17 Ottobre
Esco di casa già in affanno, mandando un messaggio a Sehun per dirgli che farò tardi. La seduta dal terapista è durata più a lungo del solito e tutti i miei impegni sono slittati di quasi venti minuti, accumulando di volta in volta un ritardo sempre più massiccio. Oltre ad essere ancora sotto al portico di casa quando dovrei trovarmi a Gangnam, mia madre ha preso la macchina per andare a lavorare e quindi sono a piedi. Prenderei volentieri un bus di linea, ma dalle sette di sera in poi passano più di rado, e il traffico aumenta a causa dei pendolari che escono dagli uffici per tornare a casa dalle loro famiglie. Perciò, forte del mio - quasi inesistente - allenamento fisico e della mia forza di volontà, mi incammino a piedi verso la mia meta, ascoltando attraverso gli auricolari le voci angeliche di alcuni gruppi famosi.
Un nuovo pensiero scivola di soppiatto nella mia mente, facendomi quasi arricciare il naso a causa del fastidio. Ora che anche il mio ex ragazzo ha debuttato come idol solista per la SM Entertainment, non occorrerà molto tempo prima che la sua voce calda e bassa inizi a sentirsi per radio e la sua presenza torni a fare parte della mia vita. Certo, prima ero abituata ad averlo fisicamente al mio fianco quasi ogni giorno, mentre ora la sua sarà una vicinanza intangibile dagli effetti catastrofici sulla mia persona. Perché mi sono accorta che, da quando non l'ho più visto né ho sentito parlare di lui, mi sento un po' meglio.
Non nascondo che in alcuni momenti il dolore è tanto logorante che vorrei che la mia vita stessa finisse per porgli fine, ma ora che Sehun è con me sento di meno la sua mancanza. Si tratta più una sorta di amarezza, un senso di colpa per il mondo in cui ho lasciato che lui mi abbandonasse a causa delle mie azioni e del mio rimanere inerme davanti a lui. Ma non posso nascondere quanto mi manchi. Quello no. Vorrei avere l'opportunità di tornare indietro nel tempo e ricostruire ogni giorno, ogni momento tassello per tassello come un mosaico, vorrei che lui avesse avuto più tempo da dedicare a me nel suo periodo di training e vorrei non averlo mai tradito con un ragazzo che non regge il confronto con lui e che non ho più sentito da quel dannato giorno. Se fosse per me e se trovassi finalmente il coraggio, gli parlerei e gli spiegherei con cura più che maniacale come stanno le cose. Che faccio fatica a vivere senza di lui. Che, nonostante tutto, io ne sono ancora innamorata. Che non può ostinarsi a fingere che tra noi sia tutto finito. Forse, però, lui non sta fingendo.
Qualche giorno fa Haneul stava leggendo un articolo sui Monsta X su internet e le é arrivata una notifica da Soompi con gli ultimi aggiornamenti sul mondo delle celebrità, e lì ha letto che la ragazza con cui l'ho visto quella sera prima che io svenissi è una modella piuttosto famosa della YG K-Plus con la quale esce da circa un mese e mezzo. Un mese e mezzo di vita passata con una persona che non sarà mai in grado di amarlo con la stessa intensità con cui lo faccio io, che non gli saprà mai dare tutta sé stessa come invece io ho fatto, che non dedicherà le proprie giornate a scrivere di lui, a pensarlo in ogni gesto, a prendersene cura. Dio, che spreco. La gelosia è corrosiva. Quando Haneul mi ha riferito questa notizia e mi ha fatto vedere le foto di loro due a cena in un locale non molto lontano dal nostro appartamento, sono stata come investita in pieno volto da un camion a tutta velocità. Una miscela esplosiva di rabbia, nervoso, gelosia e dolore mi ha attanagliato lo stomaco e annebbiato la mente tanto che mi sono dovuta sedere per non reagire.
Ero in attesa che arrivasse qualcosa, io stessa avevo paura di come mi sarei potuta comportare. Forse sarei svenuta una seconda volta e mi sarei di nuovo ritrovata in ospedale al mio risveglio, o forse sarei corsa alla mia vecchia casa con l'intenzione di metterla a ferro e fuoco o di ucciderne l'abitante. Alla fine, non ho fatto niente. Sono rimasta seduta sulla poltrona per più di un'ora, in una forma meno grave del coma vegetativo o della catatonia.
Vuoto.
Tutto si era fomentato e estinto nell'arco di pochi secondi, la mia vendetta era sfumata fino a scomparire in un battito del mio cuore. L'unica cosa che ricordo, è che quando mi sono alzata è stato solo per prendere il mio cellulare e cancellare il suo numero dalla rubrica. E, con esso, tutti i suoi ricordi visibili dal mio telefono e dal computer. Non ne volevo più sapere di lui. Non volevo più vederlo. E tutt'ora non voglio saperne più niente. Ma sono consapevole che le mie convinzioni sono appena germogliate e non hanno ancora messo radici salde nel suolo, perciò alla prima folata di vento cadranno a terra con un tonfo che riecheggierà nel mio petto e porterà un nuovo periodo di tristezza. Ne sono piú che convinta, ed è proprio per questo motivo che devo essere estremamente cauta e saggiare il terrenno su cui appoggio i piedi prima di compiere l'ennesimo passo. Perché mi fa davvero schifo essere consapevole di avere un pensiero che mi provoca solo patimento proprio incastonato al centro della mia testa. Me ne dovrei liberare, espellerlo come un rifiuto, sotterrarlo in modo che non possa più vedere la luce del sole. Solo che non voglio farlo.
Non voglio abbandonare questa mia convinzione che ci sia ancora qualcosa tra noi, perché nella mia ingenuità spero ancora che, in qualche modo misterioso e contorto, l'impossibile possa accedere. Che lui torni da me, un giorno. Che io possa prendermi la mia rivincita. Che il ragazzo che vedo camminare lungo il marciapiede dalla parte opposta della strada sia davvero lui e non solo un ragazzo che gli assomiglia. Riconosco l'andatura ciondolante delle braccia ancora prima che si passi una mano tra i capelli argentei, in un gesto che gli appartiene al pari della sua firma. Senza dare spazio alla ragione, attraverso la strada e inizio a seguirlo da qualche metro di distanza. Stiamo andando nella stessa direzione, quindi non sto facendo niente di male. Lui sta parlando al telefono, sembra che stia avendo una discussione piuttosto animata ma non riesco a cogliere le sue parole a causa del traffico cittadino che copre ogni altro suono. Di avvicinarmi di più non se ne parla, perciò cerco di sfruttare ogni secondo a mia disposizione per fotografarlo con lo sguardo e imprimerlo nella mia memoria prima che svanisca nuovamente. Quando finalmente chiude la chiamata, svolta in modo brusco a destra e aumenta il passo tanto che sono costretta a correre per brevi tratti nel tentativo di stargli dietro. Mi ha sempre presa in giro per le mie gambe corte, e poi mi sollevava da terra tenendomi per la vita per potersi far perdonare con un bacio mentre io cercavo di non cedere. Ma era impossibile non cedere ad una tentazione come lui, sorpattutto perché ero talmente assuefatta dalla sua presenza che non ne avevo mai abbastanza e pretendevo che lui ci fosse sempre di più, sempre di più. Forse è anche a causa di questo mio fare assillante che lui ha preso distanze ancora maggiori di quanto avrei voluto. Oppure questa é solo un'altra della miriade di ipotesi che ho fatto e messo da parte.
Nel frattempo, siamo entrati in un quartiere che conosco fin troppo bene. Le palazzine non superano i sei piani di altezza e i muri sono tinteggiati di colori sobri, niente è cambiato rispetto a quando sono tornata dai miei genitori. Non che in due mesi ci siano molti cambiamenti fattibili per un palazzo in cemento armato, ma forse gli abitanti della zona sono diversi. Forse, ora, dove prima dormivo io abita una modella famosa della YG K-Plus che condivide il letto con la mia ragione di vita. Il mio cellulare squilla di nuovo proprio mentre lui si ferma sotto al portone del palazzo del nostro appartamento, rovinando la mia copertura e smascherandomi palesemente. Mi volto di schiena e infilo le mani nella borsa per fermare il prima possibile la voce roca e calda di Flowsick senza guardare chi sia il mittente, rifiuto la chiamata senza pensare. Rimango immobile per qualche istante con il fiato corto, come se avessi appena corso, poi mi volto e alzo lentamente lo sguardo su di lui.
E incontro i suoi occhi. Ancora così scuri, così grandi e così belli, capaci di parlare e trasmettere emozioni con una sola occhiata e perfettamente in grado di scrutare in ogni spelonca della mia anima. Questa volta, però, la sua fronte è corrugata e le sue labbra ben proporzionate sono lievemente tirate in una smorfia. Solleva un sopracciglio e affonda le mani nelle tasche del piumino blu notte che indossa mentre il mio cellulare riprende a suonare con insistenza.
«Che fai, non rispondi?» Mi apostrofa, dopo qualche istante. Sentire di nuovo la sua voce dopo due mesi è come una doccia fredda rigenerante prima che il gelo mi blocchi lo stomaco. Un'altra volta.
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ʳᵒᵗᵗᵉⁿ - ᵖᶜʸ
Romancesᴛᴀᴛᴜs: completa ɢᴇɴᴇʀᴇ: fanfiction, romance ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟɪ: lunghezza media - «Ci sono notti in cui ripenso a te e piango, in cui il mio corpo trema e devo nascondere la testa nel cuscino per non farmi sentire da nessuno. Ci sono anche notti in cui sono...