Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)

"Friends"

[Pov Yoongi]

Fra tutti i miei ‘amici’, l’unico che davvero consideravo mio amico era Seokjin. Quando si trattava di Namjoon, era figo, certo. Per quanto, effettivamente, uscissimo insieme, andava bene solo se volevo parlare di musica o migliorare il mio inglese. Hoseok era estenuante, ma andava bene per farsi una risata. Passare del tempo con Solji non era mai volontario. Lei si presentava a casa mia e mi portava ovunque le andasse. Non valeva la pena protestare.

Con Seokjin, invece, era più semplice. Riuscivo a passare del tempo con lui, non importava quale fosse il mio umore. Se ero felice, celebrava con me. Se ero turbato, mi aiutava a calmarmi. Se ero sul punto di strapparmi la pelle di dosso, mi stringeva le mani e mi aiutava a superarlo. Passare del tempo con lui non era mai difficile, non era mai imbarazzante, non era mai spiacevole.

Credevo in lui. Probabilmente era l’unica persona in cui credevo. Sapeva più lui di me che chiunque altro, ma non sapeva comunque tutto. Era l’unica persona che sopportavo venisse a casa mia senza essere stato invitato. Era l’unico a cui avevo parlato dell’abbandono di mia madre, della morte di mio padre. Ma non gli avevo mai detto ciò che era successo nel mezzo.

Si prendeva anche cura di me, in un certo senso. Mi sgridava quando restavo sveglio tutta la notte a lavorare alla mia musica. Mi sgridava quando non mangiavo. Mi sgridò quando vide che non avevo nulla in cucina perché era passato un mese dall’ultima volta che ero andato a fare la spesa. Mi spaventava a volte. Lui era l’unico del nostro ‘gruppo’ ad essere più grande di me, e non solo per quello, lui era l’unico che ascoltavo. Si comportava come la madre che non avevo mai avuto... forse proprio perché sapeva che non l’avevo mai avuta.

Odiavo quando mi comprava le cose, anche il cibo, ma di solito lo lasciavo fare. Lo lasciavo sempre fare, che mi andasse bene o no. Quando portò quel ragazzino, Jungkook, alla mia porta, lo lasciai fare, così Jungkook se ne sarebbe andato. Fra tutti i ristoranti dai quali avrebbe potuto ordinare, Jin doveva chiamare l’unico dove, a quanto pare, lavorava Jungkook... e faceva le consegne. Ero sicuro che non mi avesse visto, ma ci era andato troppo vicino.

Troppo vicino, perché Jin mi stava sgridando, e quando Seokjin mi sgridava, mi chiamava Yoongi.

Questo successe una settimana fa. Da quel momento avevo fatto la spesa, più per per fare un piacere a Seokjin quando, questa mattina, venne da me e subito si diresse in cucina. Fece un sospiro di sollievo nel vedere che avevo comprato del cibo. Uova, latte, succo di frutta, yogurt, pizza congelata... avevo ramyun e riso nella dispensa, e anche alghe, cereali... Non era molto, ma io non cucinavo, quindi per Jin fu abbastanza. Ebbe comunque da ridire sul fatto che non avevo della carne, che anche se non cucinavo spesso avrei dovuto comunque averne.

Uscì e comprò delle bistecche, prima di rientrare e cucinarmi il pranzo. Gli dissi di non farlo, ma discutere con Seokjin era inutile. Vinceva sempre. Cucinava bene, e io avevo comunque voglia di bulgogi... o almeno è quello di cui mi convinsi quando gli lasciai prendere il controllo della mia cucina. Ero solo felice che non avrebbe mai più chiamato quel ristorante. Non volevo rischiare di imbattermi di nuovo in Jungkook.

“Io mi preoccupo per te, lo sai?” Sospirò, girando le verdure.

“Lo fai? Perché?”

“Perché? Mi stai davvero chiedendo il perché?” Mi chiese ridendo appena. “Suga, tu davvero non sai come prenderti cura di te stesso. Non riesco ad immaginare come fosse la tua vita prima che Namjoon ci presentasse. Ti dimentichi di mangiare, di dormire... non cucini. Come fai a vivere da solo?”

“Te l’ho detto hyung, ho usato i soldi di mio padre per comprarmi questa casa. Non costava molto... ho solo problemi con le bollette, a volte. La casa e la macchina sono completamente pagate.” Alzai le spalle, mentendo solo per metà. Mentivo solo su da dove provenissero i soldi, ma il resto era la verità. La macchina e la casa erano pagate completamente. All’epoca avevo un sacco di soldi in più.