-WHO ARE YOU?- An Italian Danganronpa fanfic

Capitolo 13: "Disperazione"

"Signorina 2, sai per caso che fine ha fatto il tuo amico?"
Uff solita domanda da parte della professoressa di inglese.
È da quattro giorni che quel bellissimo ragazzo manca dalla classe. Numero 3421 ha controllato con le telecamere tutti i corridoi e aule della scuola, ma niente. Nessun sospetto.
Per ora.
Alla solita domanda rispondo con la solita risposta.
"Non lo so prof, forse è ancora malato"
Suona la campanella, finalmente possiamo goderci un altro weekend. Avevo intenzione di uscire con i miei amici, ma dubito che Numero 3421 accetterà. Nonostante tutto, io ci provo comunque.
Mi dirigo verso la sua stanza, al momento lui lì è da solo e sta sistemando alcune cose. Busso la porta e lui apre.
"Ciao! Ehm..." dico un po' imbarazzata "Volevo proporre una co-"
Il ragazzo mi interrompe appoggiando il suo indice sulle mie labbra e dice con parole fluide e sicure, a bassa voce: "Ascolta Numero 2, stasera alle sette venite tutti da me, voglio anche Numero 45..."
"Cosa?" Dico perplessa. Abbasso anch'io la voce, cosicché non ci senta nessuno "Hai scoperto qualcosa?"
"Sì... a proposito, tu cosa mi volevi dire?"
"No niente" rispondo.
Non è possibile che io pensa solo ad uscire? Lui invece sta pensando di salvare il College.
Me ne vado imbarazzata, dirigendomi nella mia stanza, dopo aver avvisato gli altri ragazzi dell'incontro di stasera.

Quella sera è l'unica in cui sento la tensione salire al massimo.
Sette meno un quarto di sera.
Io e Numero 45 siamo nell'aula di pianoforte. Ho appena finito di suonare.
Numero 45 mi guarda con espressione allegra.
"Numero 2..."
Dopo aver chiuso la cartelletta ed essermi sistemata il vestito, la guardo.
"... e se... in passato... non eravamo amiche?"
"Huh?"
"Cioè... tu una volta mi avevi detto che Jack non ti aveva mai vista... quindi... neanche io...?"
"Mh" faccio un piccolo sorriso "Non pensare al passato, pensa al futuro, dobbiamo scoprire la verità! Niente di più".
Ci avviamo verso la stanza di 3421 e di 279, bussiamo, ed eccoci lì.
Ci sono alcuni ragazzi che non conosco... ah e con grande sorpresa ci sono anche Numero 1 e 102.
Nella stanza c'è un odore avvolgente, tipo profumo da uomo, in fondo un letto a castello, con le lenzuola ben tirate e due morbidi cuscini, vicino all'entrata un comodino, con accesa una lampada, che mescola la sua luce giallastra con quella azzurro chiaro della luna, che oltrepassa la finestra vicino ad un armadio in legno, presso il letto.
Tutti sono seduti su dei morbidi cuscini per terra, in cerchio.
Ecco lì due posti vuoti, uno per me e uno per Numero 45.
Ci sediamo, notiamo che stiamo circondando delle carte, delle striscie di carta e quaderni piccoli con scritte varie.
"Okay" Dice annuendo Numero 3421: "Possiamo iniziare, parliamo a bassa voce, affinché nessuno ci senta"
Così facciamo.
Numero 3421 prende uno dei due quadernini inseriti nella mischia di cartacce e ha davanti a sé una pagina, con scritta una scaletta e varie piccole fotografie.
"Innanzitutto chiediamoci: perché il preside era lì? Risposta semplice. Adesso è la ex professoressa di storia la preside, giusto? Guardate queste foto, le ho scattate dai filmati che abbiamo ottenuto con le videocamere... il preside proprio di principio alle sei deve essere da qualche parte... ma dove? E qui entra in gioco un'altra registrazione" dice prendendo una seconda foto.
"Ogni giorno, verso le sei, com'è giusto che sia, il preside si dirige verso questo piccolo stabilimento, vicino a quello della palestra e del college, sono venuto a sapere che lì si fanno cose burocratiche, come la preparazione delle circolari, gli sportelli eccetera... infatti lì sono presenti la segreteria, l'aula insegnanti, il direttore, la presidenza e la vicepresidenza"
Mette giù la foto e ne prende altre.
"Ho letto, sulla bacheca della scuola nell'atrio, che la presidenza e l'aula insegnanti, per le sei di pomeriggio, non fossero stati più disponibile".
E con questo sappiamo dove si stava dirigendo il preside: verso il suo ufficio, per chiuderlo a chiave" Dice mostrando una foto della scena del delitto, dove affianco al corpo, c'è un mazzetto di chiavi.
Numero 279 interviene, con una grammatica alquanto povera "Scusa ma cosa serve sapere dove stava andando il preside?! A noi interessa il colpevole, non dove stava andando la vittima!"
Una ragazza dai capelli biondi, presentatasi come Numero 23, è pienamente d'accordo con il nanerottolo.
Poi interviene Numero 1, che contrasta le loro affermazioni: "Scusa... Numero 279... giusto?"
Numero 279 fa il broncio, sempre disturbato da quel ragazzo... Numero 1 gli sta antipatico.
"Mh" fa una smorfia aggrottando le sopracciglia, e stortando le sue sottili labbra, come un mafioso "Cosa vuoi?".
Numero 1 fa un piccolo sghignazzo "Mi fai ridere... vuoi a tutti i costi scoprire il colpevole? Beh mio caro, sappi che in questo strano omicidio ogni dettaglio, anche il meno rilevante, può esserci d'aiuto..."
Numero 279 fa uno strano verso e parla a bassa voce tra sé e sé "Umpf, odio quando ha ragione".
Il ragazzo dai capelli mori prende una bottiglia d'acqua e la beve. Poi riprende il suo discorso, dopo aver appoggiato con cautela la bottiglietta dietro la sua schiena.
"Allora..." dice "Chi altro poteva affiancare il preside quella notte? Qualcuno che non lo odiava, ma che voleva qualcosa da lui"
Tutti noi riflettiamo, Numero 3, che è seduto vicino a me, mi fa un segno, colpendomi piano con la sua spalla. Dice parole, a bassa voce "Hey, Numero 2, guarda la ragazza dai capelli blu... Numero 102, giusto?"
Io mi giro di scatto verso di lei, lei è seduta vicino a Numero 45, che a sua volta è seduta vicino a me, quindi posso vederla bene. Ha un'espressione terrorizzata, le pupille contratte e la bocca dalle labbra spesse semiaperta.
"Proviamo ad incalzarla" mi dice sussurrandomi all'orecchio.
Mi volto verso di lui con la testa e annuisco determinata.
Vedo Numero 3421 che guarda male il mio amico... non so proprio il perché...