Quel giorno del 14 febbraio era molto strano.
Il giorno prima quel nerd di Numero 1462 mi aveva detto che la mia vita sembrava un Otome.
"Un ... che?" Gli chiesi stranita.
"Un Otome, è un videogame giapponese dove interpreti una ragazza circondata da bei ragazzi che vogliono corteggiarti~"
"Huh?" Sussulto un attimo e poi arrossisco, ripensando a quella sera in cui Numero 3421 era venuto a trovarmi. Mi aveva avvolta nella sua felpa e io mi ero quasi appoggiata al suo petto... certa del fatto però che non voleva assolutamente corteggiarmi! E chi sarebbero gli altri? Numero 3 e 279? Nah...
"Beh... io non mi sento affatto in un Otome" dissi sorridendo al ragazzo.
"Huhuhuhuhuh" fece la sua solita risata lo studente sovrappeso "Vedrai, vedrai, un nerd come me riconosce benissimo queste cose!" Non appena finì di parlare, controllo' l'orario dal suo orologio da polso: "Oh... devo andare, ho un test di Spagnolo molto importante da fare... ¡Adìos!".
Quando lo vidi allontanarsi io pensai a quella parola...Otome...
Infatti capii subito che l'invito che mi aveva mandato Numero 279 era per il giorno dopo, ovvero il 14 febbraio, quindi...
San Valentino...?!
Che quel nanetto tenero e allo stesso tempo malvagio si sia innamorato di me? Ma va! Impossibile.
Quel giorno siamo usciti per un bel po' di tempo!
Ed eccoli li, Numeri 3 e 3421 ad aspettarci seduti in fondo ad un tavolo.
Ci avviciniamo a loro e ci sediamo lì.
Un gran trambusto, tra ragazzi che spingevano per prendere il pasto, chiacchiere, qualche urlo d'oca femminile, rumori di posate... ma in fondo... un'atmosfera allegra.
Così allegra quel 14 febbraio.
Conosco i miei amici da un mese circa... sembra che ci conoscessimo fin da prima invece.
Prima che i nostri ricordi andassero persi...
"Voi cosa prendete?" Chiede subito numero 3 a me e al nanetto.
Subito 279, affamato ed entusiasta, risponde sbattendo le mani sul tavolo della mensa, come un bambino "Io voglio del purè e del succo d'uva! 3421 li prenderesti per mee?"
3421, che era seduto di fronte a me, aveva lo sguardo da un'altra parte, quegli occhi color ambra e il suo sguardo profondo si erano persi, non si sa dove, magari nei suoi pensieri.
Il suo momento di mente locale viene spezzato dalle grida di Numero 279.
"Ehyy!! Mi stai ascoltando?! Guarda che stanotte ti faccio un altro scherzo se non mi prendi la roba da mangiare!"
Da quel che ho capito, Numeri 3421 e 279 sono compagni di stanza.
Il primo si alza e va' a ordinare per sé e per 279, sbuffando.
Si mette in fila e quando ordina, notiamo che ci impiega un bel po'. Che oggi lui abbia fame?
Nel frattempo vedo gli sguardi dei due ragazzi seduti con me. Il piccoletto, seduto accanto a me, guarda in basso, senza espressione. L'altro guarda un po' in giro, ogni tanto sistemandosi i capelli e mostrando quei suoi soliti tre o quattro orecchini argentati o di acciaio; quest'ultimo nota che lo sto guardando e cambiando la direzione del suo sguardo verso di me mi chiede immediatamente con aria interrogativa: "Mh? Perché mi guardi? Hai qualcosa da dirmi?".
Io rispondo immediatamente un po' balbettando, perché non sono propriamente con la testa sulla terra: "Uh? No no, tranquillo".
Alcune finestre del salone sono aperte ed entra una lieta brezza d'inverno, alcune sono appannate, altre no. Si sente odore di caffè caldo e cioccolata mischiata con quello di coriandolo che di solito le cuoche mettono sul purè o sulla carne di manzo.
Numero 3421 torna con due vassoi: ha ordinato per tutti e la cosa che mi sorprende è che ha anche indovinato i nostri cibi preferiti.
Io, sorpresa, gli chiedo "Come hai fatto?".
Il ragazzo nel frattempo ci serve i piatti e una volta posato sul tavolo l'ultimo, ovvero il mio, mi fissa con quel suo sguardo attraente, mi raggiunge. È dietro di me, io seduta, lui in piedi.
Si avvicina lentamente al mio orecchio e mi sussurra con la sua voce profonda parole, che mi fanno sussultare."Intuito..."
Sento un brivido lungo la schiena, mentre lui torna a sedersi di fronte a me.
~
Dieci e mezza di sera. Sto tornando in stanza dalla biblioteca: domani c'è un compito importante; inoltre arriverà una nuova professoressa, il direttore ha mandato la circolare nella scuola.
È tutto buio. Non vedo nulla. Cammino lentamente. Sento dei passi.
Ho paura e accelero il passo, ma quello sconosciuto che mi segue mi afferra da dietro e mi abbraccia.
Rimango paralizzata.
Non riesco a distinguere né l'altezza, né l'odore e soprattutto nè il viso di quest'ultimo, mi afferra la mano destra e ci appoggia un foglietto di carta. Chiude la mia mano in un pugno, e scappa.
Il giorno dopo vengo a coprire che su quel fogliettino c'è scrittoTi amo
Spazio Autore:
Buonasera a tutti ragazzi, scusate l'inattivita'. Voglio solo avvisarvi che finalmente, dopo 10 noiosissimi e insignificanti capitoli (si ammettetelo, è una fanfiction orribile e l'italiano di un siciliano è più corretto di quel che uso io + NON HO NULLA CONTRO I SICILIANI GVRHNMKIHVDRS) si aprirà la prossima macrosequenza, ovvero lo sviluppo della storia, tutto grazie a questa nuova professoressa ovviamente, buona serata e alla prossima settimana!❤
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-WHO ARE YOU?- An Italian Danganronpa fanfic
FanfictionPerché a New York ci sono ragazzi che non ricordano la loro vita passata? Perché non sanno come si chiamano? Che ci sia un orchestratore dietro a tutto questo? Che loro abbiano in comune qualcosa? Se sì, cosa? 13/05/18: #6 in Danganronpa 26/05/18: #...