non ti preoccupare se all'inizio le confondi. Appena le conosci riuscirai a distinguerle" disse.

"Perfetto" risposi.

"Facci il tuo discorso, piccola" disse mio fratello e tutti si misero seduti con gli occhi puntati su di me.

"Inizio io" disse Alan "siamo qui riuniti oggi per sentire il schifossisimo piano che ha pensato la fantastica Evelin tette grosse Monhro" e applaudirono tra le risate.

"Allora" iniziai "penso che già un'idea, del perché siete qua, ce l'avete" dissi e annuirono "Ma, dato che i nuovi non sanno del perché di questa vendetta, vi dirò in poche parole ciò che è successo. Poco più di quattro anni fa, il capo della nostra gang è morto in una corsa contro Marcus Ericsson. Brandon era la persona che praticamente tutti noi consideravamo come un migliore amico. C'era per ogni problema e ogni volta che avevamo bisogno di aiuto, anche se spesso era stronzo e arrogante" continuai "questa idea della vendetta è partita tutta da me. La mia gang è stata subito d'accordo con la mia decisione e si sono uniti a me. Spero che anche voi possiate e vogliate unirvi a noi per questa pazza idea. Poi c'è anche Bryce, che non fa parte di nessuna gang ma era suo fratello, e solo ieri ho scoperto che anche lui si sarebbe unito a noi" dissi.

"Non devi pensarci nemmeno a chiederci se vogliamo partecipare oppure no" disse Alan "siamo una grande famiglia, divisa in tre gang. Ogni volta che una delle gang ha bisogno di aiuto, le altre due ci devono essere. Anche se questo dovrebbe costare delle vite"

"Spero proprio di no, Alan. Io ve lo chiedo perché appunto non voglio che mettiate in gioco le vostre vite, sperando che comunque non succeda niente a nessuno, perché io voglio vendicare la morte del mio ragazzo" dissi.

"Perché hai deciso solo dopo quattro anni di vendicare la sua morte?" Domandò uno di quelli nuovi, penso fosse Nathan.

"Ti rispondo io" disse Caleb "dovevamo semplicemente capire con chi ci stavamo mettendo contro. Dovevamo scoprire chi erano le persone che hanno aiutato Marcus a fare ciò che ha fatto. Dovevamo scoprire il suo punto debole"

"E avete scoperto il suo punto debole?" Domandò ancora.

Sembrava interessato.

"Si" rispose di nuovo mio fratello "È proprio lei" mi indicò.

"Che diamine hai fatto a quell'uomo per essere il suo punto debole?" Mi domandò Sebi.

"Prima che io lasciassi il liceo, stavamo insieme. Siamo stati insieme diversi mesi" raccontai "eravamo tra i più popolari della scuola. Lui era innamorato di me, io invece lo usavo solamente" ammisi "E quando lo lasciai è diventato l'uomo che è ora"

"Quindi" disse Matthew "quando dovrebbe esserci questa vendetta?"

"Tra due mesi" risposi "precisamente il 17 dicembre"

"Però dobbiamo rivedere ancora il piano, vado a prenderlo così da spiegarvelo" disse Jess per poi alzarsi dal divano e salire al piano di sopra.

La porta d'ingresso si aprì ed entrarono Charlie e Chris.

"Mamma!" Urlò mentre corse verso di me per poi saltarmi in braccio.

"Hei piccolo" lo abbracciai.

"Nanetto, non mi saluti?" Disse Alan.

"Zio Alan!" Disse scendendo dalle mie braccia e saltando sulle sue.

"Zio Sebi!" Urlò ancora.

Saltò in braccio a tutte le persone che conosceva, poi Alan gli presentò quelli nuovi.

"Ciao, io sono Charlie, il capo di questa casa" disse tendendo la mano verso ognuno di loro, sorridendo.

La sua piccola manina venne stretta dalle cinque persone nuove e dopodiché disse "fate del male a mia mamma, e siete morti"

Tutti risero, io più di tutti.

Amavo troppo quel bambino, e ogni volta che faceva questa scenata mi domandavo sempre da chi avesse sentito queste parole.

"Okay Charlie, penso che abbiano capito" lo presi in braccio.

"Lo so, non vedi le loro facce" disse indicandoli "stanno morendo dalla paura, per questo non ti faranno del male. Sanno quanto io sono forte e non si voglio mettere contro di me"

Risi.

"Hai ragione" disse Alan "guarda che tutti noi abbiamo paura di te" continuò trattenendosi dal ridere.

Difronte a me c'era Nathan. I nostri occhi si incrociarono mentre gli altri parlavano tra di loro e Alan parlava con Charlie.

Mi sorrise.

"Evelin, giusto?" Domandò, annuii "sai, anch'io ho un figlio. Ora dovrebbe avere la stessa età di Charlie, ma non l'ho mai conosciuto" disse.

"Come mai?" Domandai.

Mi guardò e poi parlò "ho mentito a sua madre, ma non per volere mio"

"E quindi si è allontanata da te?" Domandai ancora.

"No" rispose "l'ho fatto io. Non potevo più farmi vedere da lei, altrimenti sia lei che il bambino sarebbero morti"

"Oh" risposi.

Ci furono minuti di silenzio tra di noi, ma continuavamo a guardarci.

"Se vuoi..." iniziai "possiamo fare in modo di fare fuori quella persona affinché tu possa rivedere la tua famiglia"

"Non serve, succederà il 17 dicembre" disse, lo guardai confusa e lui si spiegò "è Marcus, la persona che mi ha ricattato"

The best part of me after him Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora