Stress

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[Pov Jungkook]

“Hyung, ti sei già scusato tremila, quattrocento, sessantotto volte. Smettila.” Sentii Yoongi dire. 

Era al telefono con Jin, che lo aveva chiamato non appena avevamo lasciato la festa. Era un’ora fa, ma Yoongi era ancora al telefono, principalmente ascoltava senza rispondere. Non avevo idea di quello che Seokjin gli stesse dicendo, ma ovviamente si stava scusando. Yoongi sospirò di nuovo (il trentesimo sospiro da quando aveva risposto al telefono) e disse un veloce ‘buon compleanno’ prima di chiudere la chiamata, senza dubbio senza nemmeno aspettare che Seokjin finisse di parlare. 

“Non dovrei essere io quello a scusarsi?” Chiese, e la sua testa cadde all’indietro colpendo il suo sedile. Eravamo ancora nella sua macchina, seduti a breve distanza da casa di Seokjin. Non ce ne eravamo andati dal momento che Yoongi non voleva parlare al telefono mentre guidava. 

“Perché dovresti scusarti?” 

“Per aver creato un dramma alla sua festa.” 

“Sono sicuro non sia un problema. Sono attori. Probabilmente gli piacciono i dramma.” Commentai, guardando fuori dal finestrino. 

Mormorò in risposta, ma tacque. C’era molto che volevo dire, ma nulla sembrava appropriato o rilevante. Lo guardai e i suoi occhi erano chiusi. La macchina non era nemmeno accesa, ma teneva stretto il volante in una morsa d’acciaio mentre con l’altra mano si massaggiava il ponte del naso. Non sapevo se fosse irritazione, stress, o qualcos’altro. 

“Vuoi che guidi io?” 

No, solo... dammi... un minuto.” 

“Possiamo... possiamo parlare?” Suggerii timidamente. Non volevo infastidirlo, ma non potevo lasciare andare. 

“Lo so, non avrei dovuto dire niente.” Mormorò. “Avrei potuto fingere di non riconoscerla e-”

“Non è quello che stavo per dire.” 

“Non posso farci niente. Penso di avere una personalità conflittuale. Non posso sopportare stronzate come quella e ho fatto lo stesso con i tuoi genitori e mi dispiace." Continuò. Gli coprii la bocca con la mano per zittirlo e mi rivolse un’espressione confusa. 

“Non era quello a cui stavo pensando, hyung.” Sospirai. “Volevo chiederti se stai bene.” 

“Sto bene.” 

“Non è vero.” 

“Perché chiedermelo se non hai intenzione di accettare la mia risposta?” 

“Speravo mi dicessi la verità.” Mormorai. “Pensavo avessi smesso di mentirmi.” 

“Dimenticatelo e basta.” 

Mise in moto la macchina e iniziò a guidare verso casa, e io rimasi in silenzio. Lo conoscevo abbastanza da sapere che se non voleva parlarne, nessuna quantità di fastidio lo avrebbe convinto a farlo. Anche se non ero soddisfatto, sapevo di non doverlo forzare. 

Nell’avvicinarci alla casa, trovammo un’auto della polizia parcheggiata di fronte. Yoongi continuò a guidare quando notammo i due agenti alla sua porta. Parcheggiò un isolato più avanti e mi disse di aspettare, ma io lo seguii comunque. 

“Qualcosa non va, agenti?” Chiese Yoongi avvicinandosi. 

“Stiamo aspettando il proprietario di questa casa. Min Yoongi? Lo conosce?” 

“Oh, Yoongi? Penso sia uscito poco fa per andare a una qualche festa. Starà fuori per un po’. Ha fatto qualcosa di male?” Chiese timidamente. 

Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora