Chance Encounters

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[Pov Jungkook]

“Dopo sbornia?”

Aprii gli occhi e mi sedetti, guardandomi intorno per vedere chi è che stava parlando. Sentii dei passi dietro di me e mi girai. I miei occhi si spalancarono quando riconobbi la persona che mi stava camminando incontro. Non mi sarei di certo potuto sbagliare, ma non ero nemmeno sicuro che fosse ‘Suga’.

Ricordavo a malapena il nostro precedente incontro, meno di una settimana prima. Si sedette accanto a me sulla panchina, estraendo una pietra dalla sua tasca e gettandola nel lago.

“È bello vederti di nuovo.” Sorrisi, sdraiandomi nuovamente.

“Di nuovo?” Guardò altrove prima di far finta di ricordare. “Ah, l’adolescente ubriaco al bar. Quindi questo è un sì, a proposito del dopo sbornia.”

“Mi stai dicendo che sei venuto fin qui senza riconoscermi?”

“Onestamente?” Sospirò.

“Di solito non ho proprio contatti con le persone, perciò sì... Ti ho riconosciuto. Questa volta non avevi nessuno che ti accompagnasse a casa, così hai deciso di dormire nel parco?”

“Ho una pausa fra le lezioni. Ho deciso di perdere tempo qui. Perciò no, a proposito del dopo sbornia.”

Colsi l’occasione per osservarlo meglio. Prima lo avevo guardato in un bar scarsamente illuminato, e poi camminando per strada di notte... Senza parlare del fatto che ero lontano dall’essere sobrio.
Era carino esattamente come me lo ricordavo. Tutto di lui era ‘chiaro’. I suoi chiari occhi marroni, la sua pelle chiara, le sue labbra rosa chiaro. Anche i suoi capelli marrone chiaro, ‘chiari’ e soffici sulla sua testa. Era ovvio, comunque, che i suoi capelli naturali erano più scuri, e che lui li aveva tinti di recente. Notai che mi stava guardando a sua volta, probabilmente chiedendosi perché lo stessi osservando con così tanta attenzione.

“Ho qualcosa sulla faccia?” Mi chiese infine.

“No. Sei solo bello.” Sorrisi.

Fece una smorfia prima di alzare gli occhi al cielo e smettere di guardarmi. Tirò fuori dalla tasca un’altra roccia e la gettò nel lago.

Quante ne aveva... e perché?

Lo guardai quando ne rivelò una terza... esitando prima di lanciarla. La lanciò in aria e la riprese un paio di volte prima che essa seguisse le altre nell’acqua. Restammo entrambi seduti a guardare le increspature che aveva lasciato sulla superficie. Dopo che si furono dissolte, la sua mano finì di nuovo nella sua tasca, ma questa volta non ne tirò fuori nulla.

“Che stai facendo?” Gli chiesi ridendo.

“Non sono affari tuoi.” Mi disse a bassa voce.

Non lo avevo notato prima, ma sentii un accenno di dialetto. Forse me lo stavo immaginando, ma non ne ero sicuro. Certo, non potevo non notarlo, dal momento che sembrava che stesse cercando di nasconderlo.

“Sei di Busan?”

“Daegu.” Mi corresse, scuotendo la testa. Gli scivolarono i capelli davanti agli occhi, ma non si curò di spostarli. Mi chiesi come avrebbe reagito se lo avessi fatto io.

“Quindi, il dolce Suga è di Daegu, huh?”

“Suga?” Si voltò con un’espressione interrogativa sul volto, ed io la feci a mia volta.

“Beh, questo è il nome che mi hai dato... In quale altro modo dovrei chiamarti? Oppure vuoi dirmi il tuo vero nome?”

“Non ti ho detto nessun nome, ragazzino. Te ne sei uscito da solo con quello. Credo che da ubriaco stessi tentato di chiamarmi ‘sugar’.” Mi derise.

Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora