Stubborness

2.5K 239 41
                                    

[Pov Jungkook]

“Grazie ancora, Minjae.” Sospirai.


“È da una settimana... Voglio dire, per quanto possa apprezzare le ore in più, sicuro che vada tutto bene?”

“Sì. Te l’ho detto, devo prendermi cura di mio nonno, perciò... Comunque grazie per coprirmi i turni.”

“Hey, più soldi per me, giusto?”

Misi giù il telefono e lasciai cadere la testa all’indietro. Per l’ultima settimana e mezza ero stato a casa di Yoongi a prendermi cura di lui. C’era anche Seokjin la maggior parte del tempo, tranne quando doveva andare a lavoro o quando Namjoon chiamava pregandolo di andare a cucinargli qualcosa. Junhong non veniva da lunedì, quando era passato dopo il lavoro.

Ero solo adesso, e Yoongi dormiva. Mi ero ripromesso di non farlo, ma finii comunque ad impicciarmi. Guardai ovunque lì dentro, ma non trovai quasi nulla. La sua casa era vuota come un modellino. Entrambi i suoi computer avevano la password, e il suo ufficio non mi diceva molto più di quanto non avesse già fatto Junhong. Faceva musica, questo era piuttosto chiaro. Tutto il resto era ancora un mistero.

Ora capivo perché Seokjin lo stesse rimproverando così male quel giorno in cui venni a consegnare il cibo. Le sue credenze erano vuote, e lo stesso il frigo. Non c’erano piatti né cibo. Tutto ciò che trovai fu un litro di latte scaduto e mezzo pacco di cereali. Aveva qualche pentola e padella e un paio di cucchiai e mestoli, ma a parte questo non c’era nient’altro. Nemmeno le posate.

Non aveva DVD o CD, e pensai che fosse strano per qualcuno che faceva musica. Ma forse aveva tutto in digitale. Non possedeva nemmeno libri o giochi. Sembrava che non facesse nulla nel suo tempo libero.

Dopo un po’ mi arresi. Erano passati otto giorni da quando avevamo riportato Yoongi a casa sua. Erano passati undici giorni da quando Junhong mi aveva chiamato disperato. In undici giorni non avevo scoperto quasi nulla, nonostante fossi al suo fianco per tutto il tempo. Si rifiutava di parlarmi. Fin dal primo giorno, aveva a malapena aperto bocca. Parlava solo con Seokjin, ed era solo per lamentarsi ed insistere che non aveva bisogno d’aiuto.

Stava molto meglio ora. O almeno era quello che sembrava. Non sembrava soffrisse molto e le ferite erano quasi tutte guarite. Insisteva nel dire che poteva alzarsi e muoversi da solo, ma non mi fidavo abbastanza per lasciarglielo fare. In mia difesa, nemmeno Seokjin lo faceva.

Avevo parlato molto con Seokjin, e lo conoscevo abbastanza bene ora. Evitava però le domande su Yoongi, di solito dicendomi che aveva promesso di non parlarne. Mi rassegnai abbastanza in fretta. Non importava quanto chiedessi a Yoongi, non si preoccupava nemmeno di farmi capire che mi avesse sentito.

Sbirciai in camera sua e lo vidi seduto. Si stava graffiando il polso e subito entrai dentro e gli presi la mano. Mi guardò male, ma avevo imparato ad ignorare i suoi sguardi minacciosi. Continuava a grattarsi molto, così lo fermavo ogni volta che lo notavo. Ma non riuscivo a beccarlo sempre, e si fece sanguinare più di una volta. Con un sospiro lasciai cadere il suo braccio e mi sedetti.

“Non devi grattarti.” Aspettai che iniziasse a discutere con me, ma rimase in silenzio. “Hai fame? Seokjin è uscito, ma posso ordinare qualcosa.” Niente, solo silenzio. “Ancora non vuoi parlarmi? Non mi farà andare via, lo sai. Mi hai riservato il trattamento del silenzio per dieci giorni e sono ancora qui.” Nemmeno un cenno con la testa o un’occhiataccia. “Non sono Junhong. Non puoi farmi sparire rifiutandoti di salutarmi.”

Cigarettes, Liquor, Sweet as Sugar (yoonkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora