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Eravamo tutti a casa di Susan a ridere e a bere birra.

"Sono felice di non essere più una tua prossima vittima" disse Susan guardandomi.

"Non lo sei mai stata" risposi sorridendo "lo sarebbe stato lui" dissi indicando Brandon.

"Lo stavo per essere" rispose lui guardandomi.

Poi si frugò nella tasca tirando fuori l'anello che avevo lasciato in camera. Prese la mia mano sinistra e me lo mise all'anulare "non toglierlo mai più"

"Non te lo prometto" risposi.

...

Eravamo tornati a casa, stesi sui divani come sacchi di patate a guardare un film alla tv.

Sembrava di essere alla normalità.

Sembrava... finché non mi arrivò un messaggio.

Una foto dallo sconosciuto.

L'aprii e nella foto c'era mio figlio mentre dormiva in camera.
Brandon, vedendo anche lui la foto, si alzò dal divano e corse in camera. Lo seguii.

Come aveva fatto ad entrare in camera?!

Entrammo nella stanza. Il letto era vuoto.

"Charlie?!" Urlai iniziando a cercarlo "Charlie?!" Mi muovevo da una parte all'altra, Brandon era andato a vedere nelle altre stanze mentre continuava a chiamarlo.

La porta si chiuse di colpo, mi voltai e vidi un uomo con un coltello puntato sulla gola di mio figlio, aveva gli occhi spanacati, terrorizzati, e pieni di lacrime.

Guardai Charlie e poi l'uomo.

"È bello rivederti Evelin" disse.

Mark.

"Cosa vuoi?" Domandai.

"Una cosa molto semplice, la testa di tuo figlio" rispose "sai, ho sempre voluto avere io questa vita con te, questo bambino... ma tu hai preferito lui"

"Perché uccidere un bamhino quando avevi la possibilità di non curarmi, quando ero all'ospedale, e uccidermi?" Domandai.

"Sarebbe stato troppo semplice" rispose ovvio "non avresti sofferto quanto ho sofferto io"

"Far soffrire una persona conla vita di suo figlio e mille volte peggio che..." mi bloccai.

Capivo ciò che voleva fare.
Uccidendo Charlie mi avrebbe fatta soffrire molto di più, solo per ripicca perché l'avevo lasciato.

"Hai capito ora?" Annuii.

"Ma, diamine Mark, è un bambino" dissi avvicinandomi "fai del male a me, non a lui" ormai ero arrivata tanto vicino a lui da riuscire a togliergli il coltello dalla gola da mio figlio e appena lasciò la presa con l'altra mano, lo spinsi verso la porta affinché se ne andasse.

"Fammi del male" dissi "picchiami, sparami, tagliami, fai quello che ritieni sia più giusto per te per sentirti meglio. Non te lo impedirò"

"E se invece tornassimo insieme?" Domandò lui.

"Non posso, Mark. Non sarei giusta con te, e non voglio farti stare più male" dissi.

"Evy, stavo per tagliare la gola di tuo figlio... un bambino..." disse guardandomi negli occhi dispiaciuto.

"Mark, so che non sei il tipo da ammazzare qualcuno. Sei un bravo ragazzo, ma io non ti meritavo" dissi "sono sicura che troverai una ragazza che ti sappia apprezzare realmente per quello che sei" continuai "noi due eravamo due poli completamente opposti, non ci saremo mai trovati..."

"Sei felice con lui?" Domandò.

Sospirai "a volte ci sono ancora un po' di problemi, ma si" dissi "sono felice con lui"

"Allora non si torna indietro..." disse "beh, magari incontrerò anch'io una persona che sarà felice con me"

Okay, penso mi stia rinfacciando il fatto che l'ho lasciato o sbaglio?

"Grazie per aver creduto in me" sussurrò "per avermi impedito di fare una cosa per cui dopo mi sarei pentito... non volevo fargli male... penso" il sho sguardo era perso nel vuoto, poi si riprese "forse ora è meglio che vada" disse avvicinandosi alla finestra.

"Non preferisci uscire dalla porta?" Domandai.

"Per aumentare le probabilità che il tuo ragazzo mi uccida?" Fece finta di pensarci un po' poi mi guardò.

"Hai ragione" risposi "beh, magari in un giorno riusciremo finalmente ad essere amici" dissi.

"Magari" rispose e poi se ne andò.

Era un bravo ragazzo, aveva un cuore d'oro. Non avrebbe mai fatto del male ad una mosca, figuriamoci ad un bambino.

The best part of me after him Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora