「Capitolo 12°」

71 15 73
                                    

27 Settembre

È strano quanto le cose cambino in fretta. Nell'arco di pochi secondi, una decisione è in grado di rovinare la vita di qualcuno per sempre. Basta un solo istante, chiudere gli occhi un attimo, un singhiozzo del cuore e ci si può ritrovare catapultati in una situazione imprevista, che lascia tutti un po' in posizione di stallo perché non si sa come affrontarla o davanti ad un risvolto inaspettato che coglie di sorpresa. Fino a una settimana fa, non mi sarei mai aspettata di essere io l'organizzatrice di un'uscita serale tra amici. Non dopo essere stata ricoverata in ospedale in seguito all'ultima uscita, almeno. Neanche mi sarei aspettata di essere io ad inaugurare il traffico di alcolici bevendo da sola una bottiglia e mezzo di soju in meno di tre quarti d'ora. È assurdo, non mi sento così bene da settimane.

L'euforia di fare qualcosa che mi sono categoricamente proibita di fare mi percorre in brividi carichi di tensione elettrica, e la paura delle ripercussioni delle mie azioni mi spinge a mettermi in gioco ancora di più. Non bevevo in modo così sconsiderato da molto, troppo tempo. Da prima che mi fidanzassi, credo. E adesso non mi interessa niente di ciò che è successo ad agosto, di quello che ho perso, e mi sento così stupida per aver perso più di un intero mese a crogiolarmi in una depressione fine a sé stessa e insensata.

Chi ha bisogno di lui?
Sono benissimo in grado di stare bene anche da sola. Non si vede, per caso?

Appena arriverò a casa, butterò il pacchetto di sigarette nel bidone e le pasticche giù per lo scarico del water. Andrò dai miei genitori con il sorriso stampato sul viso e dirò loro che non ho più intenzione di andare dal terapista. Porterò il mio curriculum nelle aziende più note del Paese e mi farò assumere a tutti i costi in una di esse. Parlerò con mia sorella Minji e tirerò fuori tutte le cose che ho tenuto nascoste quando ancora condividevamo lo stesso tetto. Chiederò a mio fratello di non vederci più in casa il venerdì sera, ma di andare a ballare. Mi farò insegnare da Haneul come truccarmi. Mi creerò lo stesso carattere forte e autoritario di Sooyun per oppormi a ciò che non penso sia corretto. Chiederò a Junmyeon di portarmi con sé per farmi capire come sia la vita di una persona impegnata. Cercherò la amichevolezza di Jongdae in me stessa. Troverò il coraggio di andare a parlare con Jongin, Baekhyun e Kyungsoo e dire loro tutta la verità. Farò in modo che qualcuno si penta di avermi lasciata, e riuscirò a fargli dimenticare del mio tradimento.

Sarò una ragazza nuova.
Ho la possibilità di cambiare.

Mi prendo la testa tra le mani per impedirle di girare in modo troppo vorticoso, forse a causa dell'alcol o forse per la cascata di pensieri e obiettivi che mi sono scorsi nella mente nell'arco di un secondo. Tutti i miei buoni propositi crollano uno ad uno, la maestosa cascata si è trasformata in una pioggia di lame. Tutto ciò accade in un secondo, eppure è così vivido. Così rapido. Mi alzo in piedi ignorando le mani dei miei amici che tentano di farmi rimanere seduta sulla poltroncina in pelle nera.

Il soju ha ormai alterato i meccanismi del mio cervello e ha fatto scappare i miei freni inibitori come fuggitivi dal carcere, lasciandomi in balia delle mie percezioni snaturate e di un disperato bisogno di tornare dall'unica persona che sia stata in grado di farmi sentire veramente bene. Quel briciolo di consapevolezza che mi rimane mi guarda con aria schifata, come se fossi un essere immondo e puzzassi di marcio. Dopo quello che ho progettato solo pochi istanti fa, come faccio ad abbandonare tutto in modo così repentino?
Non lo so. Non lo so. So solo che devo uscire da qui e ritornare in me prima che questa situazione peggiori in modo catastrofico. So cosa sono capace di fare quando non mi trovo nel pieno possesso delle mie capacità, e non voglio che questo accada. Non qui. Non ora.

Se per caso dovessi perdere il controllo, mi ritroverei ad essere lo zimbello del noraebang e le voci cariche di parole malevoli e maligne si espanderebbero in maniera esponenziale per i quartieri di Seoul. Magari, potrebbero arrivare anche ad orecchie indesiderate. Scuoto la testa come a scacciare questo pensiero fastidioso quanto un insetto, e questa riprende a girare in modo turbinoso tanto che devo appoggiarmi con la schiena alla colonna decorativa del locale, il freddo del materiale di cui è composta mi risveglia un poco dal torpore dovuto all'alcol. Mi allontano dalla colonna, la musica e le luci soffuse della nostra stanza hanno lasciato posto alla relativa quiete dell'ingresso, tanto molesta da ferirmi i timpani. Qui, decine di ragazzi aspettano di poter entrare in una stanza libera o di poter ordinare da bere al bancone del bar mentre parlano tra loro riuniti in gruppetti che si invadono tra loro a causa del numero altissimo di persone presenti all'interno della sala.

ʳᵒᵗᵗᵉⁿ - ᵖᶜʸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora