Capitolo 21

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Lo yandere sapeva bene che con Mikasa alle calcagna, era impossibile scappare. Il destino stava giocando con la sorte di tutti. Era in bilico. Era imparziale. La vittoria sarebbe stata decisa solo dalle azioni dei ragazzi.
Ma Eren non era stupido. Era scaltro, avrebbe trovato sicuramente un modo per evitare Mikasa.
Girando vari corridoi, trovò un ripostiglio, dove vi erano spazzole e prodotti per pulire.
Il ragazzo aveva il fiatone, ma doveva controllare il respiro. Ogni movimento che faceva, poteva determinare la sua fine. Mikasa non è il soggetto da sottovalutare.
Accese la luce. Il ripostiglio era molto polveroso. Aveva una lampadina che emetteva una luce di scarsa qualità.
Ai lati dei muri, vi erano solo due scaffali in acciaio, dove erano riposti spugne, stracci e prodotti per pulire.
"A Levi-kun, sarebbe piaciuto un posto simile. Ma ora non è il momento di pensare a lui. Non ora."
Si guardò attorno e alzò lo sguardo.
Sopra la sua testa, c'erano delle tapparelle fatte in acciaio. Probabilmente vi era un condotto dell'aria. La distanza tra la testa del ragazzo e il soffitto, era minima.
Era facilmente accessibile.
Non era molto resistente. Poteva essere abbattuto con un po' di pressione. E infatti cadde in frantumi.
Aiutandosi con le mani e con le gambe, riuscì a salire nei condotti dell'aria, iniziando a strisciare in avanti, a gattoni.





La corvina era alla ricerca del bastardo che aveva sterminato la sua squadra, ma senza nessun risultato. Sembrava essersi volatilizzato.
Nei corridoi era udibile la voce di Historia che tentava di risvegliare Sasha. Era molto vicina, così decise di dirigersi dalle due. Scese le scale con un balzo e atteró di fianco a loro.
"Che è successo?"
"Sasha è scivolata e-e sembra non rispondere..!"
"Sei pazza a rimanere qua allo scoperto con Eren in giro?! Sbrigati andiamocene da qui!"
Prese Sasha in braccio e la mise sulle sue spalle, tenendola per le gambe.
Le due si avviarono il più in fretta che potevano verso Armin, Levi e Jean.
Nel frattempo, Armin e Jean, chiusero tutte le porte accessibili, rimanendo in allerta.
"Jean, spara. Qualunque cosa succeda, tu spara. Non da ucciderlo, mi raccomando."
Levi stava ascoltando la conversazione. L'espressione incredula del corvino era più che chiara. Sembrasse che parlasse da sola: aveva paura.
Paura che Eren potesse essere ferito.
Che potesse morire, solo se quel proiettile mirasse alla testa, o al cuore.
"Non vorrete fare sul serio, spero. Sparare? No, voi siete diventati pazzi"
"Come scusa? Credo di non aver sentito bene. Stai parlando di quello psicopatico, che ha ucciso Ymir, Connie..per non parlare di Reiner!"
Urlò con tono arrabbiato il biondo.
"Ha ucciso tutti i nostri amici. La nostra squadra. Ti rendi conto che siamo solo io , te, Jean e le ragazze?! Non abbiamo più nessuno! Dici così perché è il tuo fottuto ragazzo, ma ormai non lo sai nemmeno tu se lo è!"
Le parole di Armin lo toccarono nel profondo. La lotta universale che si era scaturita in lui smise di esistere.
Perché stava difendendo Eren. Il ragazzo che ha ucciso le persone che lo hanno aiutato.
Eren era il tipico ragazzo possessivo ma troppo morboso tanto da rinchiudere il proprio amato dentro una cantina.
Questo non è amore.
Questa è possessione.
È malattia.
È l'amore marcio di una persona che non sa più cosa sono i limiti.
La mente di Levi vinse sul cuore.
Doveva tornare ad essere forte.
"Tch, abbassa la cresta biondo."
"..Questo è l'Ackerman che voglio vedere io."
"Arlert, arrivano le ragazze"
Jean aprì la porta e le ragazze si fiondarono dentro lo studio.
Misero il corpo di Sasha sdraiato sul tavolo, privo di sensi.



"Sento dei rumori.."
Affermò Mikasa, mettendo in allerta tutti.
Provenivano dal soffitto.
Nei momenti di silenzio, i rumori si facevano più forti, fino a quando il silenzio tornò protagonista nella stanza. Tutti erano in preda al panico.
Sguardi aperti.
Corpo pronto.
Mente attenta.
Pistole puntate su ogni punto della stanza.
Eren era li. Era udibile. Era percepibile.
Un forte rumore di metallo, all'improvviso, eccheggiò nella stanza. Le tapparelle d'accaio stavano cadendo. Il biondo si girò di scatto e Il proiettile scalfì di poco l'acciaio.
Il ragazzo yandere piombò nella stanza, la polvere da sparo cominciò a sentirsi nell'aria. Era diventata una sparatoria.
Il moro si mise al riparo, dietro una colonna, aspettando il momento adatto. Ogni tanto osava dare uno sguardo ai due pistoleri, ma era impossibile. I proiettili li sfioravano la pelle. La precisione dei due era notevole.
Strinse i pugni e prese coraggio.
Corse ai primi ripari che erano possibili intravedere nel suo cammino. Uno sempre più avanti all'altro.
"Ahah, sparate quanto volete, ma quando le munizioni saranno finite, sarà inutile per voi sperare ancora che restiate in vita. Sto venendo a prendervi."
Gridò provocante lo yandere.
"Fermatevi!"
Replicò il corvino.
"Levi-kun..sei dalla mia parte, vero? "
Chiese ingenuamente Eren alzandosi fino a scoprire le spalle.
"Ora! Sparate!"
Senza nemmeno pensarci due volte, Armin eseguì l'ordine e prese lo yandere nella clavicola.
Il moro si accasciò a terra urlando dal dolore, mettendo una mano sul collo.
"Levi! Perché?! Mi hai tradito, infame!"
Mikasa approfittò di questa sua debolezza e si buttò su di lui, picchiandolo a sangue.
Eren cercò di difendersi, schierandosi.
Ma incassava troppi colpi ed era troppo debole per difendersi.


Doveva battersi in ritirata e l'unica forza che aveva, era nelle gambe.
Tentò in tutti i modi di togliersi la ragazza di dosso, mettendo un piede sulla sua pancia, spingendola via. Ma lei resisteva. Gli altri cercarono di aiutare Mikasa, ma il tentativo era nullo. Lo yandere si era liberato.
Con grande fatica, iniziò a correre verso i piani alti. Il suo obbiettivo era di andare sopra il tetto.
"Sta scappando prendiamolo!"
Ordinò Jean. Ma venne subito fermato da Levi.
"No, ora tocca a me. Lo prenderò io. E voi non dovete intromettervi. Sono stato abbastanza chiaro?"
Senza neanche aspettarsi una risposta, insegui il ragazzo.
Le tracce di sangue lasciate dallo yandere, aiutò il corvino a localizzare il percorso da fare.
Arrivarono sul tetto.
Eren era pieno di sangue e si appoggiò alla ringhiera cercando di non cadere.
Levi giunse a destinazione e chiuse la porta dietro di lui. Ora erano solo loro due. Nessun altro doveva intromettersi. I due si guardarono. Gli occhi di Eren poco a poco tornarono al loro colore base. Il suo respiro era profondo. Tossiva, sputando un po' di sangue per terra.
"Dimmi perché Levi.."
Disse il ragazzo guardando per terra, tossendo.
"Basta,Eren. Non stiamo più parlando di amore. Non te ne rendi nemmeno conto, di quanto tu mi abbia fatto soffrire, rinchiuso li sotto."
Un attimo di silenzio fra i due accompagnato con il suono del vento.
"Perché lo hai fatto? Perché sei cosi dannatamente pazzo,Eren. Non avrei mai pensato che tu fossi così."
"..con questo..cosa vorresti dire? Se tu avessi saputo della mia vera natura, mi avresti scelto lo stesso?"
Levi inarcò le sopracciglia, assumendo uno sguardo serio.
" Lo avrei fatto comunque. Nella persona che si ama si vede il bene e il male. Si vedono i pregi e i difetti. E se si ama davvero, si accetta qualunque cosa. Ma questo è sopra ogni limite."
"Tu non capisci.."
Constatò il fidanzato  accasciandosi a terra.
" Tu eri tutto per me. Lo eri, e lo sei ancora. Io volevo te. Volevo solo te.
Cazzo,Levi. Non capisci? Sono innamorato di te a tal punto di fare questo. Perché Purtroppo, questo, è il mio modo di dimostrare il mio amore: con la gelosia e la possessività."
Confessò il ragazzo, sull'orlo di piangere.
"Eren, ti ho amato. Questo non servirà però a salvarti. Non posso perdonarti per quello che hai fatto."
Improvvisamente la porta venne buttata giù dai poliziotti. Probabilmente la squadra avevano chiamato rinforzi.
Game over.
Levi e la squadra vennero portarti al sicuro.
I corpi di Connie e Reiner vennero trovati.
Eren venne curato dalle ferite, ma la sua sorte era segnata: arrestato.

                              * * *

1 mese dopo

"Quindi, signor Ackerman,giusto?
Lei testimonia di essere stato tenuto prigioniero dentro una cantina dal signor Jaeger ed aver assistito ad omicidi da parte di quest'ultimo. È giusto?"
Una voce profonda riempì la grande stanza del tribunale.
Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, era vestito con giacca nera, camicia bianca, cravatta nera e pantaloni neri,indossando un paio di comode scarpe da ginnastica nere. Tanto per non essere così formale.
"Sì, signor giudice. Confermo il tutto."
Guardando lo yandere dagli occhi verdi era vestito con la classica divisa da carcerato: tutto in arancione.
"Grazie signor Ackerman della sua collaborazione. Quanto a lei, Jaeger, avrà 10 anni di carcere. Potevano darle l'ergastolo. Forza, portatelo via."


Levi rimase fermo con le braccia stese vicino ai fianchi.
Eren, con due guardie ai fianchi, e con le mani ammanettate, si incamminò verso il grande portone che delimita il tribunale con la prigione.
Prima di varcare la soglia della porta, Il ragazzo ruotò la testa di poco, incrociando lo sguardo di ghiaccio del corvino. I due rimasero a fissarsi perplessi.

"Levi.."
"Eren.."


Furono le ultime parole che si scambiassero. Le strade si erano separate. Nessuno dei due, avrebbe mai voluto un futuro del genere, ma certe azioni possono determinarlo.

Alcune volte, ammettere la verità fa meno male, che continuare a darsi false speranze.


.

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Angolo Autrice 🔥

Heya,
Siamo giunti al termine della storia.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato supporto fini ad adesso, e mi scuso per il ritardo di 1 mese.
Fatemi sapere nei commenti, se questa era la fine prevista da voi.💎
Io spero di sentirvi ancora e di scrivere ancora regalandovi queste "gioie".
Con questo, do la buonanotte e...
Alla prossima!

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