Forget, don't forgive

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[Pov Yoongi]

Ci vollero solo quarantasei chiamate perse prima che i genitori di Jungkook capissero finalmente che non avrebbe risposto. In realtà, gli avevo confiscato il telefono dopo la prima volta che avevano chiamato e lui aveva quasi risposto. Lessi alcuni dei messaggi che avevano inviato. Supplicavano che questo fosse solo un orribile scherzo di Halloween, e lo avvisavano di rispondere alle loro chiamate. Era patetico. 

Era irritante svegliarsi, scendere le scale e trovarlo nella mia cucina. Stavamo uno intorno all’altro senza sapere come comportarci. Passavo la maggior parte del tempo nel mio ufficio, cosa che in realtà non era insolita per me, e lui passava molto tempo fuori casa, probabilmente con i suoi amici. Dalle brevi, poche conversazioni che avevamo avuto, sapevo che Taehyung lo stava aiutando a diventare un barista, e ballava ancora con Jimin. 

Era passato più di un mese, e mi sembrava più uno sconosciuto ora di prima. Mi dissi che era solo l’imbarazzo, ma avevo la sensazione che avesse già cambiato idea su di me. Erano le sei del mattino, di domenica, e lui era già fuori da qualche parte, e questo sembrava solo rafforzare la mia teoria. Non ero entrato nella sua stanza da quando si era trasferito, ma sbirciai e vidi che la maggior parte della sua roba era ancora nelle scatole, ammucchiate in un angolo della stanza, quasi come se si stesse preparando per trasferirsi di nuovo. 

Mi chiusi la porta alle spalle con un sospiro, lasciandomi cadere sul letto e guardando il soffitto. Non sapevo cosa avevo fatto, ma sapevo di aver già rovinato tutto. Considerai l’idea di chiamarlo, ma il suo telefono era ancora sulla mia scrivania. Non avevo il numero di Taehyung o Jimin, e non sapevo con quale dei due era adesso, se era con loro. Per quel che sapevo, poteva star esplorando cave con qualcuno che non avevo mai incontrato. 

Mi rannicchiai, volendomi nascondere dal freddo ma allo stesso tempo senza volermi muovere, o rovinare il suo letto perfettamente in ordine. C’era uno spiffero che entrava nella camera del quale non sapevo niente. Non avevo mai usato questa camera prima, e Jungkook non me lo aveva detto. 

In qualche modo, mi addormentai. Non avevo dormito la notte prima, e la mia stanchezza era più forte della stanza fredda. 

“Yoongi...?” La voce di Jungkook mi svegliò, e torpidamente mi rannicchiai ancora di più. “Yoongi, svegliati.” 

“Non voglio.” 

“Stai tremando, hyung. Alzati, per favore?” 

“No.” 

Sentii Jungkook sospirare e il materasso abbassarsi quando, presumibilmente, si sedette accanto a dove ero steso. Da qualche parte nella mia mente sapevo di dovermene andare. Questa era la sua camera, e lui non mi voleva qui. Probabilmente era strano che stessi dormendo sul suo letto. Probabilmente pensava fossi inquietante, o chissà cos’altro. 

Le sue mani erano bollenti mentre si muovevano sulle mie braccia. Lentamente ma con sicurezza, iniziò a spostarmi, facendomi sedere e appoggiare contro di lui, prima di tirarmi su completamente. Odiavo essere trasportato, ma lo lasciai fare. Sapevo che stava solo cercando di liberarsi di me. Mi portò fuori dalla sua stanza e su per le scale, nella mia. 

“Se volevi dormire nella mia camera, potevi almeno usare la coperta.” Mormorò, coprendomi con la mia stessa coperta. “È troppo freddo lì dentro.” 

Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora