Catalist (Final 1)

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[Pov Jungkook]

Sussultai per il dolore quando spinsi via l’airbag sgonfio. La mia mente era leggermente offuscata ma sentii comunque qualcuno bussare al finestrino, e dopo qualche momento lo abbassai. Il mondo si mise a fuoco dopo qualche secondo e potei registrare la persona che mi stava chiedendo se stessi bene, e io annuii lentamente, stordito. 

“Sto b-bene, penso.” Mormorai. 

“Ti serve aiuto per uscire?” 

“Io uh... no... aspetta, sì, io-”

Slacciai la cintura di sicurezza, aprendo la porta con mani tremanti. Mi aiutarono ad uscire dal veicolo e gemetti per il dolore quando poggiai il peso sulla gamba sinistra. La sentivo pulsare, ma sembrava stare bene. Almeno non c’era sangue. Camminammo fino al marciapiede e mi sedetti a terra, massaggiandomi la gamba. L’avevo sbattuta abbastanza forte contro il volante prima che l’airbag si attivasse. 

“Chiamo la polizia, okay?” 

“Sì, il mio telefono è- merda, il mio telefono?” Mi era caduto. Si era chiusa la chiamata? “Scusa, potresti prendermi il telefono? Il mio... coinquilino sarà preoccupato.” 

“Sì, sì, aspetta.” Si allontanò, tornando con il telefono in mano. “Pensi di aver bisogno di un’ambulanza?” 

“No, no, sto bene.” Lo rassicurai, premendo sullo schermo e vedendo che Yoongi era ancora in linea. Mi avvicinai il telefono all’orecchio e lo sentii urlare il mio nome e io mi affrettai a parlare, facendogli sapere che ero lì. 

“Jungkook?! Ti giuro ti sto chiamando da dieci minuti. Che cazzo è successo? Stai bene? Ho sentito come se fossi andato a sbattere. Sei andato a sbattere? Ti sei fatto male?” 

“Sto bene. Sì io... cazzo, la tua macchina. Hyung mi dispiace tanto, la tua macchina è-”

“Ti sembra che me ne freghi qualcosa della cazzo di macchina?” Urlò, interrompendomi. “Dove sei?” 

“Sono vicino casa. Io uh... potrebbe volerci un po’ prima che torni a casa ma...” 

“Dove sei? Sto venendo lì adesso dimmi solo dove sei.” 

“No, non devi, io-”

“Dove cazzo sei, Kook?” 

Gli comunicai l’incrocio più vicino e attaccò. Mi massaggiavo flebilmente la coscia, più il tempo passava e più le mie mani tremavano. Provai a farle smettere ma peggiorarono soltanto. Il poliziotto non ci mise tanto ad arrivare, ma io rimasi seduto, guardando lo stato della macchina. 

La parte anteriore era completamente accartocciata, piegata contro il palo sul quale avevo sbattuto. Le quattro frecce lampeggiavano, nonostante il fatto che non ricordavo di averle accese. Era distrutta. So che mi aveva detto che non gli importava, ma vederla... non sapevo come avrebbe potuto reagire. Sarebbe rimasto sconvolto, e non ero sicuro di essere pronto a vedere uno Yoongi sconvolto. 

“Jungkook!” Sentii chiamare il mio nome e vidi Yoongi correre verso di me. 

Corse oltre la macchina senza degnarla di uno sguardo, fermandosi appena davanti a me e inginocchiandomi, spingendomi velocemente in un bacio. Quando si tirò indietro aveva il fiatone, guardandomi freneticamente, assicurandosi silenziosamente che non fossi gravemente ferito. Sembrò calmarsi dopo qualche momento, la sua testa cadde delicatamente sulla mia spalla mentre le sue mani mi stringevano le braccia. 

“Stai bene?” 

“Te l’ho già detto. Non c’era bisogno che venissi.” 

“Stronzate. Non osare mai più spaventarmi in quel modo!” Urlò, raddrizzandosi per guardarmi con uno sguardo intimidatorio. 

Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora