Strano.
Perché proprio la professoressa di storia è diventata la preside della scuola? Dopo una settimana accadde questo evento. Al momento la polizia sta indagando sulla morte del signor McCoy. Il sindaco di New York per la seconda volta è venuto qui per lo spiacevole lutto.
La cosa terribile è che è stato un omicidio; che qualcuno presente nel College l'abbia ucciso?Siamo già a fine febbraio. Tra i rami degli alberi ricominciano a spuntare foglie verdi, il freddo diventa sempre meno rigido, e, per grazia di Dio, oggi c'è anche il sole, che crea spettacoli favolosi per i cortili dei college.
Mi alzo dal letto, e i miei capelli, come al solito, sono tutti spettinati. La luce del sole illumina soltanto una parte di quella massa bionda.
"Hey" sento una vocina flebile, è numero 45, che è già pronta "Lo sai che ore sono Numero 2?"
Io mi gratto un po' la schiena. Ho ancora gli occhi chiusi e aggrotto le sopracciglia per cercare di decifrare quel che ha detto (sono ancora in una fase tra sonno e veglia).
"Mhh?" Faccio uno strano verso, poi mi stropiccio gli occhi con i pugnetti delle mie mani e lentamente li apro.
"Hey Numero 2, sai che ore sono?"
Vedo Numero 45 con il suo solito vestito lungo di colore viola a frange e il cardigan di colore nero. Ha in mano una spazzola e lei ha appena finito di pettinare i suoi capelli, raccolti tutti in uno chignon.
Io faccio un altro verso, poi, spostando il cranio, trasferisco il mio sguardo sulla sveglia digitale, posta sul comodino tra il mio e il suo letto.
Le sette e quarantacinque.
"Ygnn" altro verso incomprensibile "Non c'ho vogliaa".
"Dai, su" dice la ragazza avvicinandosi a me e iniziando a pettinare i miei capelli "In fondo mancano tre quarti d'ora a inizio lezione!"
La finestra è aperta e nel silenzio sento gli uccellini cinguettare e qualche automobile passare.
"Grazie" dico a Numero 45 "I miei capelli erano un disastro"
La ragazza sorride.
Mi dirigo per il bagno privato della stanza (provvisto solo di una tazza, un lavandino e uno specchio) mi lavo mani e faccia.
Mi guardo allo specchio. In quella stanza non ci sono finestre. Lì vengo illuminata solo dalla luce della lampadina appesa al soffitto.
Sento una voce "Io vado alla sala mensa! Ti aspetto lì!"
È la mia compagna di stanza
"Okay, scendo subito! A tra poco" Rispondo.Mi riguardo allo specchio, consapevole che io prima ero un'altra persona rispetto ad adesso, ma che io avessi avuto la stessa faccia? Lo stesso atteggiamento? Non credo.
Mi vesto, e dato che ci stiamo avvicinando alla stagione primaverile, dopo tanto tempo posso permettermi di mettermi quel grazioso vestito che un mese fa avevo comprato con Numero 3.
È così bello quel vestito... tutto rosa e ricami, pizzetti bianchi...
Me lo indosso, metto i miei stivaletti marroni, un foulard, sistemo la stanza e mi dirigo verso la mensa alle otto e un quarto del mattino.
Eccoli lì a far colazione i miei amici, con Numero 45 che mi saluta.
Come mi siedo al tavolo sento due voci chiedermi all'unisono la stessa cosa.
"Cosa vuoi ordinare?" Mi chiedono contemporaneamente numeri 3 e 3421.
Io li guardo stranita, entrambi fissano me, poi uno di loro guarda l'altro con un'espressione da ebete.
"Vuoi che ti porti io la colazione?" Entrambi all'unisono, di nuovo, seguito poi da un "E che diamine!" dello studente dai capelli corvini.
Io inizio a ridere: "Ahah! Cosa siete? Telepatici? Siete buffi!"
Numero 279 assiste bevendo il suo caffè, e parla a voce bassa tra sé e sé, ridendo in quel modo buffo: "Nishishishi, la situazione si fa interessante".
Numero 3 sbatte un piccolo pugnetto sul tavolo, non troppo violento.
"Allora Numero 2, chi scegli?"
Io, non capendo, scruto il bancone nei pressi della cucina, e vengo attirata da una brioche al cioccolato appena scaldato.
"Prenderò quella brioche" dico indicandola. Faccio un sorriso e mi alzo per andarlo a prendere, ma la sua voce mi ferma.
"No, no, no forse non hai capito" dice sghignazzando Numero 3 "Non ti ho chiesto cosa scegli, ho chiesto chi scegli"
"Per cosa?"
"Chi vuoi vada a prenderti la brioche? Io o 3421?"
"Ma che domande!" Vado a prenderlo da sola!" Dico io ridendo "Che sciocchi che siete".
Faccio un sorriso e mi dirigo verso il bancone, dove mi aspettava la brioche, ma... era sparita.
"Cosa?!" Esclamo delusa. Mi guardo intorno e scruto i piatti degli altri... vengo a scoprire che quella brioche al cioccolato l'ha già preso un altro.
Uff, se non fosse stato per Numero 3 e Numero 3421 io a quest'ora avrei già la mia calda colazione sul piatto.
Non me la prendo più di tanto e chiedo alla cuoca magari se stavano facendo altre brioches.
La cuoca più vicina era bassa e occhi talmente piccoli da non distinguerne manco il colore.
"Io non sono una cuoca-"
"A... ah... s-scusa"
Era un cuoco, okay.
"Comunque" dice il ragazzo "Io sono lo studente Numero 567! E lavoro qui ogni mattina!" Mi dice fiero di sé, mentre sistema il suo ciuffetto nella cuffietta "Mi dispiace comunque... finiamo di fare brioches alle otto e venticinque, cinque minuti prima che iniziano le lezioni, così possiamo preparare il pranzo!"
"Ah..." dico delusa.
Infatti subito dopo suona la campanella delle otto e mezza.
Torno sconfitta dai miei amici a mani vuote, raccontando quel che è successo.
Un po' i due ragazzi si sentono in colpa, ma non penso più di tanto.
"Sentite" ci dice poi Numero 3421. Guarda tutti noi dritti negli occhi. I suoi sono così belli... quante volte l'avrò detto?
"Questa settimana penso di non esserci a scuola".
"Mh? Perché?" Chiede Numero 45.
"Voglio indagare anch'io sulla morte del preside, sento troppa puzza sotto il naso, voglio scoprire la verità".
"Ma 3421!" Dice 279 "Se i professori o le bidelle ti scoprono?"
"Tranquillo" dice "Numero 1462 mi ha confidato questa cosa: l'esistenza di una stanza nascosta dove lui può giocare ai videogiochi in pace. Comprerò delle telecamere, le installerò con l'aiuto di due ragazzi e insieme potremo controllare da quella stanza le mosse degli studenti e dei professori della scuola".
"Si ma..." replica la mia compagna di stanza "Anche la scuola ha un sistema di sorveglianza, no?"
"No" risponde lui "Ho già controllato, questo College era un luogo per persone che si trovavano nella stessa situazione... il sindaco e il preside stesso si sono fidati di noi, coloro che sono stati accolti da queste due importanti figure, ma penso che si siano fidati un po' troppo... e anche se ci fossero telecamere, il colpevole avrebbe fatto di tutto pur di cancellare la registrazione, e saremmo ritornati punto e a capo".
Ci fa un cenno di saluto, ed esce velocemente dalla porta d'ingresso, senza farsi notare, confondendosi tra la folla.
Numero 279 sospira "Ah... spero che nessuno lo scopra..."
Lo stesso pensiero alla fine lo facevano tutti...~
"Trenta? Hey ragazzino, non sembrano un po' troppe?"
Non rispondo, pago ed esco.
Trenta telecamere, la mia salvezza, la salvezza di Numero 2 e di tutti gli altri. Spero non abbia capito che il ragazzo che quella notte le aveva dato il bigliettino in mano ero proprio io. È così bella. Cerco sempre di essere disponibile con lei, ma quel rompiscatole di Numero 3 deve sempre intralciare i miei piani.
Eh... dopotutto la vita non è poi così facile.Le strade di Manhattan stamattina sono deserte, almeno c'è un po' di sole che rallegra l'atmosfera.
Non si sente gente che chiacchiera o clacson. Sento solo il rumore dei miei passi.
Ed eccolo lì: "Il College".
Varco il cancello in ferro e, togliendomi l'etichetta con scritto il mio numero, entro quatto quatto nell'atrio e mi dirigo nella stanza segreta, che si trovava dietro il muro in una stanza del gabinetto nel bagno degli uomini.
"Hey, 3421! Eccoti qui" Esclama una ragazza dai capelli biondi con meches rosa. Lei è la studentessa numero 23 ed è esperta in meccanica, infatti fa anche il corso, insieme all'altro mio aiutante, lui con i capelli rossicci, lo studente Numero 786, la differenza tra i due è che lei considera la materia più come una base teorica, dalla quale trarre ispirazione e creare nuove macchine, lui invece lo considera un lavoro vero e proprio.
Ed eccolo lì a preparare i monitor per le telecamere, costruiti dalla ragazza Numero 1462, anche lui mio aiutante.
"È pronto tutto?" Chiedo.
"Si Huhuhuhuh!" Risponde il ragazzo nerd, ora lascia fare alla studentessa Numero 23, penso che voglia fare qualcosa".
Io le sorrido "Cosa vorresti fare?"
La ragazza ha già in mano un martello e dei chiodi ed esaltata mi risponde "Delle armi!"
"A-armi...?"
"Sì sì" risponde "Ma non intendo tipo armi nucleari o di ultima generazione, intendo tipo cose semplici, come fionde, pistole a sonnifero eccetera... ah! A proposito!"
Mi porge una strana pistola.
"Cos'è?" Le chiedo.
"Eheh, spara al tetto della scuola e vedraii~~"
Volevo risponderle, ma ormai era troppo concentrata in un altro lavoro, quindi decido di non disturbarla...
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-WHO ARE YOU?- An Italian Danganronpa fanfic
FanfictionPerché a New York ci sono ragazzi che non ricordano la loro vita passata? Perché non sanno come si chiamano? Che ci sia un orchestratore dietro a tutto questo? Che loro abbiano in comune qualcosa? Se sì, cosa? 13/05/18: #6 in Danganronpa 26/05/18: #...