Due giorni di lutto per il College.
La morte della studentessa 3422 non importo' a nessuno, tranne che a me.Io volevo sapere.
Volevo capire chi c'era dietro quelle bende.
Io volevo capire chi fosse lei.
E soprattutto chi fossi io.
Sarebbe stata di sicuro la chiave per i nostri ricordi.Sento crollarmi tutto addosso, convinta del fatto che non avrò mai un futuro, una vita.
Sono rimasta per qualche giorno nella mia stanza, con numero 45 che ogni tanto mi consolava.
Ora sono sola.
Luci spente.
Il buio più totale.
Sento le lancette dell'orologio ticchettare lentamente,tic tac tic tac
Passano secondi, minuti... passa il tempo, sento il ticchettio sempre più profondo, sempre più lento.
Mi immedesimo in quel suono, creando una "musica" tutta mia, ma poi quel momento di benessere psicologico viene spezzato da un gracchiare di corvi, che si trovavano su un ramo di un grosso albero, vicino alla finestra della mia stanza.
"Cazzo" sussurro tra me e me sospirando.
La finestra è aperta e sento il fruscìo delle foglie, mosse da una delicata brezza mattutina, il tutto accompagnato col tic tac tic tac...
Controllo l'orologio sul comodino, sono le due e mezza del mattino.
Vedo Numero 45 dormire sul suo letto ed io, rasserenata mi corico sul mio.Sento bussare la porta della mia stanza.
Tre volte.
Mi alzo lentamente e mi dirigo verso essa.
Apro la porta.
Ed ecco lui, numero 3421.
Sussulto un attimo a vederlo. Mi emoziono un po'. Non riesco a guardare. Non riesco a guardare i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi. I raggi di luna colpivano proprio il suo viso, il viso di un ragazzo innocente, ma anche molto misterioso e malinconico.
Il mio cuore batte forte e sono talmente imbarazzata che continuo a balbettare mentre parlo: "N-n... Numero 3421!... C-che ci f-f-fai qui a q-quest'ora?"
Il bellissimo ragazzo fa un piccolo sorriso, anche lui è leggermente imbarazzato.
"Beh" risponde con una voce delicata "... innanzitutto sembra che tu abbia freddo, continui a balbettare...".
"C-cosa? C... c-come ti permetti!" Gli rispondo tremando con una foglia, non per il freddo, ma per l'emozione.
Noto solo ora che lui indossa ancora la sua solita tuta da ginnastica. Si toglie la felpa e mi avvolge intorno ad essa.
"Stai meglio?" Mi chiede.
È tutto così veloce... non capisco più nulla! Fino a qualche momento fa sentivo un brivido lungo la schiena e ora mi trovo avvolta in un morbido e caldo capo.
"Sì..." rispondo arrossendo.
Non è che... mi sono innamorata di lui... e lui è venuto qui per... confessare il suo amore per me?
C-cosa stai dicendo Numero 2! Ovvio che no! Ci conosciamo malapena.
"Comunque..." riprende a parlare. Il suo alito caldo raggiunge la mia fronte e sussulto un attimo.
"Ero venuto qui per consegnarti questa da parte di Numero 279" dice ridendo un po' imbarazzato per l'incarico che doveva svolgere.
Mi porge una lettera, e mi saluta. Lui se ne va con quella maglietta bianca e la tuta da ginnastica, mentre io rimango lì a guardarlo, con la sua felpa, delusa per il fatto che sia venuto qui forzatamente. Lo vedo man mano che si allontana nel corridoio, mentre io rientro in stanza, ma quando lo faccio, sento di nuovo la sua voce "Ehi, Numero 2, non preoccuparti, non serve una persona sconosciuta per ricordare il proprio passato, serve il cuore".
E se ne va."Ohohoh!" Un'uscita? Mi chiede Numero 45.
"Sì..." rispondo un po' schifata "Mi ha chiesto di uscire quel nano di 279".
"Ma dai!" Dice lei ridendo "Guarda che non è così bruttino!"
"Lo so. Ma l'hai visto come va in giro?"
Numero 279, tipico genio in chimica e matematica, conciato malissimo e dipendente dalle bibite gassate. Porta tutti i giorni la stessa giacca, una giacca che non è neanche della sua taglia, dei calzoncini neri con bretelle e delle scarpe gigantesche da ginnastica. I suoi capelli scuri sono talmente sporchi e rovinati che non si riesce a distinguere il loro preciso colore. Indossa infine degli occhiali, l'unica cosa pulita, utile per vedere.
Un cesso vivente.Il messaggio diceva: "Ti va bene se usciamo alla una di pomeriggio dopo pranzo presso l'ingresso?"
L'unica cosa che dovevo fare era dirigermi lì per confermare la mia presenza. E così fu.
Ed eccolo lì.
Ugh che schifo.
"HEILAA Numero dueee~"
Dai, 2, forza e coraggio, è discretamente simpatico, dopotutto.
Gli faccio un finto sorriso.
"Ciao Numero 279" gli dico.
"Cos'era quello...? Un falso sorriso?" Mi chiede immediatamente lui con uno sguardo da innocente. La cosa che mi dà più fastidio di lui è che ha l'aspetto di un cucciolotto con quel bel visino e quell'altezza che si ritrova, e a prima parola che gli si dice, lui subito fa quella faccia da innocente, per far passare al torto la persona interessata. Mi guarda così, e poi continua a parlare: "N...non mi vuoi bene bwaaaa!!".
Cascate di lacrime gli uscivano dagli occhi.
Lacrime false, degne di un bugiardo come lui.
"Numero 2 non mi vuole beneee" strilla come un bambino, in presenza di altri studenti intorno che passavano di lì.
Io mi sento imbarazzata, gli tappo la bocca e gli dico forte e chiaro che tra disgusto e non voler bene c'è una bella differenza.
Numero 279 sarà pure un bugiardo e un zozzone, ma non puoi non farti intenerire dal suo visino e dal suo sguardo degni di un virgulto.
Dopo quella giornata, noto che numero 279 ha fatto risvegliare qualcosa in me, come un ricordo. Che io sia talmente affezionata a lui da provare qualcosa che avevo dimenticato?
Mentre ci dirigiamo verso la mensa per cenare, rammento le parole di Numero 3421.
"Dal cuore..." dissi tra me e me.
E proprio quando entriamo nella sala, ecco tantissimi studenti.
C'è chi è al bancone a ordinare. C'è chi mangia, c'è chi è li in piedi a scambiare quattro chiacchiere con un amico...
Ed eccoli, in fondo alla stanza gremita di gente, seduti su un tavolo, Numeri 3421 e 3 che ci stanno aspettando.
"Ohoh! C'è il mio compagno di stanza 3421!"
Io guardo il viso del ragazzino, felice di rivedere il suo amico, come se avesse le stelline agli occhi. Faccio un mezzo sorriso e mi dirigo insieme a lui verso il tavolo.
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-WHO ARE YOU?- An Italian Danganronpa fanfic
FanfictionPerché a New York ci sono ragazzi che non ricordano la loro vita passata? Perché non sanno come si chiamano? Che ci sia un orchestratore dietro a tutto questo? Che loro abbiano in comune qualcosa? Se sì, cosa? 13/05/18: #6 in Danganronpa 26/05/18: #...