Il ritorno di Jozefien in seno al gruppo destò le più svariate reazioni. Esteban, che aveva legato la bambina con un paio di fascette da elettricista fornite dal signor Fischer, divenne bianco come la cera, mentre Kerli, probabilmente resasi conto all'improvviso di non essersi affatto curata che tutti e quattro fossero giunti a destinazione, ingiallì dal senso di colpa. Il signor Cornelis si spaventò, Isidro si agitò e Natalia finalmente chiuse la bocca, troncando sul nascere l'ennesima lamentela.
Jo fu fatta sedere su una delle poltroncine del teatro – luogo in cui si erano ritirati in fretta e furia – e Siva, che mai fino a quel momento aveva espresso particolare dolcezza con lei, iniziò a medicare con cura le sue ferite, mentre On si sedeva ai suoi piedi, stringendosi alle gambe della ragazza.
Kim non aveva lasciato il suo fianco neanche per un secondo. Aveva sorretto Jo per tutto il tragitto con l'aiuto della laconica donna bionda e anche in quel momento la teneva per mano, notando con sgomento come sotto lo strato di sangue si nascondeva una trincea devastata. Il naso era rotto, una mezzaluna rossa segnava il punto in cui la cartilagine aveva ricevuto il colpo, l'anellino d'oro era scomparso, lasciandolo solo un piccolo buco sanguinolento; macchie violacee avevano iniziato a tessere un patchwork inquietante sulla trama di pelle chiara e le palpebre, gonfie e bluastre, non permettevano a Jo di mettere a fuoco alcunché.
"L'ha devastata" Kim udì Sergio sussurrarlo spaventato a Diego. Per un secondo fu preda del desiderio di avere uno scatto di rabbia nei confronti di quei commenti, ma subito si rese conto che era proprio quello che era successo: Byrd aveva devastato Jozefien. Certo: aveva tentato di ucciderla, come poteva essere altrimenti? L'avrebbe uccisa con le sue mani, a furia di botte e percosse. Senza alcuna umanità e senza alcun motivo. Come l'animale che era sempre stato.
"Sono irriconoscibile, vero?".
Kim tornò a concentrarsi su di lei e nella frazione di secondo che intercorse tra la domanda e il silenzio, notò che un incisivo era stato scheggiato.
"No. Sei sempre tu" le rispose Siva, scostandole il colletto della maglietta per controllare i segni delle dita che Byrd le aveva lasciato nel tentativo di strangolarla. "Sciocca e coraggiosa. Sempre tu".
Jo deglutì a fatica e quando parlò di nuovo, la sua voce tremò.
"Se non è morto?".
"Lo è" confermò subito Kim, stringendole delicatamente la mano che teneva tra le sue. "Ho visto la signora bionda ucciderlo. È morto".
"Ma se non lo è?" insistette Jo, mentre dai suoi occhi neri colavano due grosse lacrime.
"Lo uccideremo di nuovo" promise Siva, posandole una mano in viso per guardarla. "Tranquilla".
"Non può vivere di nuovo" interruppe la donna bionda con lo scaldacuore, comparendo alle spalle di Kim. Non aveva per nulla l'aspetto dell'assassina: i capelli erano tagliati in un grazioso caschetto ordinato, aveva la bocca a forma di cuoricino e un neo sopra il labbro superiore. Sembrava più una bambolina che un killer. "L'ho buttato fuori bordo. Se lo mangeranno i pesci".
"Delia" salutò a bassa voce Siva. Lei le fece un cenno, rapido e schietto, dopodiché fece per domandare qualcosa, ma venne interrotta da uno strillo all'ingresso del teatro.
"Delia! Stai bene!".
Kim ci mise più di un secondo ad associare la voce al volto di colui che aveva parlato, ma fu sicura di non star sognando quando Rex abbandonò le due borse della spesa che aveva con sé e corse ad abbracciare Delia, che diede l'impressione di rimanere rigida tra le sue braccia.
"Ciao" disse secca, senza però mascherare un sorriso. Rex sembrava invece sul punto di piangere, commosso e sollevato di vederla sana e salva.
"È del centro di bellezza" spiegò asciutta Siva, mentre lui la prendeva per mano e la accompagnava dagli altri.
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La nave dei sogni
General FictionPhan Kim non ha mai dimenticato la vacanza più bella di sempre, quando era bambina, su una delle navi da crociera della Crown Cruise. Per tutta la vita non ha fatto altro che sognarla e a quasi ventisei anni, dopo una sudata laurea in turismo, abban...