CAPITOLO 19

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JUSTIN POV'S

Sono le 7.40 della mattina e io sto aspettando mio fratello Louis in camera sua.

Devo dire che mi mancherà sedermi senza sentire alcun dolore, perchè si, come al mio solito ho fatto una cazzata.

Detta velocemente ieri sera mentre Lou dormiva ho preso il taglierino e ho firmato lo schermo del suo cellulare pensando ci fosse il vetro temperato.

Sta mattina mi ha svegliato urlando come un pazzo poichè lui non aveva il secondo vetro.

Ammetto che sono stato un coglione a non controllare se ci fosse o meno.

È da 20 minuti che aspetto in camera sua, lo sento parlare con Harry e vi assicuro che non è tranquillo, ma si sente che è molto stanco.

Dal nulla sento dei passi, passi che purtroppo conosco bene.

Louis: "Justin, alzati, ORA" dice lui marcando l'ultima parola.

Io senza dire niente mi alzo.

Anche perchè cosa potrei dire? Cioè sono un coglione.

Louis: "Dimmi PERCHÈ hai fatto una tale stronzata, non ha senso" mi dice incazzato ma ancora un po' addormentato.

Il fatto che non sia ancora troppo sveglio mi salva, almeno un pochino, da una pena moolto maggiore.

Io: "In realtà non doveva finire così" sospiro.

Louis: "Ah, anche perché mi farei dei dubbi sulla tua sanità mentale" mi risponde alzando le sopracciglia.

Io: "Daii, non scherzare" dico imbronciato.

Louis: "Non sto scherzando... dai, arriva al sodo"

Io: "Volevo farti uno scherzo ma non ho controllato per bene se il tuo cellulare avesse il doppio vetro o meno. Questo è tutto" dico continuando a guardare Louis negli occhi.

Non mi fa paura, è appena sveglio, non dovrebbe farmi troppo male.

O almeno è questo che penso e spero.

Louis: "Dai, sulle mia ginocchia" mi ordina.

Mogio mogio mi dirigo verso di lui.

Mio fratello mi toglie i pantaloni del pigiama e i boxer e inizia a passare la sua fredda mano sulle mie natiche, le quali erano ancora calde dal piumino.

SMACK

La prima sculacciata risuona per tutta la stanza.

Non mi ha fatto troppo male, era abbastanza leggera...

Perfortuna, forse a scuola riuscirò a sedermi come un comune essere vivente.

Sento che mio fratello alza ancora la mano.

SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK

Altre cinque manate si abbattono sul mio povero sedere.

Sono molto più pesanti della prima, ma comunque sopportabili.

Louis: "Lo so che per te erano carezze queste, non credere mica. Ora mi faccio aiutare da questa" dice mostrandomi la sua spazzola.

Io: "No, dai Louis ti prego. A scuola devo stare seduto" tento di dire inutilmente.

SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK SMACK

Alla quindicesima sculacciata il dolore inizia a farsi sentire sempre di più e, senza accorgermene, metto una mano sul mio, ormai caldo sedere.

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