「Capitolo 18°」

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22 Ottobre

«Dovevi dargli uno schiaffo in pieno viso prima di andartene. Hai presente come fanno nei drama, no?» Lo schermo del mio computer mi permette di vedere solo il viso di Haneul, concentrato per non sbavare lo smalto, mentre Sooyun, anche lei collegata in videochiamata, è seduta sul proprio letto con i capelli avvolti in un turbante e scrolla appena la testa. «Secondo me avresti dovuto dire qualcosa ad effetto prima di uscire. Qualcosa che lo facesse rimanere di stucco»

Dopo cinque giorni di fitto silenzio e depressione, ho deciso di raccontare alle mie amiche cosa è successo. Loro hanno ascoltato con attenzione l'intera vicenda, interrompendomi di tanto in tanto con un verso di sorpresa e lamentandosi entrambe una volta che ho finito di parlare. Si aspettavano che ci baciassimo. Ad essere del tutto sincera, anche una parte di me se lo aspettava. E l'altra ci sperava terribilmente tanto.

«Non riuscivo più a stare in quella casa, dovevo andarmene. E non sarei mai riuscita a colpirlo, sappiamo tutte e tre che quella é una cosa che solo Haneul potrebbe fare» Sospiro sconsolata, passandomi le mani tra i capelli raccolti disordinatamente in una crocchia. Le mie amiche ridacchiano e Haneul punta il pennellino dello smalto contro lo schermo. «Non sono una ragazza violenta, Junmyeon può confermarlo» Sooyun si copre la bocca con la mano faticando a trattenere un suono sorpreso prima di chiedere qualche notizia in più su questa nuova relazione che sta nascendo tra i nostri due amici. Proprio quando Haneul sta raggiungendo il punto saliente della storia, qualcuno bussa alla porta della mia stanza e io sbraito a mia madre di andare via.

«Non sono tua madre, ma ho portato del cibo italiano da asporto e un dvd a noleggio» Sehun entra in camera mia e si chiude la porta alle spalle con l'ausilio di una gamba, dato che le sue mani sono entrambe impegnate.
«Sehun, scusami» mi alzo dal letto e corro a dargli una mano, prendendo la sporta con il cibo e il dvd e appoggiandoli sulla mia scrivania.
«Tranquilla» ni raggiunge e mi circonda la vita con le braccia, avvicinando il mio corpo al suo prima di lasciare un bacio sulla punta del mio naso. «Le mamme sanno essere davvero logorroiche»

Appoggio la fronte sulla sua spalla e cerco di regolarizzare il respiro, Sehun mi provoca delle sensazioni troppo simili a quelle che qualcun altro mi faceva provare e questa situazione mi spaventa da morire. Anche se sto benissimo con lui, non sono ancora pronta ad una nuova storia. Se il discorso non verrà fuori da solo non sarò di certo io a rovinare ciò che abbiamo per timore di perderlo già in partenza. Mi divincolo facilmente dalla sua presa e vado a scollegare la videochiamata, ringraziando le mie amiche per essere rimaste in silenzio e non avermi messa in imbarazzo. Sono sicura che questa sera mi chiederanno che cosa ci sia tra me e Sehun, e perché non mi decida ad aprire un nuovo capitolo della mia vita con lui. Domande alle quali neanche io so rispondere. Sehun ha provato a chiamarmi per i due giorni seguenti all'appuntamento disdetto, ma io non gli ho mai risposto un po' perché avevo bisogno di rimanere sola e mi pareva irrispettoso nei suoi confronti parlargli di un altro ragazzo e un po' perché il ciclo ha il potere di immobilizzarmi a letto a causa del mal di pancia e non mi ha dato tregua per un solo istante negli ultimi quattro giorni. Sehun si é preoccupato tanto del mio silenzio prolungato che è venuto a casa mia per controllare che stessi bene e non mi fosse successo niente di grave. Quando gli ho aperto la porta di ingresso, non ha esitato ad abbracciarmi per un tempo infinito davanti agli occhi di mio padre, il che mi ha procurato un interrogatorio al pari di quelli effettuati dai servizi segreti non appena è andato via. Per fortuna ha superato il test di mio padre, e ora sono più tranquilla a farlo venire a casa anche quando non sono da sola.

«Ho preso il sequel del film di martedì, così almeno finiamo la saga» si siede sul letto al mio fianco mentre carico il dvd nel computer e inizia a spacchettare il cibo italiano take away. Mi porge una delle tante confezioni, spaghetti alla carbonara. «Idea fantastica» rispondo.
In realtà, a meno che non si tratti di una pellicola che ci coinvolge entrambi, non seguiamo molto la trama. Finiamo sempre per parlare di altro mentre il film continua senza spettatori, e la stessa cosa succede questa volta. Dal cibo italiano siamo passati alla geografia, ai viaggi e, non si sa come, al lavoro di Sehun.

«Devo andare a Jeju per lavoro cinque giorni, vuoi venire con me?» passa le dita di una mano tra i miei capelli dopo averli slegati, gli piace accarezzarli. Io, appoggiata con la testa sul suo petto, sospiro e gli do uno schiaffo scherzoso all'altezza dello sterno. «Dai Sehun, non scherzare»

«Non sto scherzando» ribatte subito lui. «Ho già chiesto ai tuoi genitori se per loro andrebbe bene, e sono stati più che entusiasti all'idea. Pensano che una vacanza ti possa fare bene, e io sono pienamente d'accordo con loro»
Sollevo il busto per guardare il ragazzo in viso e cogliere qualcosa che lo tradisse e svelasse lo scherzo, ma il suo volto è perfetto, la pelle rilassata e le labbra inarcate in un sorriso.
«Non stai scherzando» realizzo ad alta voce. Sehun scuote la testa e accenna una risata, mettendosi meglio a sedere sul letto.
«Il volo è domani pomeriggio subito dopo pranzo. Biglietto, alloggio, trasporto… è tutto pagato dalla ditta ospitante, tu non devi assolutamente toccare il portafoglio» aggiunge subito, prevedendo la mia prossima domanda.
«Ne sei sicuro? Non mi stai dicendo una bugia solo per convincermi a venire, vero?» assottiglio lo sguardo e setaccio ogni centimetro del volto di Sehun per accertarmi che sia la verità. Non lo so, sembra così semplice per essere vero. Non dover combattere contro i genitori contrari alla partenza e nemmeno dover pagare né preoccuparsi dell'organizzazione del viaggio rende il tutto quasi irreale. Il ragazzo sorride nuovamente e mi attira sulle proprie gambe incrociate, i nostri busti si toccano e le mie gambe gli circondano le anche. Una mano di Sehun risale la mia schiena partendo dai reni e arrivando alle scapole mentre le sue labbra si posano sul mio mento per un bacio carico di qualcosa.

«Lo sai che non sono in grado di fingere con te. E poi, la mia posizione all'interno della società per cui lavoro mi permette alcuni vantaggi niente male che aspettano solo di essere sfruttati» dice in un sussurro sulla mia bocca leggermente socchiusa. Mi serve qualche istante per metabolizzare la cosa, la sola idea di passare cinque giorni con Sehun ha un forte impatto su di me. In un primo momento, la sua proposta mi terrorizza, come se accettare significasse stipulare un contratto matrimoniale con lui. Poi, però, la parte razionale di me prende il sopravvento e mi rendo conto che Sehun non si spingerebbe mai a tanto, perciò mi tranquillizzo. Per di più, come hanno pensato i miei genitori, una vacanza di cinque giorni in un ambiente completamente diverso è una possibilità in più per riprendermi da questa situazione stazionaria e critica al tempo stesso.

«Quindi? Vuoi venire insieme a me?» Sehun mi sistema una ciocca di capelli dietro all'orecchio, ansioso a causa del mio silenzio e in trepidazione per conoscere la risposta.
«Devo fare una telefonata per chiedere il permesso a lavoro» spiego, allungandomi verso il comodino per prendere il cellulare. Il viso di Sehun si illumina di un sorriso più radioso del sole e mi osserva con attenzione mentre digito il numero di Jongdae. Il ragazzo risponde al secondo squillo, il suo tono ondeggiande rimane inalterato anche tramite l'altoparlante del telefono. Gli spiego rapidamente la situazione, omettendo alcuni particolari e motivando la necessità delle ferie fuori contratto con un'importante riunione familiare. All'inizio è restio e sembra non essere contento della mia richiesta, soprattutto perché lavoro con lui solamente da un mese e mezzo, ma dopo qualche altro minuto e la promessa di togliere i cinque giorni di ferie da quelle canoniche riesco finalmente a strappargli un consenso. Lo ringrazio per la decima volta mentre lui mi assicura di sistemare la faccenda a livello burocratico. Non faccio in tempo a riappoggiare il telefono sul comodino che Sehun mi fa cadere indietro tra i cuscini, stringendomi in un abbraccio e tempestandomi di baci la fronte e la testa. «Sono davvero contento di partire insieme a te domani» mormora tra un bacio e l'altro.

Per quanto il suo desiderio sia tangibile, non tocca mai le mie labbra. Si avvicina, le sfiora mentre mi bacia le guance o il mento, il suo respiro le accarezza. Probabilmente perché sa in che situazione particolare mi trovo e vuole darmi ancora altro tempo da quando ci siamo baciati quella prima ed unica volta nel salotto di casa mia. Sorrido tra me e me, sono così fortunata ad avere una persona come Sehun al mio fianco. Seguendo ciò che il mio istinto mi dice di fare, avvicino il viso del ragazzo al mio appoggiandogli una mano sulla parte posteriore del collo e lascio che lui guidi le nostre labbra affinché si trovino dopo quasi dieci giorni di astinenza forzata. Il modo in cui Sehun mi bacia è esattamente quello che speravo: non si tratta di un bacio famelico e libidinoso, ma di un bacio delicato e più profondo, una connessione tra i nostri due mondi. Le sue labbra sono così morbide e calde che riescono a farmi sentire bene, le sue mani scivolano sul mio corpo come la prua di una barchetta varca con cautela le acque di un lago pacifico e illuminato dai raggi del sole. Dopo tanti giorni bui passati nella fitta nebulosità delle cose quotidiane e monotone, mi ritrovo a dire qualcosa che esce dai miei nuovo schemi. «Sono contenta anche io»

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