L'atmosfera del College inizia a diventare cupa. In quasi due mesi, sono avvenute tre morti.
La prima: la morte della studentessa 3422; una ragazza pallida con la pelle che andava a pezzi.
La seconda: il preside Carlos McCoy, assassinato.
E l'ultima morte, quella della studentessa 102, apparentemente gentile e un po' timida, ma in realtà si è rivelata un mostro. Si pensa che sia proprio lei l'assassina, infatti la polizia non ha più indagato riguardo la morte del preside.Io sono stata per alcuni giorni nella mia stanza, chiedendo questa volta a Numero 45 di tornare la sera.
Questo tipo di trauma l'ho subìto già ben due volte. Mi sono rotta le palle.
Sono sul letto. Di nuovo. Oggi piove.
Sono così stufa di tutto. Sono venuta qui per conoscere la mia identità, non per subire tutte queste sofferenze! La morte del preside... il suicidio di quella pazza ragazza...
Mi viene da piangere. Voglio morire. Soffoco il mio pianto e le mie urla col mio cuscino. Lo abbraccio e lo stringo forte.
Mi sento addosso per la prima volta una cascata pesante di depressione.
...depressione......depressione...
Smetto di piangere e dalla tristezza passo alla paura.
Se la prossima sarò io? Quel qualcuno magari è ancora a piede libero.
Sento bussare la porta.Toc toc
Ma non rispondo. Ho troppa paura. Voglio sparire. Andarmene via. Chiedo troppo?
Sento bussare, accompagnato da "Numero 2..." mi chiama una voce maschile "Sono Numero 3, posso entrare?"
Io mi alzo lentamente dal letto, mi metto una tuta da ginnastica grigia, avendo indosso solo una canottiera gialla in pizzo e delle mutandine. Mi dirigo lentamente verso la porta in legno e la apro.
Eccolo lì, Numero 3 vestito al suo solito modo.
Lui mi guarda. È un po' sorpreso per il mio aspetto. Per la prima volta in vita sua ha visto i miei orribili capelli spettinati. Mi guarda intensamente nei miei occhi, gonfi e stanchi. Appoggia sotto il mio occhio sinistro il suo indice piegato, poi lo striscia verso la guancia. Successivamente dirige il suo sguardo al suo dito bagnato, con un aria interrogativa, poi con sicurezza rivolge il suo sguardo a me affermando: "Numero 2, stai piangendo?"
Io sussulto, abbasso il capo.
In quel momento mi ritornano in mente tutte le morti avvenute in questo college e mi viene da piangere, di nuovo.
"Scusa Numero 3, torno in stanza" dico soffocando un singhiozzo.
Faccio per chiudere la porta, ma lui velocemente entra in stanza con me. In quel momento non capisco se sono io troppo lenta o se è lui troppo veloce.
"Numero 2, esci!"
"No! Lasciami stare!"
Mi afferra per il braccio destro e mi trascina fuori da camera mia e di 45 e chiude velocemente la porta usando le mie chiavi che ha preso dal comodino senza permesso.
"Devo tornare in stanza" dico
"Mi devo cambiare, non vedi come sono conciata?!"
"Bella scusa" mi risponde "Su su... mettiti questo" mi dice sfilandosi il suo cappotto marrone in pelle e mettendomelo sulle spalle "Facciamo un giro!"
Mi prende per mano (seriamente lo sta facendo? Aiuto aiuto aiuto) e passeggiamo un po' per il cortile. Non piove più. È nuvoloso. Mi sento leggermente imbarazzata, non solo perché non esco dalla mia stanza da una vita, ma anche perché io sono troppo piccola per questo cappotto enorme. Sembro un involtino! Lui invece è tipo alto due metri.~
Controllo i monitor insieme a Numero 1462, mentre gli altri due giocano a carte.
"Hey" esclama il nerd mentre sto bevendo un bicchiere d'acqua "quelli non sono Numero 2 e 3?"
Al suono di quelle parole sputo acqua sul tavolo, come se provenissi da un cartone animato e sudando freddo, scorrendo i miei occhi sui monitor, urlo:" Dove?!"
Li vedo, mano nella mano a passeggiare per il cortile della scuola. Ora si siedono su una panchina.
Io riprendo il mio bicchiere, lo riempio con una bottiglia d'acqua e prima di bere dico tra me e me "Maledetto Numero 3..."~
"Che ci fate voi due qui?" Ci chiede la preside, vedendoci lì, seduti sulla panchina "Sapete che è ora di lezione?"
Io sono un po' imbarazzata, mi aggrappo al braccio sinistro di Numero 3.
"Ci scusi" risponde lui educatamente "È traumatizzata dall'ultima morte... spero capisca"
La preside con aria di superiorità, la stessa che aveva usato quel giorno in classe, risponde, a braccia conserte "Io non me ne faccio nulla delle tue scuse, soprattutto di uno che ambisce ad una cosa e si arrende così facilmente! Ahah! Ora tornate in classe, immediatamente! E tu ragazzina, datti una strigliata, sembri un cadavere".
Lei se ne va, verso la presidenza, continuando la sua strada.
Io tremo un po' per il freddo, un po' perché la preside ci ha fatto un bel cazziatone.
"Numero 2, mi fai male"
"C-cosa? S-scusa!" Mi stacco dal suo braccio.
Numero 3 rimane con la sua solita espressione neutrale, però ripete alcune parole che aveva detto la donna poco fa: "Uno che ambisce ad una cosa e si arrende così facilmente..."Quel giorno per me è stato pesante, ma almeno sono riuscita ad uscire dal guscio, grazie a Numero 3 e (Perché no?) anche grazie alla preside. Ma il suo carattere, si faceva sempre più strano, ogni giorno.
Il 3 marzo tutti gli studenti sono convocati alla palestra, per la distribuzione delle nuove divise del College.
La cosa pareva divertente e anche molto bella a tutti.
Ma ci sbagliamo. Quel giorno troviamo qualcosa di inquietante in quelle divise. Ognuna è diversa dall'altra. Nessuno stemma, nessuna spilla con scritto "Il College".
La mia divisa è di un blu così scuro... una gonna dello stesso colore, collant e scarpe nere come la pece, tra il tutto spicca sulla maglia, un fazzolettone rosso acceso, di un inquietante rosso acceso.
Vengo incontro ai miei amici, ognuno con una divisa diversa.
Numero 3 indossa un maglione marrone, con sotto una camicia bianca e una cravatta a righe rosse e gialle; dei pantaloni lunghi blu scuro e delle scarpe da ginnastica. Numero 279 indossa una divisa tutta nera, mentre Numero 3421 una giacca grigia e pantaloni dello stesso colore, una camicia bianca e una cravatta blu a righe azzurre.
"Vi potrebbe sembrare strano" dice ad un tratto con aria interrogativa Numero 279, mettendo le mani dietro la nuca: "A me sembra di aver gia' messo questa divisa, no?"
Tutti noi ci guardiamo. Anche io ho la stessa sensazione, come tutti gli studenti del College, del resto...
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-WHO ARE YOU?- An Italian Danganronpa fanfic
FanficPerché a New York ci sono ragazzi che non ricordano la loro vita passata? Perché non sanno come si chiamano? Che ci sia un orchestratore dietro a tutto questo? Che loro abbiano in comune qualcosa? Se sì, cosa? 13/05/18: #6 in Danganronpa 26/05/18: #...