Stress Relief

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[Pov Yoongi]

“Ti ho mai detto di essere molto bravo ad alleviare lo stress?” Mormorò Jungkook. Mi teneva ancora fermo, ma avevo smesso di lottare. “Solo perché ho detto che mi stava bene che lo facessi, non significa che non interferisca se ne ho la possibilità.” 

Aprii la bocca per ribattere, ma non uscì niente. Ero perplesso. Sapevo di dover essere arrabbiato con lui. Ne avevo ogni diritto. Aveva attaccato in faccia a uno dei miei clienti e sarei stato io a dovermene occupare dopo. Cosa peggiore, era fiero di sé, dato il suo sorrisetto. 

Alla fine mi lasciò andare, afferrando il mio telefono per spegnerlo del tutto. Sedendomi lo guardai, scivolando ulteriormente sul letto e lontano da lui. Sapevo di dover essere arrabbiato con lui... ma non lo ero. Continuai a fissarlo ma non ero turbato. Ero frustrato, infastidito, ma non per colpa sua. Non sapevo a che stesse pensando. Non sapevo se dovessi arrendermi e credergli. Non sapevo se era okay per me lasciargli fare quel che voleva. 

Sostenne il mio sguardo mentre il suo ginocchio scivolava in avanti e si muoveva più vicino, avvolgendo le dita intorno alla mia cravatta e tirandomi a sé. Le sue labbra sfiorarono la mia mascella, il suo respiro caldo sul mio collo quando decise di sussurrarmi all’orecchio. 

“Resterai lì a fissarmi o dirai quello che vuoi dire?” 

“Non ho niente da dire.” Risposi con calma. 

“Sicuro?” Non mi mossi quando tirò di più la cravatta, allentandola e gettandola via. 

“S-sì, sono... sono sicuro.” Balbettai, imprecando internamente a quanto fosse ovvio che mi stesse rendendo nervoso. 

“Davvero? Non vuoi dirmi di fermarmi? Lo sai cosa sto facendo, vero?” 

“Non sono... stupido, Jungkook.” 

Sapevo cosa stava facendo, ma non avevo idea di cosa io stessi facendo. Le mie dita emersero e giocherellarono col suo colletto, sbottonando per sbaglio il primo bottone. Guardai altrove, mordendomi il labbro inferiore. Sarei dovuto essere io quello esperto. Diavolo, facevo questa roba per vivere, letteralmente, ma alla fin fine non sapevo cosa fare. Quando non c’era nessuno a darmi indicazioni, ero incapace. 

“Dovrei sapere cosa fare, ma io non... non in questa situazione.” Ammisi. 

“Non ti preoccupare.” Mormorò, facendomi girare per guardarlo. “Non è come a lavoro. Ti prometto che ti piacerà.” 

Mi baciò delicatamente, le sue mani viaggiarono lungo le mie spalle togliendomi completamente la camicia. Gli lasciai prendere il comando, facendomi stendere sotto di lui prima di sedersi e iniziare a slacciare i bottoni della sua camicia. Quando se l’ebbe tolta, lo tirai giù per baciarlo ancora. Mi sentivo impacciato, insicuro, e quasi desiderai di essere ubriaco così sarebbe stato più facile. 

Feci scivolare una delle mie mani dalla sua nuca lungo le sue spalle, il suo petto, le sue costole... era così caldo. Mi concentrai sulle sue mani, che delicatamente mi massaggiavano i fianchi. Mi concentrai sulle sue labbra, la sua lingua si muoveva leggiadra lungo il mio collo. Ricordai a me stesso che questo era diverso. Non c’erano regole da recitare. Le stavamo già infrangendo le mie regole. 

Gli slacciai la cinta, chiedendomi velocemente se fosse la sua cinta o di Seokjin. Era impegnato a marchiarmi la clavicola mentre gli sbottonavo i pantaloni. Qualcosa riguardo Jungkook mi faceva dubitare della mia esperienza. Lo avevo fatto innumerevoli volte, eppure mi sentivo come se stessi sbagliando. Ma forse era così.

Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora