quattordici

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Sogni con me un corpo fantastico?

Sogni con me un corpo fantastico?

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Chiudi gli occhi. Le diceva quando stava male.
Cancella il cuore. Le raccontava quando stava bene.
Annega nei tuoi occhi. Le imponeva quando pensava al futuro.
Sapeva, al tempo, di avere un minuscolo feticcio per quella bilancia bianca e colpevole di tante torture.

Chiudi gli occhi. Si dice ancora ora che vende biscotti ai bambini piccini nel negozio del suicidio.

Chiudi gli occhi e vedrai quant'è bello il nero.
Su, chiudili e sentirai come ti impadronirà quell'uragano.
Forza, chiudi gli occhi insieme a me.
Capirete tutto solo ascoltando la melodia che formano i loro occhi. Capirete tutto solo appena vedrete con gli occhi chiusi come si amano in quella camera fatta con solo foto di corpi magri e genuinamente pieni di vita. Capirete tutto solo se avete il cuore di Corinne e, purtroppo, non lo avete e questa è solo una delle tante cose che non potete sentire.

Però lei ha sempre cercato di spiegarlo. Ha sempre fatto in modo che gli altri potessero immedesimerai in lei e nel dolore immenso fatto di lassativi e di sapori mai assaporarti con gusto.
Ha sempre detto solo due parole: niente cibo. Ma io son gentile e voglio dirvi più di due semplici e insipide parole. Voglio solo che immaginiate una stanza piena di cibo e una mente che calcola tutte le calorie che possano contenere quelle bontà. Immaginate di sottrarvi giorno dopo giorno qualcosa in più.

Una briciola di pane.
Un seme di anguria.
Una foglia di lattuga.
Una fetta di torta.
Un amore genuino.

Toglietevi anche il sorriso - ché mica le persone come lei lo possiedono -, un corpo da favola e una mente sana. Togliervi tutto da dosso e fate in modo di rinascere un'altra volta, in un altro corpo con un amore in meno, con sensazioni diverse e con un cuore mai avuto. Immaginate di non avere più niente di vostro, di possedere solo il lancinante, pulsante ricordo di una vita mai vissuta, mai vista.
Sognate di conservare un po' di quella sensazione - che poi non ha un nome, perché è morte, ma anche vita - per le esperienze prossime, per quelle occasioni dove non sapete cosa state provando, nelle quali vi guardate allo specchio e vedete solo lacrime scendere sul vostro viso rosso aspettando che quell'acqua scenda e finisca di macchiarvi.
Inventate di stare per percorrere un fiume piccolo, ma gigantesco ai vostri occhi e di cadere nell'acqua fredda e paralizzante ad un millimetro dall'arrivo, nonostante ciò non sapete niente del punto in cui si è arrivati. Vi chiederete che senso ha tutto questo. È normale non provare nulla se non si è a conoscenza di tale avvenimento, starete pensando. Ma mettiamola così, in quel momento non sapete se essere confusi o semplicemente mortificati per essere ricaduti in una trappola. Non sapete se quella poltiglia ghiacciata vi rimandi a casa oppure vi tenga con sé un altro po'. Non conoscete niente di niente. Sapete solo di star annegando in un fiume di vomito e di peccati appena sognati.

Magari non è servito a niente, magari non sono mai davvero esistite queste parole, ma a quelle due il colore del fiume ritorna di notte, ritorna anche quando non sanno di respirare, soprattutto a Corinne che mangia sempre aria per colmare le notti insonne.

Adesso potete capire quanto faccia male essere lei e quanto possa essere soddisfacente fingere di voler buttare tutto a terra e far credere di esser pazzi per poter scappare via da questo mondo creato da persone che non la capiscono neanche per un secondo.
Adesso comprendete perché ha deciso di essere anoressica invece di essere la semplice e pure Corinne che Diana sogna nel suo letto all'una di notte.

𝐃 𝐢 𝐚 𝐧 𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora