diciasette

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Descrivere con la mente rinchiusa in un barattolo

Descrivere con la mente rinchiusa in un barattolo

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2nd January 2015

Le nuvole viaggiano serene per tutta la città e mi chiedo come si fa a descrivere certi momenti o come io narratore sia nata con il talento della descrizione e come io personaggio non riesca a descrivere un mobile, una sensazione a me familiare. Penso che non lo capisce neanche Diana che cerca di scrivere quel maledetto saggio su come si faccia a descrivere un'emozione senza rimanerne catturati, ma ve lo dico io che di solito so come si chiama quel momento d'ispirazione che ti rapisce appena tocchi un foglio.

Si rischia di cadere nell'inganno, lo so, ma basta chiudere il cuore con i polmoni e cercare di respirare allo stesso modo con cui la mano destra impugna la penna colorata. Devi essere tutt'uno con il foglio e solo in quel momento non capirai cos'è l'emozione di saper descrivere, solo in quel momento capirai che non è un talento sapere descrivere ma una liberazione.

Dopo aver scritto queste parole dettate da me, Corinne entra nella stanza e cerca di conoscere la sua coinquilina guardandola meglio in quegli occhi marroni che le chiesero un po' di frittelle.

"Quindi cosa pensi di fare nella vita?" Domanda all'improvviso facendo spaventare un po' Diana. Si siede sulla sedia accanto con le braccia messe in posizione tale da reggerle la testa. Cerca di ricordare il modo con il quale le maestra la faceva mettere quando non riusciva più a seguire, ma la mente è fin troppo lontana dalla memoria.

"La scrittrice." Getta netta la famosa risposta tanto oramai sa descriverla questa sicurezza. Toglie lo sguardo dal suo quaderno e li poggia sul quel corpo tanto magro quanto sofferente. Si sofferma sulle brace piccole e piene di ossa da poter chiamare una ad una.

"Dovrò stare attenta, allora. Non vorrei diventare un personaggio delle tue storielle." Dice con tono spiritoso. Lei sa già che degli scrittori non bisogna fidarsi, che le loro belle frasi sono rese tali per la loro spiccata naturalezza nel sistemare concetti e che sanno ingannare molto con il loro essere ammaliatori di parole.

"Saresti un bel personaggio." Le rivela. Si guardano negli occhi, dentro l'anima e nell'aria echeggia la voce profonda e sensuale con la quale Diana aveva pronunciato le lettere di prima. Corinne non riesce a mantenere quell'atmosfera che sta creando, quella tensione che sta vivendo così cattura il colore del muro opposto al loro tavolo e ammira con quanta difficoltà sta cercando di mantenere la calma.

"Dato che me lo ha chiesto" Si schiarisce la voce per imporre la sua posizione che non possiede, ma il tavolo ha già sofferto troppo i suoi pugni. "Io voglio diventare una pittrice. Sì, quelle che parlano sempre degli artisti e della filosofia e nel frattempo ti sanno fare un bel ritratto da appendere nella tua cameretta." Finisce la sua esposizione con un occhiolino in segno di decisione sul prossimo ritratto. "Tu lo vuoi un disegno da appendere sul muro?" Diana si immedesima in quelle labbra che farfugliano tante cose tutte in una volta e desidera chiuderle per descrivere come ha pronunciato quel suono tanto soffice, quel tu ben chiaro. Userebbe parole come illustre, perfetto e capace di catturare tutta la sensualità che una donna possa emanare. L'unica cosa a cui riesce a pensare è che ha già trovato qualcuno con cui può perdere la sua infinita dignità.

13th November 2017

Questo inverno sembra più un'estate meno caotica e meno polverosa.
Questa mensola sembra autunno nelle mani di una che ama la primavera.
Questi occhi stanchi sembrano aver creduto nell'amore. Magari c'è stato il primo amore, forse anche il secondo, il terzo o il quarto. Magari è sempre la stessa persona. Magari è solo Diana che si dimentica di contare le volte che si è innamorata di quel corpo magro e flessibile davanti un pennarello. Magari Diana è il primo, sesto o l'ottavo amore di Corinne, magari non è amore per niente. Forse hanno bisogno solo di tempo per capirlo. Per comprendere che gira tutto intorno a questo.

È grazie a questo amore grezzo e superficiale che Diana ha voluto seguire questa ossessione: scoprire se stessa. È soltanto merito di questo amore, il quale sa di purezza insaputa che Corinne riesce a disegnare nell'ora di pranzo. È solo merito mio se questa storia può andare avanti senza cadere nell'oblio. Ma ci sono tanti eventi strani che riconducono ad un solo personaggio, esistono troppe coincidenze. Ad esempio ogni volta che le due stanno insieme c'è sempre qualcuno pronto a scrivere ogni loro possa. Quando si avvicinano, gli occhi diventano cannocchiali e la mano va più veloce e riempie tutto il foglio. Troppe persone si rendono conto di chi sono e non sanno se andare o rimare ferme a diventare parole scritte su un taccuino. Lucien sa fin troppo particolari e gli stessi quadernetti che vede sempre, li ritrova sistemati sulla sua scrivania a fingere di prendere polvere. E poi la nonna. L'anziana sa sempre cosa ha fatto il giorno prima e cosa farà nel pomeriggio. Si iniziano a chiedere se tutto quello che è successo non è altro che un gioco di due pazzi che non hanno un mente disponibile da poter rovinare. Cominciano a toccarsi le ferite e capiscono che il ragazzo è stato il primo a farle conoscere l'autolesionismo.

"Quando hai conosciuto Lucien?" Chiede Diana, la più coraggiosa. Un dito è ancora sulla ferita più grande a manifestare il dolore provato in quegli attimi passati a non capire quale fosse la retta via.

"Me lo fece conoscere Lia. Mi disse che sapeva come rendermi felice con un solo tocco. Al tempo ero persa di Lia e non sapevo come farmi notare, così iniziai a stare con questo tizio." Spiega in modo lineare e per niente confusionario quello che accadde tempo addietro. La guarda come a dire di confessare, ma deve ancora ricordare com'è successo il disastro.

"Ricordo che ero depressa perché i miei genitori non mi parlavano più per i miei atteggiamenti "diversi". Così andai in questo pub dove c'era bella musica e poi ricordo di esserci andata a letto fino a non poterne più." La sua era più una confessione sussurrata che espressa in modo chiaro e fiero. Del resto Diana non è mai stata così pura da potersi vantare del suo passato.

"Quindi in entrambi i casi lo abbiamo conosciuto per un particolare momento della nostra vita." Afferma decisa a puntare il dito contro quel ragazzo pieno di segatura al posto del cuore.

"Pensi davvero che ci abbia istigato alla morte per poi farci conoscere ed usarci come marionette?" Chiede preoccupata. Non lo pensa davvero. Non può averlo fatto, lo difende. Sennò tutti sentimenti provati vengono buttati nel gabinetto più vicino e nel cuore di qualcuno che ha bisogno di riempirlo. Non vuole credere che Lucien è capace di disarmarle in tal modo.

"Sì. Non vedo perché non deve essere così. Era amico di tante persone che conoscevo sia io che Lia. Sapeva come ammaliarti e conosceva bene i nostri punti deboli tanto da farci conoscere. Diana, dimmi tu se queste non sono prove affidabili." E finalmente conclude anche questo monologo di una commessa investigatrice.

"È stai lui a trovarmi, adesso che mi ci fai pensare. È stato lui a portarmi in ospedale ed è stato lui a dirmi che eri scappata." Inizia ad incolparlo con voce piatta e con una sguardo fisso negli occhi dell'altra ragazza. "Cosa hai intenzione di fare?"

Capitolo chiuso anche per oggi, dice il suo cervello. Le parole escono troppo velocemente per poter essere scritte e raccontate, però, l'unica cosa certa è che il fuoco si può pure domare ma le ceneri rimangono, soprattutto se si tratta di una casa bella e grossa come la sua.

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Sto per dare una notizia forse brutta per alcuni, ovvero, mancano solo 3 capitolo PER LA FINE. Dispiace tantissimo anche a me, ma doveva concludersi prima o poi.
Come sempre se volete, fatemi sapere cosa ne pensate. x

𝐃 𝐢 𝐚 𝐧 𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora