Immature

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[Pov Jungkook]

Credevo di essere stato più discreto, ma come si è scoperto, sono abbastanza scontato. Yoongi mi vide ancora prima di uscire. Non lo avevo visto sbirciare dalla finestra prima che mi chiamasse, rimproverandomi e dicendomi di tornare a casa. Ma mi fece cambiare idea dal seguirlo. Sapevo che non voleva lo facessi, e io sapevo che era ridicolo. Mi sentivo in ansia solo a lasciarlo da solo.

Non provò davvero a fermarmi. Nemmeno mi salutò quando se ne andò. Non fece assolutamente niente finché entrambi non parcheggiammo. Sbatté arrabbiato la portiera della sua auto e camminò fin dove avevo fermato il mio scooter. Mi stavo ancora togliendo il casco quando iniziò ad urlare, afferrandomi rudemente per il colletto.

“Perché cazzo sei qui?”

“Lo sai perché,” Risposi il più tranquillamente possibile.

“Sul serio?” Rise, rilasciando la presa sulla mia giacca. “Vattene a casa. È solo lavoro. Lo vedi dove diavolo siamo? È un dannato ufficio! Non mi accadrà nulla di male perché nemmeno lui vuole che le persone sappiano quello che facciamo. Se esco dal suo ufficio diversamente da come sono entrato, le persone lo noteranno, parleranno, e lui rischierebbe di perdere il lavoro. Nessuno di noi è così fottutamente scemo, stupido.”

“Ho capito, ma-"

“No. Tu non capisci. Non cambierà niente se sei qui. Solo perché ho incontrato uno psicopatico una volta non significa che lo siano tutti i miei clienti, e considerando che sono sopravvissuto così a lungo, dovrebbeessere fottutamente ovvio, anche per un bambino come te. Sei qui solo perché è capitato che fossi con me quando ha chiamato. Quindi vattene.”

“Non sembrava ti importasse che fossi con te all’hotel.” Gli feci aspramente notare.

“Era diverso. All’epoca eri solo un teenager ubriaco che non conoscevo e non mi interessava conoscere.”

“Ero sobrio.”

“E chi se ne frega? Non sapevamo un cazzo l’uno dell’altro e pensavo non sarebbe mai successo. Non ti importava di me, e a me non importava di te. Potevo mentire su quello che stavo facendo e tu non avresti fatto domande perché volevi solo la stessa cosa che vogliono tutti, solo che tu la volevi gratis.” Inveì.

“Vai allora. Menti. Farò finta di crederci se ti farà sentire meglio, ma non vado da nessuna parte.”

“Dio, sei così fastidioso. Potresti per favore-”

“No.” Insistei.

“Già odio fare questa merda. Non voglio pensare a te seduto qui mentre...” Si bloccò, prendendo un lungo respiro. Sembrò disputare qualcos’altro nella sua mente, ma non gli diede voce.

“Non devi andare lì dentro.”

“Sì, devo.” Sospirò. “Non aspettare qui fuori. Vai a casa.”

Girò sui tacchi e se ne andò. Lo guardai mentre controllava l’orario prima di mettersi a correre. Volevo inseguirlo, fermarlo, portarlo via. Volevo fargli promesse che sapevo di non poter mantenere. Volevo impedirgli di fare le cose che odiava, ma non potevo. Non sapevo come.

Una volta che fu fuori dalla mia visuale, mi appoggiai alla sua macchina. Mentre giocavo al telefono e guardavo video per tenere la mente occupata, passò mezz’ora. Non funzionò molto bene. Passarono altri quindici minuti prima che mi venne l’idea di chiamare in aiuto Seokjin. Sapevo che Yoongi gli aveva già detto tutto, quindi non era come se stessi rivelando qualche segreto. Seokjin non rispose alla prima chiamata, ma lo fece quando chiamai una seconda volta.

Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora