Flashback rinchiusi in un cuore di ghiaccio
November 2015
Il sangue che sgocciola e i ricordi appesi al muro, le fanno ricordare quanto faccia freddo in quell'appartamento pieno di cuori infranti. La sua casetta a New York non è poi così male come si aspettava e la sua coinquilina, Corinne, non è poi tanto antipatica quanto lo sembrava in quel ristorante snob. Ma, c'è sempre un ma, non capisce la curiosità che le riserva. Sta attenta a come i suoi occhi le parlano e a come i suoi movimenti la osservano. Si preoccupa del suo fisico troppo magro, eppure trova qualcosa di affascinante in esso. Capisce che la rende attraente anche se è anoressia e questo la fa innervosire. Immersa nei suoi pensieri, Diana non si accorge che la sua adorata coinquilina sta gridando dalla disperazione e che, forse, sta cercando qualcuno a cui affidarsi.
"Sono qua." Le dice immediatamente. L'aiuta a spostarsi dal gabinetto e inizia a vedere com'è combinato il bagno solo dopo essersi seduta per terra. Nota come alcune pareti siano sporche di sangue e di come a terra ci siano delle foto dove ritraggono Corinne con un'altra ragazza. E lì si pone delle domande che vorrebbe avere come esperienze già vissute.
"Mi ha lasciata." Sussurra. Chiede venia, l'altra ragazza poiché non riesce a sopportare altro dolore, le basta il suo, pensa. "Ha detto che sono troppo malata per lei, che non merito nessuno se non il cibo che mi vieto." Continua frustrata. Domanda supporto nello sguardo di Diana e, per pochi secondi, lo riceve. Se solo non fosse che ciò che sta provando non rientra nei suoi sentimenti. Non è infatuazione quella verso Corinne e neanche voglia di scoprirla, ma solo bisogno di avere qualcuno che possa chiamare amica.
"Perde lei. Sei una ragazza fantastica, Corinne. Non lasciarti ingannare da parole acerbe." La incoraggia con tale filosofia. Si guardano per pochi secondi e capiscono che l'amicizia nasce anche da un forte dolore, anche da un forte taglio sul braccio.
"Ma io l'amo ancora." Le riferì la ragazza; e con queste parole, le strappò il cuore. Non credeva che, al centro della grande mela, potesse esserci l'anima gemella più rotta di lei e non credeva ancor di più a ciò che ha fatto per tenere lontano questo dolore che le soffoca.
November 2017
Nevica in quella città piena di sfumature. Il viso di Diana è rivolto verso la finestra appannata e riflette sul suo essere sempre di fretta quando si tratta di finire un sentimento per metà rotto.
Corrono i suoi occhi per catturare ogni fiocco che si adagia sulla strada che sembra avere tanta di quella magia da poterne prendere un po' per sé.
Crede di saper vivere senza nessun appoggio, crede di potersi posare ad adagio su quella poltrona senza far pensieri sulla sua vecchia e ormai passata vita, perché l'ha dovuta abbandonare per un capriccio mai compreso."Ti piace ancora la neve, vedo." Lo dice con superbia e con la sua solita tristezza nascosta in quel maglione da quattro soldi preso in una fiera al centro.
"Sei arrivata, vedo." Ripete quella parola che faceva parte del suo vecchio vocabolario. Si avvicina pian piano per non far riaprire quella ferita e per non ricaderci dentro. Non si dicono niente ancora per un po' fino a quando non si ritrovano in un abbraccio appassionato. Un abbraccio che non si conclude mai, poiché i loro cuori continuano a chiedersi scusa. Come quella volta che la buttò giù per un semplice taglio venuto male. E fu simile la storia di quel gennaio.
"Quanto tempo sei rimasta in ospedale?" Chiede Corinne coraggiosa.
"Non molto a dire il vero, ma è stata colpa mia, me lo meritavo." Si ricrede quando lo dice apertamente. Non lo aveva ancora espresso con naturalezza.
"Poteva andare diversamente, questo sì, ma non è stata colpa tua se ti ho istigata a tagliarti per quella stupida scusa." Si inizia ad innervosire, perché i ricordi fanno male e vedere quel braccio ancor di più. Non ricordava quanto fosse doloroso sbattersi in faccia i propri errori.
"Credevamo di farci del bene, Corinne. Non stavamo bene." Fece in modo da difendersi, in modo da poter usare un'altra scusa la prossima volta.
"Credevo di amarti, Diana. Credo di farlo ancora." Lo dice con occhi pieni di risentimenti e di dispiacere per far si che quel cuore di ghiaccio si scongelasse solo per lei come accade a New York, però gli occhi dell'altra ragazza non si indeboliscono sotto quel battito di cuore frequente, sotto quelle ossa ricoperte di pelle e quel corpo fatto per amare. Non casca più a quella vecchia figura che incarnava, tuttavia non è l'unica a credere di poterci riuscire.
Diana è anche questo: la confusione su chi amare per prima. Mica crede che possa esistere di nuovo quel sentimento.
Mica si ferma a quelle piccole rughe che si formano quando sorride.
Mica si catapulta in un altro mondo solo per lei.
Peccato però che questa storia non finisce mai.***
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𝐃 𝐢 𝐚 𝐧 𝐚
General Fiction[ C O M P L E T A ] Sospira vicino al vetro di una macchina rubata e pensa a come potrebbe innamorarsi della vita che condurrà. Cammina e pensa a come potrebbe cadere senza farsi male, perché le ginocchia sbucciate le ha già avute. Fa innamorare e...