Envy

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[Pov Jungkook]

“È passata un’ora, pensi che verrà?” Sospirai. 

Sapevo quanto tutto questo fosse pietoso. Mi ridussi a chiamare Seokjin, che mi disse di chiedere a Hoseok, che mi disse di scrivere a Solji solo per avere la minuscola possibilità di vedere Yoongi. Mi ignorava, più del solito. Leggeva i miei messaggi, spesso appena qualche momento dopo averli inviati, ma non rispondeva. Non rispondeva mai. Se io o Jin andavamo a casa sua, non rispondeva nemmeno alla porta, anche se sapevo che era a casa. 

Cominciava a venirmi l’ansia. L’unico motivo per il quale sapevo che era vivo era la piccola spunta che indicava che aveva letto il mio ultimo messaggio. Era almeno uscito di casa nell’ultimo mese e mezzo? Doveva, giusto? In che altro modo poteva comprare del cibo? In che altro modo poteva... incontrarli? Mangiava, giusto? Lavorava? Mi sentivo più preoccupato che altro. 

“Ho bisogno di una sigaretta.” Mormorai a me stesso, vedendo che Taehyung era troppo occupato per ascoltare. 

Non appena misi piede fuori, lo vidi. Era magro e pallido, un forte contrasto con i suoi vestiti larghi e scuri. Come temevo, sembrava non fosse uscito molto di casa. Sembrava non avesse mangiato. Era con Solji, e vidi come lo sgridava eccessivamente. Era voltato con le spalle verso di me, quindi quando Solji si calmò colsi l’occasione per avvicinarmi. 

“Non ci è ancora arrivato.” Yoongi alzò le spalle indifferentemente. 

Mi feci notare, chiedendo di cosa stessero discutendo e notando come Yoongi si rifiutava di guardarmi anche mentre mi dava una spiegazione. Guardai Solji andarsene sbattendo i piedi, scioccata per la mia risposta, lasciandoci a noi stessi. Yoongi provò a deviare la conversazione, ma morì velocemente e restammo in silenzio finché non parlò di nuovo. 

“È la cugina di Hoseok, Solji.” Mi fece tranquillamente notare. “Mi ha trascinato qui.” 

“Sì, lo so. Le ho scritto prima, anche se non penso sapesse chi fossi.” 

Continuava a fissare il terreno, trattenendosi anche dal guardare per sbaglio nella mia direzione. Quando feci un passo in avanti, lui fece un passo indietro. Quando provai a raggiungerlo, lui si spostò. Ci stavo provando così davvero, davvero duramente, ma lui rimaneva ostinato. Anche se lo avevo detto nella maniera più ovvia, negava esistesse anche una chance che potesse esserci qualcosa fra noi. 

“Di che hai paura?” Chiesi frustrato. “Sai, normalmente, quando due persone scoprono di piacersi, diventano una coppia. Si tengono per mano, vanno a degli appuntamenti, si baciano, fanno sesso... e qualunque altra cosa fanno le coppie. Vuoi sapere cosa non succede?” 

Non ricevetti nessuna risposta. A questo punto non ero nemmeno sicuro mi stesse ascoltando. Mi scompigliai i capelli, più che annoiato dal fatto che nonostante fosse in piedi davanti a me, era come se non fosse davvero qui. Potevo afferrarlo e scuoterlo, ma mi avrebbe comunque ignorato, ne ero certo. 

“Una persona non evita l’altra finché quest’ultima diventa così disperata da dover scrivere a una qualche sgualdrina di trascinarti fuori da casa tua per poterti vedere per una volta.” Urlai. 

Borbottò qualcosa, appena udibile, prima di liquidarmi e andare via. Non avevo nemmeno sentito quello che aveva detto, ma lo seguii quando provò ad andarsene. Continuava ad insistere di poter tornare a casa a piedi nonostante non sapesse nemmeno in che direzione stesse camminando. A malapena si fermò quando lo fermai fisicamente. Continuava a tirar fuori delle scuse. Continuava ad allontanarsi e cercare di seminarmi. Non gliel'avrei lasciato fare. 

Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora